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Nel mezzo del cammino ... della vita,
per colpa della disoccupazione,
non ho versato tutti i contributi
ed ora non mi danno la pensione!
Gli uomini al governo hanno deciso
che bisogna raggiunger quota cento,
però se non si trova alcun impiego
il calcolo risulta un fallimento!
Sessantadue ... gli anni già compiuti
aggiunti a ... trentott’anni di lavoro,
son questi i requisiti necessari
per viver la vecchiaia con decoro.
Però ... è troppo facile firmare
decreti leggi stando in Parlamento,
ma l’operaio s’alza con il buio
recandosi in azienda con sgomento
perché le voci sempre più insistenti
riguardano la prossima chiusura
e tutti gli operai andranno a casa,
...è questa la terribile paura!
E’ l’incertezza d’un lavoro saldo,
costante, garantito, duraturo,
al fine di vedere la famiglia
sorridere tranquilla pel futuro!
La realtà invece è ben diversa,
le fabbriche che chiudono son tante
ed i lavoratori restan soli
ad affrontar la crisi perdurante!
Ci sono gli artigiani che isolati
dal mondo delle Multinazionali
costretti alla chiusura dei negozi ...,
non possono sfidare i “capitali”!
Il mondo degli affari e del progresso,
dei conti commerciali e dei progetti
di grandi e futuristiche invenzioni
non guarda mai ai poveri soggetti!
I singoli problemi restan sempre
a la mercé di quel lavoratore
che paga un grave affitto e lo stipendio
se manca fa venire il mal di cuore!
Con queste evoluzioni commerciali
nel frigo ci rimane molto poco,
si chiede solamente la certezza,
perché il lavoro non è come un gioco!
A sessantadue anni e qualche mese
è molto problematico trovare
persone che son state trentott’anni
ininterrotti sempre a lavorare!
Chi si diploma a ventisette anni
da subito non trova occupazione,
così per qualche anno gira a vuoto,
col cuore in persistente agitazione!
Pertanto questa legge è riservata
ai soliti abbonati alla fortuna ...
che vengono inseriti prontamente
con una spinta magica, opportuna!
Per gli altri c’è purtroppo la via crucis
dei posti cosiddetti ... di ripiego,
per giunta sempre coi contratti a tempo,
ma non si tratta mai d’un vero impiego!
Bisogna tener conto dei problemi
di varie classi di categoria,
perché sennò c’è sempre l’ingiustizia
di chi rimane a piedi per la via!
Avere la pensione al giorno d’oggi
ti fa sentire l’animo protetto,
stipendio assicurato a fine mese
e sogni più tranquilli dentro il letto.
Però con il lavoro assai precario
è dura da raggiunger quota cento,
di certo è assai più facile firmare
sporadici decreti in Parlamento! | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
| «Tra il dire e il fare ... c’è sempre di mezzo il mare! Parlare, decidere, firmare ..., è facile decretare, ma non si tiene mai conto dei problemi personali della gente che deve inseguire il progresso con mezzi scarsi a disposizione. Chi si alza la mattina alle 4 per andare a prendere 3- 4 mezzi per arrivare sui posti di lavoro lontani anche 30 km, non si sente protetto dalle istituzione, i suoi problemi restano sempre inascoltati, la voce del popolo è diventata da sempre una voce nel deserto e chi dovrebbe salvaguardare i suoi interessi di solito non ne tiene mai conto.» |
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 Bravo Sergio, Poeta realista (Sara Acireale)
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«Se si è licenziati oppure si è costretti a lavorare in nero non si possono versare tutti i contributi e allora... come si fa ad arrivare a quota 100? 
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