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 | Il bimbo non riuscì a pigiar bottone
quando lasciato il vano andò a giocare,
né Il vecchio se ne avvide poi che giunse.
Con arti doloranti e spasmi al centro
in due piegato il frutto emerse a stento:
nero cilindro tozzo orripilante.
Piombò nel cavo con un tonfo sordo
al cereo pigolin sfiorando il fianco
con gl’irti chiodi al suo rappreso lato ...
e brani e schizzi riversando intorno.
“Tu material dal nauseabondo olezzo
che di tabacco sa, di spezie e vino,
mi fai ribbrezzo, e m’hai ferito al fianco ...
Ah, se potessi, lo direi! al nonno!”
“Si bravo, dillo a nonno, criticone,
vorresti sindacare il mangiar suo?
Lui mangia ciò che vuole, e beve pure,
e non sta a noi, lagnar di quel che segue.
Come te un di, pur io fui delicato,
poi crebbe quel signore coi suoi vizi,
ed io sempre più secco e malandato ...
Ma il mio dovere ho sempre svolto in pieno:
È a lui la decision quanto al mangiare!
Non serve allor tu faccia il signorino
col tuo fru - fru di latte e biscottini.
Pur giovane, a me uguale il tuo destino:
Prodotto al trangugiato derivante
poi non più in gioco si diventa un peso
derisi, e con disprezzo allontanati.
Un egoista l’uomo, essendo ingrato
nel piatto usa sputar dove ha mangiato!"...
”E mano rinsecchita, in quel momento
pigiò quel flusso che lontan disperde” | 

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