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♦ Adriana Bellanca | |
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Le 2244 poesie con accompagnamento multimediale in Donne
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Lacerate vesti, ignuda
segregata alla vita quotidiana
offesa nell’intimo
all’osservare incredula
una verità cruda.
Luce negata
di quell’orizzonte sempre oscuro
ignobile tortura perseguita
la voce reclusa, occultata.
Vita di stenti e
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io non capisco l’anelito di possedere una donna con gli schiaffi
nel silenzio malato dei padroni urla la dignità delle donne
tu Giulia e tuoi ventidue anni baciati dalla speranza
volevi chiudere in dignità una relazione ormai spenta
corpo ferito
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Lei ricorda
solo le ombre
i pomeriggi trascorsi
a pregare nel buio
e qualche carezza
discesa dal cielo
a confondere la pelle
ormai screpolata.
Lei rimane
a guardare per ore
la luce fra le foglie
e non sa
se piangere il tempo
o lo
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Aveva del lino
trasparente e bianco,
sembrava un velo da sposa,
sui neri capelli.
E al sussurro del vento
ebbe un sussulto,
e si scoprì,
con il collo livido e bianco,
e ghirigori di corvine ciocche
come boccioli carnosi
di scuri ellebori, e
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Anima di dicembre
che amava respirare
il dolore dei morti
e dopo sbocciava
di nuove primavere
quando l’inverno
ormai esalava fiati
estinti nei tramonti.
Sorriso di novembre
che mentre ogni cosa
intorno svaniva
nelle ceneri
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Dimmi che lo sapevi
e che sei morta
per un amore già finito
fra le onde del mare
uccisa lentamente
dal sole di primavera
per un errore del vento
distratto dal tuo cuore.
Dimmi che lui
era assente per l’amore
di un’altra stella
già presente
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Per te il dolore
è un’ombra come un’altra
una di quelle cose
che invadono il mondo
senza sconfitte
e senza tutte le distanze
che il corpo pretende
dal suo cuore immobile.
Sei una donna di plastica
una di quelle luci
che non sono mai
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nel silenzio dei tuoi sacrifici ti illumini o donna
verbo che rotola lacrime nuove all’alba di domani
c e la libertà quando sali l’ostacolo muto di parole antiche
cantilena d’un verso profumato di sale
disadorno sudario di memorie perdute
tu rondine
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Lei amava la pioggia
le nuvole
e quando il cielo
era nero lo sguardo
diventava aria
il vento che soffiava
attraverso le ombre
fino al tramonto.
Lei amava la sera
il buio
e la corona di luce
attorno alla luna
quando l’amore
è
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Solo tu
mi hai regalato fiori
quando il sale
era sulla riva
e le ombre
di passaggio
contemplavano sogni
quasi fossero sassi
da abbandonare al buio.
Solo il tuo amore
ha illuminato nuvole
con gesti
scambiati per giorni
con il sole
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Guarda! Osserva questo doloroso corpo,
la pietà non è nel tuo regno,
hai distrutto ciò che di bello la natura
ha creato, forgiato: La donna!
Guarda!
Pur spettinata e travagliata è sempre bella,
questo corpo ha sofferto
e continua a soffrire
per
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È stato l’amore di un altro
i colori di un cielo
diverso dal nostro
e un vento di mare nemico
a darti la morte
in un giorno a primavera
la sera che è restata
a guardare il tuo sogno
finire fra le ombre del cuore.
È stata l’assenza
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Fiorisce l’ombra
e dentro di te
sbocciano rovine scure
in un cielo di perle
dove le stelle
non sono che lacrime
abbandonate da anni
al loro dolore.
Germinano conflitti
e radure deserte
piccoli spazi senza cuore
con i silenzi
che nessuno
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Sono sicuro
che il tempo
non ti ha cambiata
e che insegui ancora
le farfalle
quando c’è il sole
senza mai prenderle
fino a stancarti.
Sono certo
che niente
possa aver mutato
il tuo sorriso triste
neanche le ombre
del cielo scuro
in
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Lei amava la pioggia
il cielo scuro
con una traccia di luna
attraverso le nuvole.
Lei piangeva di goccia
quando il dolore
era troppo forte
per sorridere ai giorni
segnati dal male
e ai tramonti delle sere
troppo lunghe
per sembrare
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Non restare lì
come una Maddalena
pentita dei suoi sorrisi
e apri la porta
perché io possa andare
mentre le ombre
ancora riempiono
il cielo della notte.
Non amare
il silenzio più del buio
perché una parola
può aprire le nuvole
fra un
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Attenta donna,
non tragga
in inganno
l’abbaglio deciso
del giallo colore
che oggi t’ inonda
ché l’inno
alla maschia impostura
in questo giorno
ha il massimo
del suo fulgore.
Rallenta e rifletti
delicata creatura,
quel compiaciuto
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Niente ti farà male
neanche la luna
quando tramonta
sull’orizzonte notturno
e le parole al buio
sembrano una lama nera
affilata sulla pelle
tradita da un’altra nuvola.
Niente ti toccherà mai
neanche il vento
arrivato dal mare
a tarda
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Sullo sfondo, scenario naturale
grandi alberi di pino con sentieri
sono in evidenza occhi belli e fieri.
Monna Lisa, dipinto molto arcano
con folta chioma nera e viso tondo
sorriso che confonde tutto il mondo.
Per secoli mistero nel suo
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Di quel domani il terrore,
sguscia la parola il tenero canto,
la vita oltre quelle ombre
sulle ali della speranza che preme
tra le pieghe d’un tempo sfuggito
tra i ricordi affioranti e stanchi.
Ombre si allineano
su scuciti abiti pregni di
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Dimmi cosa sogni
il buio che si chiude
la stessa mia ombra nera
che vaga fra i ricordi.
Dimmi cosa temi
quell’ultima carezza
il respiro delle notti
che piangono rovina
e sangue dei tuoi occhi.
Dimmi cosa cerchi
è forse la speranza
o il
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Una cascata di capelli intrecciati
uno sguardo ammaliante, senza segreti
biancore a sprigionare tra le pareti
una collana al collo avviluppata.
Mani all’essere protese... il dono
di rosso corallo invase
a circuire indomito amore
all’ascolto di
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Mantello senza ali
curve e avvallamenti nascosti
sotto una grossa cortina,
che nasconde anche il corpo di una bambina.
Sotto il burqa c’è una donna!
Privata della sua libertà, dei suoi diritti,
imprigionata nel suo drappo scuro,
usata come
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La pioggia
nei tuoi occhi
sapeva di terra
bruciata dal sole
e verso sera
quando temevi
che il buio
ci avrebbe portato
via da tutte
le cose del mondo
allora, si
piangevi stelle.
Piccole lacrime
di luce
rubata alle
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Non è ancora ora
di uscire
per cogliere ombre
da questa notte
e mi chiamerai solo
quando avrai
bisogno di qualche
carezza rubata.
Poi sarà tardi
per dire parole
d’amore disegnato
male sui bordi
di una luna fragile
mentre già
sorgono le
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Lei mi direbbe
dei miei occhi
e che ho resistito
troppo a lungo
nella polvere
dei giorni inutili
a cantare sogni
nelle strade vane.
Lei mi bacerebbe
e mi farebbe
sentire il respiro
delle notti oscure
con un solo
sguardo da amare
o da
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Non sei il Dio degli inferi
bestiolina dal pelo setoso e morbido,
nero come la notte senza stelle.
Il tuo padrone, inizialmente
amante di docili animali,
un giorno ti ha portato nella sua casa.
Insieme alla sua sposa
tu, con le tue fusa, li rendevi
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Potresti chiudere
le finestre per impedire
al vento di sfiorarti
e tutti ti vedrebbero
soffocare lentamente
di troppo amore
fra queste mura tristi
di nostalgia velata.
Potresti parlare
delle stelle ormai spente
e sperare che le
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Resterò appeso alle ciglia
come il dolore
che non passa per anni
e si riflette nello sguardo
chiaro delle iridi
sfumate di cielo e distacco
quasi il tempo
abbia pregato il perdono.
Sognerò scivolando sul nero
dei tuoi capelli
a metà fra
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È semplice
ti potevo accarezzare
ma non l’ho fatto
perché avevo paura
del tuo sguardo
fatto per graffiare
le nubi del cielo
quando il sole trema.
E non è al tramonto
che temevo
le nuove notti
appena dopo il vento
che la sera
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2244 poesie pubblicate nel giorno . In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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