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        | Dite! ma voi che troppe volte avete sfiorato con rare virtù
 le pallide ombre di vita,
 semmai foste grati un dì, aver perpetrato il bene vostro
 e nell’altrui illusione ne aveste tratto giovamenti,
 per qual ragione elargite il nulla? Vi sono gioie che condivise,
 valgono vite spese e grandi imprese.
 Vi sono assenze, che fanno del sorriso un amaro risveglio
 e altre volte un canto.
 Orbene, vi sono genti,
 badate bene,
 che hanno sangue, cuore e vita come vi sono menti,
 a vostro dire non eccelse,
 che valgono, non un giorno o un mese,
 ma un’alba infinita
 e hanno costante amore, ma non chiedono "allori",
 genti belle, bianchi fiori.
 Sanno amare, sanno fare,
 sanno del voler dire "ti aspetto non andare"
 e la beltà è rinnovata virtù che infrange il dolere del tempo,
 ma quanto valore!
 Quanto e tanto è pari a orgoglio l’averti accanto,
 il vanto che c’é, solo te che sei rinata sopra a un foglio,
 alle parole mie strane, che senti non esser vane,
 allora crei meraviglia e foglie, sei migliore, bella sei,
 ciò che vorresti e non puoi, sei diversamente orgoglio,
 donna vitale, ciò che in codesto mondo, di più vale
 molto più di una carezza, imperituro amor di una certezza.
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    |  |  Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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