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♦ Pierfrancesco Roberti | |
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Maggio 2025 |
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Davide Veroli
Le 17 poesie di Davide Veroli
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Ho scavato a mani nude
una buca in riva al mare,
ho frugato tra i trifogli
carezzandoli uno ad uno.
Ho scrutato a lungo
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Datemi un'ascia
e una quercia da spezzare.
Datemi un martello
e una parete da sfondare.
Datemi un urlo
e una folla da
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Strappo dalle pareti,
cartoline di paesi lontani.
Ripongo in una scatola
frasi d'amore, foto di amici,
ricordi di
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Luridi porci banchettano,
bavosi ingurgitano
i morti smembrati,
sgozzati nei loro giacigli,
trascinati nei propri
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Voglio correre con te a piedi nudi
in riva al mare,
voglio fare capriole senza fine
su un verde prato,
voglio cercarti in
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Sono solo
in una piana sconfinata.
Raffiche gelide sferzano il mio volto,
sollevano nubi di cenere
partorite da ardente
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Lacci taglienti
avvinghiano le mie braccia,
catene possenti stringono le caviglie,
artigli affilati si aggrappano alla
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Dagli abissi del cuore,
immerso in un asfissiante silenzio,
nel mezzo della notte
si levano grida scomposte.
Come
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Entra dalla bocca
l'astronave colorata.
Scendono le truppe
nella cavità dello stomaco.
Infinitesima moltitudine
scorre
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Scappare da una giornata di scuola
Per mano della nonna liberatrice
Come merlo che sfugge dalla gabbia.
Perdersi in un
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Davide Veroli.
Come bambola di ceramica,
dalle vesti lacere di dolore,
giacevo tra le immondezze.
Quando gli occhi ancora
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Dal cortile foglie già morte,
schiaffeggiate da folate di vento,
si alzano
formano vortici.
Nel cielo nubi
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Lacrime nere pendono
da rami stanchi e ricurvi.
Sono di gioia?
Come madre che attende la levatrice
per sgravarsi dal
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Avanza l'ombra della mano
portatrice di morte.
Fuggono innanzi ad essa come impazziti:
si urtano, si calpestano,
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Raccontatemi del mondo lontano,
dove i tini ricolmi di acqua
si sgranchivano dopo il riposo.
Nei cortili scorrevano
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Nell'arsura di un pomeriggio estivo
il canto delle cicale, a poco a poco,
è sopraffatto.
Gli scoppiettii sempre più
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Fuoco imprigionato spinge alle pareti
dell'anima mia annerita.
Crepe profonde squarciano la mia pelle.
Lame ardenti escono
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