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Karapet
Le 116 poesie di Karapet
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Piccole ormai
le fauci del crisantemo
sbadigliano inutili
a figurarsi un cosmo.
Salutane l’emblema,
estremo
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La stoffa del buio
si fa piega nella mano,
tu elencane l’estro
fin che fa giorno.
E sporgiti sempre sul sole
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Non lasciare che il cupo
tuono scivoli in trincea
allo sperpero del lampo.
Micragnosa alessandrite,
il fico immane ti
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Il giorno in cui tutto si dissolverà
sconosciuto sarà il viandante,
col foulard sfuggito al collo
mentre il riflesso di
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Lascia che si faccia
la marimba della pioggia
su fico, mirto e rosmarino
che di vento sfidano
la spiaggia.
Ogni tanto
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Qui è una campagna d’acqua
raro sole stinge oro
sui polsini.
Cappotti azzurri
di nubi gravi e di respiri
hanno occhi
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E che sarà mai il ricordo?
Una lettera
portata da un’aquila.
Giada d’acqua
che riaffiora alle unghie
come sogno
del
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Chiedono amnèstia le ultime mie alghe
dolorose del dolo ad altri reso
seppur fu duro il sonno acceso
sorpreso in un viuzzo
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Come instancabile stanare
in foreste fitte di mangrovie
o in frasche dense metafisiche
il senso arreso
l’occhio
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Nelle tasche ingombre di ginestre,
nella piega- cantilena di un cappotto,
dentro al ventaglio antico d’una veglia,
si
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Io cane, io cavallo,
io mezzadro
del cuore sottile
mi credo l’ardire,
mi pento, di cento
indomiti al fianco,
mi
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È accaduto,
il canto del fico e del vento
ho perduto.
Mentre fu l’alito del mare
a scolpirci parole nella bocca
come
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Sanguinò via da me l’inverno,
fu lieve al mare sicuro
dissolvere il flauto
dell’estate antica.
Ma mai fui pietra
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Cum disciplina
et noiosamente restare
dentro il limite,
nell’orizzonte avanti
della storia
gestendo patti piccoli
di
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Si sfila quest’amore
brutto d’ultime nebbie
e tarde viltà
(mentre, un tempo,
soffiò vita nella schiera
irriducibile
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Delle mille parole che ti ho scritto
vorrei baciare ognuna che hai letto.
E spronare a dolcissima battaglia tutte le
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Karapet.
Tu che sfili via
l’ovvietà dalle cose,
che contieni la forma della donna
come del nuotatore il mare
alberga
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Non fa nessuna differenza
in fondo
che i tuoi occhi brillino
offuscati,
che il ricordo di soli potenti
si sciolga nel
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Ma in fondo non sarà
la strofa mia cantante
ad aprire nuovi varchi
a renderti domani
com’eri ieri,
scintillante.
Non
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Una volta
ho amato.
Distesa sul tappeto
la coperta un drappo bianco
da regina
sfolgorasti gli occhi
come fossero
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Non Delfi
ma l’antro Coricio
per me fosti,
più
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Ci curiamo con le labbra,
con le mani
(lievi o forti),
con occhi arresi
sbigottiti
dal loro stesso spalancarsi
nel
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Appari e scompari,
al passo deciso
seriale ed irriso
segue comunque
il medesimo fiore
reciso.
E forse ti par vezzo
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Si rompono le nuvole
e scroscia finalmente
il sangue scuro del mio cuore.
Senza risparmio
in mille rivoli
presta
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In fondo, ho rose
e sangue da donarti.
E pensieri
altrimenti colorati.
Ho le mie mani
come valigie
d’inconcludibili
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Esiti il tuo passo
come fuoco che s’arrischia
accucciato nella cenere.
Un foulard oltremare di silenzi
indossi come
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Ci salverebbe il bacio
la storia raccontata dagli occhi
un sorriso denso che seppellisse il pianto
il graffio sulla
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Ho rotto le tue finestre
incendiato i dubbi
corso per tutte le stanze
plasmato nubi di certezze
quando è stato mio
il
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Chiave rotta, mio tesoro,
respiro, corsa nostra
ed il fico secolare
che l’impetrò
dove il vento
dirupa il
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Ma più in basso
più in fondo
l’attesa è un vapore
c’è fame di senso
di baci, di pelle.
Coordinate perdute
confuse le
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116 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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