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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
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♦ Pierfrancesco Roberti | |
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Uomini
Le 3525 poesie pubblicate sull'argomento 'Uomini' Poesie sugli uomini |
Me li ricordo seppure sian passati circa
settantanni quei giovani di quel tempo
eran Giacosa Marc’Aurelio Pietro Crespi
quelle vie di periferia di Milano guidava
uno delle San Carlo patatine il camioncino
il secondo biondiccio il triciclo giallo
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Allentare la morsa che ogni dì s’imbatte senza rispetto
diventa un’occasione onde approfittare di attimi
che altrimenti oggi non potrebbero sopravvivere
eclissati un tempo ritornano a battere i piedi
affinché nel loro respirare trovino un posto
ove
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Camminavo sul marciapiede,
non ci feci caso e la calpestai.
Due giorni dopo mi capitò di nuovo
d’incontrare quel quadratino
con ub nome inciso
ma squillò il telefonino
e non andai avanti.
Ci volle il terzo incontro
per capire cosa
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Fa di nome
Gedeone,
di cognome
Balanzone,
porta specchio
nel taschino
ed un vecchio
pettinino,
con perfetto
ciuffettino...
ma l’aspetto
da cretino.
Si atteggia
da docente,
sulla reggia
del sapiente,
del tripudio
non fa senza,
non
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Sapevano i miei passi di paure
di giorni incatenati al vaneggiare
tra putride eruzioni e marchiature
compagne nere e bieche del dannare.
Volevano i miei passi cancellare
il vento maledetto della storia
sospinto dal suo male per creare
fenomeni di
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Sempre che gradito ai commensali sia,
a salutar, d’ultimo, ci s’appresta,
con commiato e disgusto, l’intruso.
Nulla v’è ch’il pensar d’altrui, ignori
e fin’anco l’alma s’accheta.
Nei turbamenti d’estate, a lungo anelati,
s’ode, ora, un sapore
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C’eravamo anche noi
a ritagliare gli angoli di sole
seduti sulle ali
dei purpurei aliti di vita
elemosinando aurore
alle pozzanghere colme di cielo.
Fermi alla fonte
vedemmo la maggiorana
maturarci negli occhi
e il fiore
dare pane all’ape
nel
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il nostro amore fini come due estranei
senza nemmeno uno straccio d’abbraccio,
alle 16. 47 di un giorno d’agosto,
più precisamente, venerdì.
Che brutto lasciarsi di venerdì.
Si poteva, per lo meno aspettare,
la domenica sera, fine del
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Ti chiamavano “Pablito”,
il tuo nome? Paolo Rossi,
iniziasti la carriera
coi colori bianco- rossi.
Il tuo fisico non
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Ritorna oggi da vecchio al suo paese
più non conosce i luoghi della giovinezza
e s’affida ai ricordi qui per ricordare
e rivedere che inutil domandare che chi sa
è lontano o dorme da tempo al cimitero
che ne è stato si domanda del mulino di quella
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Cade la neve e il rosso ciocco arde
nel camino e alla finestra il vecchio
guarda e sospira e torna ad un passato
anche allora una bianca coltre copriva
la collina ma non più giochi di ragazzi
quel pupazzo gelato il rosso berrettino
bersaglio di una
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¡Hey pibe! ¿Dónde estás?
Me han dicho que te has ido,
que volaste lejos
quién sabe a cual desierto lejano
a perseguir al viento.
Tú que pateaste el mundo
para hacerlo un lugar más justo.
¡Sabes,
ayer me asusté!
Demasiado pesada tu
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“Ci sono tanti Re,... ma un solo Dio! ”
- rispose Maradona ai giornalisti -
Se c’è un campione, quello sono io! ”.
Ma in
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 | Lungi da riflettori accesi
gioca solitario el Pibe de oro
l’ultima partita
nel verde campo della vita.
Senza rigore alcuno
s’erge l’ultimo pensiero
scostandosi leggero
dal sipario illuminato al tacito silenzio,
lasciando attonita platea
tra
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| Ebbi a prenotar l’ultimo viaggio, e,
Ahi qual travaglio!
In quel luogo di pace,
per pochi, avulso,
per malefatte, s’avea disagio.
Com’anco i trascorsi rapporti,
giammai, idilliaci.
Ch’a dissipar remore,
d’ogni tangibile prova, d’epistola,
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E seguo all’orizzonte la mia stella
dolce compagna serica di ghiaccio
estremo canovaccio
del Cristo con la sua buona novella.
Canzone e pimpinella
con note travolgenti a cui riallaccio
i verbi e le espressioni che rifaccio
col timbro di una
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Statistiche statistiche
sicuramente avranno il loro bel daffare
ma non sempre sono da valutare
guardare dentro l’animo di chi
avvolto in una nube non riesce ad esternare
la cosa migliore
proprio qui da porre un occhio
altrimenti si rischia una
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Offuscata luce
d’un solitario lampione
rischiara una panca
e un uomo di cartone
offuscato sogno
immerso nella
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Vascelli salparono d’ignoto,
ove d’attesi approdi, l’epiloghi.
Ostentate deiezioni, d’autogenesi,
d’avulsa ratio all’atto ultimo, s’ordirono,
distratti da sciabordii diafani.
Sepolcri partorirono rigurgiti,
laddove nulla, d’Egli, s’ebbe.
Mai,
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Sotto un pergolato dove domina
l’uva americana si riposa il vecchio
e in lontananza vede quei campi
di messe bionde colorati che
il sole inonda e più intenso
rende il contrasto con del cielo
l’azzurro e guarda il vecchio
e poi sospira e si sente
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Si guarda allo specchio il vecchio
e si vede e si sente vecchio una
faccia che nello specchio riflette
i suoi dolori dolori degli anni
delle fatiche dei malanni gli occhi
chiude e in quel buio ecco una visione
un giovane viso ma triste
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Invisibili
su barconi groviera,
tornaste alla luce.
Centinaia di boe umane
accese tra le onde,
gridano: "Stiamo morendo".
Nel balbettio delle risposte
morì anche la promessa.
E il mare,
specchio oscuro dell’anima
si tinse di giallo e di
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Ricordare Srebrenica,
scolpiti negli occhi
i bianchi cipressi di marmo
che puntano il cielo
e le radici all’inferno.
Al cimitero di Potocari
la processione di madri e mogli
continua senza pace.
Gridano giustizia
le vite fatte a pezzi
dai
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Un portone un arco quell’androne
tu seduto in attesa nei campi
nell’assolata ora del meriggio
dell’andar il lavoro mattutino
a terminar attenta la guida giran
le ruote del trattore lì quell’angolo
del campo da sfalciare lì quell’altro
da seminare e
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Un cappello, quel lasso d’ombra
mia compagna rimpannucciata non so
dove guardi eppure sento l’alone di un affetto.
Un
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Impasto
terra acqua...
fango
Poi un soffio d’amore ha generato l essere
l’uomo
che più non vede non ascolta
non ama non perdona
Non ha rispetto
paura questo uomo
Non ricorda ...
Senza quel respiro donato
torna un impasto d’acqua
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Ti sei aggrappato ad un alito di vento
Lasciando la pesantezza del tuo corpo
China su un pentagramma
Ad ammansire il suono del silenzio.
Adesso sei danza di note
Sui campanili deserti del cielo,
Il soffio ansante della corrente ascensionale
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Le dieci e dieci, il tempo
dice di antenne volte a voler suo
portatore di maniacali scienze
l’allele dominante detta
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Lungi da me il copioso gravio,
che celata ratio addusse.
Ebbi, ahime, ad intuir l’intrigo,
che s’ordiva, per codardia,
nell’affrontar se stessi.
Ch’ella a divincolar sospetti,
sin l’ultimo, d’ingenuità adorna.
Finché ebbi sentore, ch’il
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Tempi passati tempi di ladri
di galline, un puttaniere
si racconta nel cuor della notte
rincasando sen stava e
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3525 poesie pubblicate sull'argomento Uomini.
In questa pagina dal n° 181 al n° 210.
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