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Trovati 833 commenti di Marina Como
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«Una poesia dove trapela la dolcezza e l'amore per una bimba immolata dalla crudele vita quotidiana. Molto belli i paragoni specialmente nella chiusa. Nel linguaggio delicato, una sola stonatura: quella "flebo" che ricorda troppo un linguaggio tecnico, la vedrei meglio in metafora o perifrasi.» |
Inserito il 21/07/2008 da Marina Como alla poesia "Sull'altare" di Benedetta Cavazza Miciamalvina |
«Nel linguaggio del simbolismo, il titolo offre un indirizzo interpretativo, così come la scelta della categoria introspettiva. Le "ceneri" di quel che si era, che si impossessano delle "vene" ed ogni tanto riemergono come il pensiero "distratto". Proprio in quel distratto, senza che ce ne si accorga, prepotentemente riaffioriamo, e ne prendiamo "coscienza". Il nostro corpo sembra un contenitore (urna) che ha ogni tanto bisogno di sentirsi abbracciato dalle proprie ceneri (ancora di aver coscienza di sè) , per poter andare avanti (un passo dopo l'altro) . Bellissimi i versi "vene in erezione... umili" ad indicare una sana dose di amor proprio.
Stupenda la scelta dei vocaboli e la struttura che suddivide ed esplica dipingendo 'paesaggi d'interno'.» |
Inserito il 20/07/2008 da Marina Como alla poesia "L'amore asociale, l'urna e l'assenza ingiustificata della pace." di Marco Canonico Baca8175 |
«La chiusa rivela il vero stato d'animo: quel "ora". Ora che ci si scopre di amare la vita e volerla godere, forse in fondo è stato il "cancro" a rivelarcelo, inesorabilmente in un nuovo "gioco" su strade non volute. Ed appunto la malattia sembra giocare con noi, e solo dopo averci rivelato il bello, ci "butta via" come cinici bimbi con un giocattolo ormai distrutto.» |
Inserito il 15/07/2008 da Marina Como alla poesia "Cancro" di Gerardo Dadamo |
«Quasi una poesia da interpretare nelle metafore del fuoco. Una carcassa che una volta viveva, ora è solo "cenere", ma l'alba giunge. Il linguaggio essenziale, descrittivo, cela l'animo delll'autore, regalando al lettore una poesia da fare propria. Personalmente la vedrei bene in erotismo, ma altrettanto in introspezione o morte (alba: nuova vita) ... Et voilè... rileggere per credere.» |
Inserito il 14/07/2008 da Marina Como alla poesia "Fiamme e cenere" di Luigi Fedele |
«Due strofe in quartine dal ritmo molto ben fatto, e struttura impeccabile in cui il primo verso si richiama al titolo, il secondo esplica per contraddittorio, e gli ultimi due lasciano la mente all'evocazione. Non sarebbe vivere, se non si segue l'amore e ci si lascia prendere dall'odio o dal rancore che (con un bellissimo paragone) rende il "cuore" come "cenere". Mantenere la calma (dita nervose) , la propria visione pacifica del mondo, sembra essere la parola d'ordine se non per la felicità per una corretta autostima (per la scelta in riflessione, che avrei anche visto bene in introspezione) e proseguio del proprio essere senza lasciarsi scalfire.» |
Inserito il 10/07/2008 da Marina Como alla poesia "Quello che non voglio essere" di Silvia Po |
«Un linguaggio semplice e diretto che rispecchia la vita di un tempo. Ogni verso, anche se posto quasi in forma elencati va, lascia trasparire evocazioni. Una poesia in cui la lettura viene posta tra le righe. L'evocazione di ognuno trova spazio in una grande poesia che nulla tace, se non i ricordi del lettore.» |
Inserito il 10/07/2008 da Marina Como alla poesia "Un tempo" di Valerio Meledandri |
«Come un vecchio "campanile" che, prima di affrontare il silenzio della notte, ha un ultimo sussulto, il "grido" di vita sulla soglia del "silenzio"... pace e naturalezza di immagini ed una punta di apprensione (non per la morte, anzi, ma per l'impossibilità di oserei dire cantare la vita ancora avvicinandovici) . per una poesia da rleggere con cura.» |
Inserito il 09/07/2008 da Marina Como alla poesia "L’ultimo rintocco" di Rasimaco |
«Stupendamente ed amaramente condotta nella struttura, al centro della poesia la chiave del dualismo bene-male. Esso non è di pertinenza di qualcuno, ma insito in ognuno come le facce di una ”medaglia”. Scanzonata e con alte punte di ironia, una denuncia rivolta ai benpensanti. E la convinzione che solo nella sofferenza, anche derivata dal maledetto, si possa eccellere nelle arti (albe incandescenti) . Originale la divisione dei versi che aiuta a leggere sottolineando e suggerendo. Molto ben fatta anche ne suo ritmo che smentisce le rime e le assonanze nascondendole nell'interno, offrendo una musicalità soffusa.» |
Inserito il 06/07/2008 da Marina Como alla poesia "Lucifero" di Michaelsanther S |
«Una originale poesia che dipinge tre quadri surreali. Molto bello l'uso dei vocaboli opportunatamente studiati per evocare. Poesia che rileggendola si lascia interpretare liberamente. Credo che dapprima il poeta sembra innamorato dell'idea della sofferenza (melma) come ispirazione (genialità) . E riparte (alfa) nella vita sino alla fine che non deve mai accadere per scelta (rinuncia) ma essa rimane comunque ed ha un suo profumo. Della vita che scorre non resta che la bellissima immagine di un foulard che mi ricorda tanto la via lattea, dove le stelle sono i momenti artistici che splendono ancora. E... credo di aver fatto il commento più lungo ad una breve! E rimango ancora con la sensazione di poterne dare altrettante, di interpretazioni» |
Inserito il 06/07/2008 da Marina Como alla poesia "La densità dell'esistenza" di Francesco Mariani |
«Se le anime unite avessero la resistenza di ”dune di quarzo” non si avrebbe paura dei ”vuoti” che i ltempo sembra ricamare in un piccolo mondo (clessidra) fatto di ”sconfinati” ricordi. E la ”speranza” di poter riempire i buchi.» |
Inserito il 05/07/2008 da Marina Como alla poesia "Speranza" di Paolo Ursaia |
«Molto ben fatto il linguaggio, oltre che per i suoni aspri, anche per l'uso di articoli indeterminativi, che sfocano la vita nella indeterminatezza, se lei ne viene esclusa. E gli articoli determinativi sono riservati a lei ed al pianto delle nuvole. Disillusione ed amarezza con l'amore ridotto ad una partita di poker. L'importante sembra essere il ragionamento delle mosse, bravo l'autore a dichiararlo ”assurdo”.» |
Inserito il 04/07/2008 da Marina Como alla poesia "La mossa" di Massimo Chiusi |
«Impeccabile coppia di quartine in dodecasillabi ed endecasillabi che magistralmente accellerano il ritmo rispecchiando lo scorrere del vocio confuso della ”folla”. La scelta dell'uso di rime alternate scandisce il corso della storia. Ed i pensieri che ci hanno preceduto sembrano svanire, ma si può ancora godere del loro indistinto eco. Da rileggere e lasciarsi ”cullare” dall'accostamento dei vocaboli.» |
Inserito il 03/07/2008 da Marina Como alla poesia "Pensieri dissolti" di Vincumali |
«Una poesia d'atmosfera di tele dipinte a colori variabili come la vita. Il linguaggio rispecchia il dolore e la rabbia cambiando. Ma soprattutto un ”mal di vivere” che si esplicita in una bellissima chiusa.» |
Inserito il 02/07/2008 da Marina Como alla poesia "Vita silente" di Rosa Leone |
«Una breve poesia dal linguaggio semplice ed efficace come inno alla gioia di vivere. La consapevolezza che non tutti sono fortunati e ne possono godere. La chiusa della poesia offre una riflessione molto riuscita, il tempo sembra volare così come a volte l'allegria: un invito a godersela finché ce n'è. Autrice sensibile con un occhio ai problemi ed uno alla sdrammatizzazione.» |
Inserito il 25/06/2008 da Marina Como alla poesia "La vita" di Roberta96 |
«Il tempo che lenisce ogni dolore come soltanto il ”grembo” materno, che soffonde i rumori e lo stridìo. Lasciando un segno di pace sofferta. Si continuerà a sognare, ma nel nome del ”disincanto” i piedi saranno ben saldi alla terra. Molto ben riuscita l'amarezza delle delusioni, e la speranza.» |
Inserito il 25/06/2008 da Marina Como alla poesia "Disincanto" di Triste |
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«Semplice ed efficace poesia di pochi versi che in una sola scena, offre tutta la metafora della ricerca delle risposte che ci propina la vita. Stupenda l'immagine ”non ho bussole in tasca”. Nelle contraddizioni (acqua-sole) si può nascondere la soluzioe, insospettabilmente.» |
Inserito il 25/06/2008 da Marina Como alla poesia "Quando brucia l'asfalto" di Zima |
«Duro e pungente il linguaggio, come la riflessione. Una poesia da assaporare in ogni vocabolo, o lasciarsi trascianare nel ritmo come una danza tribale. L'invito a spogliarsi dei ruoli imposti da quando nasciamo, per vivere davvero per una volta da uomini veri. Molto ben fatta, coinvolgente e chiara nel messaggio.» |
Inserito il 24/06/2008 da Marina Como alla poesia "Ruoli" di Michele Serri |
«Come da titolo la poesia malinconica che riesce a donare una immagine di donna semplice e sincera, sensuale e delicata, viva e sofferente. Senza mai cadere nello scontato, una poesia come un quadro d'autore. E la solitudine della chiusa non lascia scampo. E quell' -uomo- che richiama e definisce il compagno di una tale donna, con una sola parola è altrettanto descritto.» |
Inserito il 24/06/2008 da Marina Como alla poesia "Malinconia." di Omar |
«Una serie di quartine in ritmo che ricorda i sonetti, per una poetessa che ha imparato ormai tutto quel che c'era su Trilussa. Le sue favole che come sempre danno al lettore una riflessione ed una morale, mi ricordano Esopo, con le acute descrizioni, i paragoni e le metafore. Un senso di suspance nel raccontare, completa una poesia con i baffi!» |
Inserito il 19/06/2008 da Marina Como alla poesia "La tartaruga" di Sabrina Balbinetti |
«Senz'altro una grande dipinto surrealista ed introspettivo. La scelta della categoria introspettiva mi fà rifelttere, riflettere... e... non ne vengo a capo! Poiché sono troppo trincerata nei miei pensieri similari, in un quadro spirituale! La farei mia come un inno all'agnosticismo, e... la chiusa sembra confermarmelo. La accurata scelta dei vocaboli, delle pause e del ritmo serrante che non lascia scampo al lettore, sino alla frecciata finale... stupendamente ben fatta. Un inizio con due versi che potrebbero essere una breve a sè stante ed immettono subito nella poesia un tono quasi di risposta. E la chiusa ben concertata sembra dire: continuate pure a pregare... io sono libero!» |
Inserito il 19/06/2008 da Marina Como alla poesia "In un vicolo del pensiero s'incazza la logica" di Marco Canonico Baca8175 |
«Una domanda che l'autrice pone come chiusa, personalmente trovo che possa essere riferita anche a sè stessi. ”raccolgo la fierezza” in questo caso è come un dirsi... non riuscirei a sentirmi fiera con tutta la sofferenza che c'è intorno. Per sopravvivere alle volte bisogna girare le spalle, per continuare a sentirsi integri. Saper usare il riso (meglio ridere e far finta che siamo insensibili) , anche se amaro, per andare avanti. Se fosse questo il messaggio, ben celato nella satira?» |
Inserito il 16/06/2008 da Marina Como alla poesia "Disappunto" di AnnamariaMilazzo lightdark |
«La poesia che non smentisce l'autore, sempre accorto nella scelta dei vocaboli che descrivono scene teatrali surreali ed introspettive. Una poesia impressionista dalle tinte forti che lascia al lettore le interpretazioni. La lontananza di lei, ma soprattutto da se stessi, giovani ed istintivi, morti ma non ancora sepolti nella speranza di vivere un presente meno artificioso. Uno spaccato dove il sogno è ben riposto nel presente. Stupendi versi nelle diverse chiavi di lettura lei-io istintivo-cielo ”siamo così vicini... ”. Ed il ”cielo” non è che un sottofondo ignorabile.» |
Inserito il 16/06/2008 da Marina Como alla poesia "Uaaaarrrgh!" di Marco Canonico Baca8175 |
«L'impossibilità di seguire fino in fondo i propri pensieri, per poter quasi avere un controllo su di essi. Eppure sembra la soluzione quasi a portata di mano, sembra dirci il poeta: follia sarebbe il voler riporre in ”ordine” ciò che naturalmente (cosa viva) si sposta! Lasciarsi andare alla corrente e lasciarsi trasportare... chissà che prima o poi ci si possa fermare ad ascoltare. ”Non sempre”, ma qualche volta succede!
Stupendi versi iniziali con un sole metaforico, che ritarda la luce.» |
Inserito il 16/06/2008 da Marina Como alla poesia "Scrivere" di Paolo Ursaia |
«Un linguaggio erotico che non per questo non possa rientrare nella categoria amore, anche se l'erotismo, dato dalla scelta dei vocaboli di parti del corpo, è predominante. Molto ben fatte le descrizioni introspettive. Bello il paragone della chiusa con l'immagine della ”cometa” nella ”notte”, soltanto, mi dà orrendamente fastidio, che il termine ”squarcia” pur usatissimo in poesia ad indicare la luce che penetra nelle tenebre, in questo caso viene accostato ad una donna, tra l'altro rimandando al ”ventre” (usatissimo anche in questo caso ma ad indicare un torbido assassinio) oppure ancora ad un animale da macello. Forse sono una donna troppo sensibile, ma ti assicuro che non riesco a sentirmi di aver incontrato la luce!» |
Inserito il 16/06/2008 da Marina Como alla poesia "Aspirazioni che s'incamminano nell'infinito" di Marco Canonico Baca8175 |
«Un linguaggio scagliato come freccette al lettore efficacissimo per i freddi particolari descrittivi di un gelido ambiente artificiale che riduce in ”cocci” e fà sanguinare il cuore. L'incontro con l'amore capovolge in battibaleno il mondo che ritorna naturale, sprofondato in un caldo ”guanciale” godendosi germogli e tutto si fà soffuso, ”etereo” e soffice diviene anche il linguaggio. Favolose scene evocative giocando con i colori dei cristalli.» |
Inserito il 16/06/2008 da Marina Como alla poesia "Albori in formaldeide" di Carolina Villani Bidibambina |
«Magistrali endecasillabi in rime per un tuffo nel passato nuotando nel presente. Ironia e verve con una punta di amarezza e talento descrittivo ne fanno una poesia da leggere scorrevolmente sino alla chiusa.» |
Inserito il 13/06/2008 da Marina Como alla poesia "Senti senti? !? !" di Gian Franco Dandrea |
«Una quiete trasuda dalla poesia e trasmette al lettore il gusto della quiete. Immagini originali ed inizialmente servendo delle contrapposizioni per poi chetarsi, come un ritrovarsi. Un inizio poesia davvero stupendo. Meno riuscite per me sono i versi ”un angelo... tabernacolo” per la loro lunghezza, anche se ben funzionano per differenziare i diversi tempi della poesia, e per il linguaggio.» |
Inserito il 13/06/2008 da Marina Como alla poesia "In chiesa" di Angelosilv |
«Il linguaggio tecnico ben assortito col parlato comune per un affascinante ricerca del ritmo delle assonanze e dello stupore evocativo. Ha lo stesso stupore dell'amore che ci travolge, insinuandosi, e ci paralizza in ”rigor mortis”. E la ragione impallidisce come una musica sgorgata direttamete dall'epicentro del cuore.» |
Inserito il 12/06/2008 da Marina Como alla poesia "L'indesiderato licenziamento d'un foglio" di Marco Canonico Baca8175 |
«Una poesia dove lo sfondo della rabbia è pervaso da malinconica rassegnazione. Molto bella la frase ”guardare dall'alto i fiori” per chi come me subito immagina la collina della Garbatella su per la stradina piena di fiori che sporgono ed il sottostante parco della basilica di S Paolo. Un linguaggio pacato e discorsivo come il presupposto del poeta di placare la rabbia per lasciare che i giorni scorrano sereni malgrado le sfide che la vita propone e ci cambiano il ”sole”.» |
Inserito il 10/06/2008 da Marina Como alla poesia "Garbatella" di Giangy Tao |
«una denuncia ben riuscita nell'ironia del linguaggio dialettale che ben si adegua all'uso purtroppo quotidiano del ricorso all'indebitamento. Una stornellata romana che ben dipinge spaccati di vita.» |
Inserito il 09/06/2008 da Marina Como alla poesia "Me so' messo tanto ar mese" di Sabrina Balbinetti |
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833 commenti trovati. In questa pagina dal n° 713 al n° 684.
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