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Le 3832 poesie in esclusiva dell'argomento "Amicizia"
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Il ricordo di te
odora di gesso...
di stridio voluto
sulla lavagna nera
e la maestra che grida
"A posto Martina!"
L'immagine è nitida.
Ti ho ancora negli occhi
mentre ti siedi al mio fianco
nel banco di legno
col piano
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per ogni volto un filo d'aquilone
(salgo leggero insieme a voi)
e non basta una parola
a descrivere la nuvola
dove corrono i sorrisi
e son fronde d'alberi
gli abbracci
fresco vento dell'anima
il ricordo
e non basta una parola
a dipingere
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Midesa |
25/09/2011 14:54 | 4790 |
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Quanti lustri son passati
a illuminar come comete
l’allegria di quei giorni
di noi freschi adolescenti.
Quanti ricordi tra quei banchi;
urla, risate, scherzi e interrogazioni
che gelavano mattine raggianti
ma ci facevan crescere dentro.
Quanti
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 | Non riesce a cancellare
la mia mente,
quel giorno sconsolato di settembre.
Non fu giocondo e lieto,
come sempre;
speranze e attese
di un nuov'anno a scuola:
mancavano, all'appello,
due compagni.
Triste silenzio
nell'enorme stanza,
tavoli
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| Oggi il sole
la scuola - oggi non è
così, ricordo
invano un frammento
il gusto del pane fragrante
invece niente, niente
- una bimba, poi ragazza, poi sola
solitudine fatta di folla
l'amico fidato, penna e libri
l'amore
con
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Erano giorni di voce piena
di età sospesa a raccontarci
"Metempsicosi- il don presente
ad interrogare l'ora - dimmi
nel considerarla vera, qualora
quale forma assumeresti?"
E tu, in debito d'affetto
cogliendo l'assurdo del
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Lia |
25/09/2011 12:24 | 3585|  |
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 | Quel giorno a scuola, lo ricordo ancora,
ora di fisica e tutto era precario,
una materia che facea paura,
e il professore chiedeva un volontario.
La bestia nera dell'interrogazione?
Un r meno (r-) in formula complessa,
nessun di noi ne conosceva
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Mauro |
25/09/2011 08:39 | 2127|  |
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 | Ci portò tuo padre quel giorno.
Il mio, come sempre
iniziò il lavoro presto,
mentre la mamma
...era malata.
Ma noi eravamo felici,
la cartella dalla sera era già preparata.
Mi ricordo quei momenti,
tu ed io, mano nella
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| Oggi ragazzi...
compito in classe
tema...
l'amicizia
svolgimento...
il migliore amico
che abbiamo in classe
è un ragazzo down
sorride sempre
molto intelligente
grande compagno di banco
tutte le volte che non capiamo
quel che si
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| e proferì
il mio nome
dannazione!
Il Parlamento
sollevato dai due pugni il mento
lividi gli occhi tanto eran stretti
alzai la mano
Professò non posso
io me la faccio addosso
Oh! vil marrana
abbassa quella mano
provaci
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Una luna di cartone
colorata da un bambino,
venne amata come vera
da un poeta solitario
che l'appese nel suo cielo
trasformandola in un sogno.
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Non so
dimenticare quel mattino,
ansioso
come un militare che si arruola,
ho accompagnato
fiero il mio bambino
al suo primo contatto
con la scuola.
Tanti bimbi
accanto ai genitori
nel grembiule inamidato
bianco o blu
pronti a recitar
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Schizzi di vita
tra pagine ingiallite d'un vecchio diario
e macchioline d'inchiostro sparse
ormai logore dal tempo
Brevi respiri d'anima traboccano
in versi scompigliati d'ingenui sorrisi
sempre pronti a dar coraggio
o tacer
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la stagione dell'innocenza
si ripresenta nella memoria
fresca come allora
sola, in disparte
nell'abito antico
ostentato come un'uniforme,
con il rossore di una rosa gradita
come tutti i bambini
a dispetto di tutto,
affrontavo l'eccitante
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Il cortile affollato
di un primo d'ottobre
sono passati tanti anni
e una maestra che chiama.
Si formano i gruppi di classe
fra vocii silenziati
di bimbe e bimbi ordinati
pronti a iniziare la scuola.
Prima elementare ricordo
il magone
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Piangevi
quel giorno
a scuola
per cattive parole
pronunciate
dai tuoi
offensivi compagni
e io ti difesi
e consolai
le tue amare lacrime
e fino a casa
ti accompagnai
per dimostrarti
sincera e leale amicizia
e da quel giorno
diventai
la
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 | Nasceva all'aurora
la paura d'esplorare il mondo
nell'evanescenza della notte
che proteggeva i miei sogni
Sotto occhi curiosi come fari sull'oceano
tra i banchi la mia effigie celavo
e con sguardo chino
facevo del silenzio il mio miglior
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Lacrime poggiate
su un tappeto di verdi ricordi
scivolano verso lontano orizzonte
dove, in mezzo a vigorose risate e allegri giochi,
ingenui pensieri
si perdono lungo i binari di un'antica rotaia
che sbriciolando il duro sasso della
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 | Il sottile cipiglio di questo mio presente
è nel passato che ricerca
momenti scolpiti in emozioni grandi
che giocando a nascondino con la memoria
sfiorano attimi che questi anni
non molto tempo fa
avevano soltanto messo a riposare
e
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E sotto il banco le mani
a cercarsi.
Il tocco leggero
in punta di dita
la stretta
decisa:
ti tengo!
Ti mollo
ma chiusa nel pugno
rimane
di quella confusa equazione
in piccole cifre precise
la risoluzione.
E' fatta!
...
E pensare che china
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t'avrei disintegrata con lo sguardo ...
un gesso, una lavagna
un gesto ...
amici di vecchia data
gli ormoni in ritirata ...
t'avrei ridisegnata
incolpandoti ...
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 | Nell'astuccio
il cancellino dei miei sogni
Sulla lavagna
il sogno del mio tempo
E tu vicina di banco
a chiedere bambole
ad un'amicizia che nel tempo
si dimostrò sovrana
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Quel giorno
a scuola
ultima fila
a sinistra
davanti alla finestra
fuori il sole
pioveva dentro
troppo grande il dolore
nascosto agli occhi
troppo difficile comprendere
come leggesti nel mio cuor
Quel giorno a scuola
due minuti a
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Quel giorno a scuola
eravamo in trentatré
tu in prima fila
io dietro di te
Profumavi di fresia
come grano i tuoi capelli
davo calci alla tua sedia
e ti disegnavo coi pastelli
Niente chiasso per favore
dalla cattedra sovrana
ingiungeva
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Sedevi al primo banco
con un viso d'angelo
in quella scuola di ricordi
tra foglie e profumi
inebrianti d'autunno.
Quella lunga chioma rossa
profumata e riccioluta
celava la tua timidezza
a sguardi e sorrisi
ma il tuo rossore
sfuggire non
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Per te
ho vissuto il tempo del mio ieri
e pianto il tempo del domani
quando di gioventù
bagnavo l'attimo di vita
nella felicità di sguardi
ingenui e veri
per te
ho ancora sogni nel cassetto
a raccontare fiabe
degli attimi
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Con un aspetto di precoce vecchio,
protetto dall'ovatta nell'orecchio,
nel banco della scuola elementare
rincantucciato, pronto ad evitare
il vento di parole che il maestro
ci rivolgeva, o un compagno destro,
amico, ti ricordo come avvolto
da
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In un freddo pomeriggio di novembre
nella classe della scuola per orfani
il bambino non capì subito
perché il bidello
che considerava suo amico
volle portarlo in palestra.
Il terrore lo assalì
quando si chiuse la
porta
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 | Nel lento progredir del tempo
le parole mi son spesso di conforto
quando solinga mi ritrovo
a sfogliare l'album dei ricordi
Ma in questa notte buia
dove anche la luna spegne il sorriso
è la malinconia a vestir i miei occhi sgranati
a
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| Tra i resti dell'inverno
alla mia finestra spuntava un fiore
Profumava di viole e mi gelò la fronte
Erano papaveri senza stagione
nel vento di una primavera
e nacque nuova l'illusione
come a tacere quel che faceva male
Farfalla
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Continuo a fare posto
all'avente diritto di turno,
nel tuo piccolo cuore.
Il mio
rigorosamente in
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3832 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 2131 al n° 2160.
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