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Le 4102 poesie in esclusiva dell'argomento "Famiglia"
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Profumava ancora d’estate,
l’aria,
che dalla finestra aperta entrava
e rinfrescava le guance riarse
scompigliando un po’
di quello che restava
dei tuoi capelli rossi,
un praterello irsuto e ispido.
Risuonavano i rintocchi delle ore
uguali alle
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Domani, sarai tu domani,
giorno qualunque in sospir di vita
e nascesti a mia insaputa.
Giorno a passar e svanir
impervio, stanco ed idealistico
in sognanti riflessioni ad elevar pensiero
come fumo in cielo.
Domani sarai un altro domani,
con altri
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Or vecchio oggi come in un sogno
ritorno ancor bambino e rivedo
quel negozio una macelleria di Milano
e lì di mezza età un bel signore
camice bianco su quel bancone ritto
sorridente di mio padre la figura
lì davanti due bilance la rossa
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Stanotte ho appeso la calza
sotto la cappa di cucina
e sono filato a letto,
come facevo da bambino.
Confidando nel buon cuore
della vecchia signora, la Befana,
che a cavallo della sua scopa a batteria
vola senza inquinare sui tetti,
per far
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Mica sol a Te (Voi)
miracolo divino,
ma per l’umanità
nascita bambino.
Dolce l’hai atteso
cucciolotto vita
fragranza paradiso
felicità infinita!
Sogno divenuto luce
frutto d’Amore
angelico adduce
scevro senza fine.
Sarà alquanto diverso
- or
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 | Intrappolata in terra di nessuno,
con sentimenti aggrappati
a un orizzonte lontano,
passo le ore
immaginando
le strade che cammini.
.
E rimodellando il panorama,
dipingo farfalle
che mi fanno volare verso di
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Schizzi di volti ancestrali
pulsano nei ricordi
e fiocano nel cuore.
Tacchi di vita,
agganciano tesori,
alle falde del tempo.
Gocce di sale,
rannicchiate ormai,
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Puntuale a questo appuntamento
come ogni anno al tramontare
dell’estate e all’alba della
stagione autunnale torna
a sorridermi questo fiore
amico il tuberoso elianto
e alla mente alla memoria
riportare vecchi ricordi
del passato care figure
un
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Ogni parola rimasta a lungo nel cuore
perde parte del suo significato
ogni gesto rimasto inespresso perde di valore
ogni carezza negata rimarrà a lungo nelle tue mani
ogni sguardo nascosto agli occhi dell’altro
non troverà mai l’infinito
ogni
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Notte di tenebre
più lunga dell’anno
ventuno dicembre
solstizio d’inverno!
Quivi son nato
benedetto da Dio
pur se l’oblio
visto anch’io.
Donna m’ha amato
primo istante
come scordar
sorriso eternante?
Uomo m’ha guidato
finché volato via
ove
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 | Scende repentina la sera,
ti scrivo da questa mia
solitudine buia e mesta,
che sconsola il gemito
del vento di tempesta.
E’ quasi Natale
perché non torni mamma
stanotte che il vento
corrode le cime, si lamenta,
nelle gole dei monti?
Si
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| Pronto: “buonasera, sono il figlio di Mara
ho trovato una chiamata sul telefonino.
- “buonasera, sono Renata,
la mamma per ora sta bene
ma è risultata positiva al Covid
all’ultimo tampone molecolare”.
Non scorderò più, questa chiamata
e
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“Al cuor non si domanda”
diceva la Celeste al suo Peppino
e quello di rimando
versava nel bicchiere del vin santo
e lei tutta beata
felice del suo essere servita
a letto se ne andava imbandierata.
Mia madre fu da guida
a quattro pargoletti a
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Un pomeriggio nel sonno
ti colse colei che al sonno
eterno porta quel giugno
lontan del novantacinque
oggi aspetto il fiorir dolce
del tuberoso elianto a te
sì caro padre mio tornan
i ricordi lì a fumar nell’orto
quell’unica sola
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C’è ancora quella luce
piccola e lieve
tra i vicoli di un passato
mai dimenticato.
Domande sospese sui fili
tra panni stesi
ad asciugare al vento.
Preghiere sussurrate
tra le mani giunte,
riportano ricordi e lacrime.
E di solitudine si veste
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Vecchia fotografia in bianco nero
del passato sul retro aveva una data
stampigliata nell’album dei ricordi
invano l’ho cercata: era San Carlo
o forse San Silvestro e quale quell’anno
del cinquanta? Ma di quella foto
io ho un ricordo vivo: Milano
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Chino il capo
per guardarmi dentro
per affidare al silenzio
le mie piccole parole
farlo brillare
con i miei desideri bambini.
C’è stato un tempo
che a mani giunte
ogni nodo si scioglieva
e sui fioretti piegati
seminavo speranza.
Quelle sere
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Lassù il lacrimar delle Perseidi cerco
Possa la Luna la sua lanterna spenta
Nel buio alla vista offrir la vision bella
Di queste scie lucenti luminose stelle
Cadenti pronte a sentir il desiderio mio
Rivedere in Cielo il volto della amata
Mia
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Sei qui, racchiusa in una foto,
lo sguardo di sempre, addolcito dal sorriso di una volta.
L’inganno del tempo ci ha divisi,
allontanando noi da chi eravamo,
tra la frivolezza del dire e il serio e tenace puntello di un’idea.
Fermo l’intento di
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Chi entra nel giardino
delle persone che dormono
sulla collina, a fianco la pieve
di San Giusto, viene rapito
dal profumo dolce e delicato
delle peonie.
Una di loro, la più bella,
è nata all’ombra della tua pietra.
E’ cresciuta, si è
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Vorrei donarti un pettine
piccolo e leggero
perché tu possa portarlo con te,
sempre
che possa domare i tuoi capelli
dopo una nottata di sonno ristoratore,
perché possa pettinarti alla fine di una lunga giornata stancante,
quando i pensieri
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Dorme la nonna da più di cinquantanni
il sonno dei morti eterno in un cimitero
di campagna ma stanotte l’ho rivista
in sogno come un tempo già vecchia che
seppur dai dolor segnata, due figli
già perduti. ai nipoti, io e i miei cugini,
sempre
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La notte sorge. Non cade più.
Noi, l’uno all’altro affiancati
nell’immenso silenzio di quelli che vanno insieme.
Giorno e notte. Notte e giorno.
Da Via Del Corso
siamo lontani dal rumore del mondo.
Il cielo, tutto per noi, ha l’eternità di
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Mi parli di illusioni,
le belle illusioni raggianti che si offrono al desiderio vetusto.
Vorrei tingere di verde il manto austero delle tue pupille,
al rigore degli anni porgere rinnovati fiori di vita.
Incontro ostilità negli occhi di chi non
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Libero,
senza più lacci
il tuo spirito volò
da me.
Il tempo di una vita
all’abbraccio ritrovato
parve la
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Passeggio con te.
La mano stringe la tua
piccola, ma calda.
Incredulo al tuo vociare impreciso,
ma già coordinato,
comprensibile al mio cuore
e prendo a fantasticare sul tuo futuro,
ora un po’ mio.
Ascolti il mio dire.
Il mio farmi piccolo
nel
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Oggi è sbocciato il dodicesimo fiore,
sarebbe bellissimo respirare il suo profumo.
Cosi ho chiuso gli occhi e ti ho sognata.
Se fossi un musicista mondiale,
ti scriverei lo spartito di un concerto per archi.
Se fossi un gran pittore,
ti
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 | Se tu fossi ancora qui figlio mio,
ti terrei sotto le mie ali
per proteggerti ancora
e condividerei i tuoi pensieri
e gli arditi progetti
col caldo amore di una madre.
Ascolterei ancora i tuoi racconti
di amori iniziati e poi scordati,
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| Tornammo puri e belli,
come allora.
La vita col suo vomere d’acciaio
aveva segnato un solco.
Dolore e distacco,
pietre rotolanti
consumarono il tempo.
il calore dell’amore
sciolse il ghiaccio,
sopravvisse alla morte.
All’abbraccio
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Fu così che inebriai l’olfatto.
Pensandoti.
Profumavi di vigna. Di foglie di fico.
Genuflesso carezzavi filari di viti.
Favorivi travagli sverginati da trecce di Dio Sole.
Insieme assistevamo al parto.
Mietevamo frutti d’oro e rubino.
Infiammava
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L’indifferenza d’un grigio mattino e
l’incavo d’un muro scrostato,
il giogo d’un fato perverso.
Le mani che t’hanno posato
tra poveri stracci nell’ angolo buio
forse han sfiorato quel viso bambino,
poi l’addio, baciandoti piano.
Seccherà quel
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4102 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 211 al n° 240.
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