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Addio Maria Giovanna Fronteddu |

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Le 6860 poesie in esclusiva dell'argomento "Fantasia"
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Il Do assesta l'anima
perché il Re poi la diffonda
il Mi è pensieroso
sul Fa che lo comanda
il Sol toglie la
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Era la sera del vino caldo
e l'ostessa passava e cantava
rideva e le ginocchia toccava
e diceva: "Vorrei ma non posso."
Sul fuoco rosso bolliva il vino,
si aprivano e chiudevano bocche
bollenti come quelle della donna e poi
i
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Quando esco
sul vialetto
al mattino
dal ramo più alto
la gazza
mi osserva
e con lo sguardo
mi segue
da lassù
fino alla curva
dove scompaio
tra la gente
Non teme il tempo
nè i suoi malanni
non ha fame
e mai si
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hy ju |
31/12/2016 15:31| 886 |
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Piange sconsiderata la rattristita mascherina
da piccolo Pierrot...
Qualche altra maschera da teatro francese,
gli ha macchiato il suo niveo, amplio abitino
bianco e dai bottoncini neri.
Così,la sua compagna di recitazione
e di giuochi...
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Dieci anni fa abitavo in centro
in un condominio con dieci palazzi
cento appartamenti e duecento bagni
tutto recintato e perfettamente costruito;
ero orgoglioso d’essere il proprietario!
Ma dopo un po' di tempo decisi di cambiare
non era quella
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 | Chiedeva il cigno al figlio
che cosa mai volesse
per dono di natale
e a tutto becco il piccolo
rispose un bel viaggetto
fino al canneto fitto
dell'isoletta a fronte
di neve luccicante
che voleva assaggiare
a premio dell'impegno
di un lungo
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C’è un mistero in questi versi
dai sapori verginali
cuori e cieli ormai dispersi
sopra fogli di giornali
e mistero è questo canto
che si alza in tutta fretta
senza accorgersi del vanto
di una pagina imperfetta
con l’accento e con l’ardore
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Pavimenti spaccati
travi divelte
un ferro ad uncino ad angolo retto.
Piani che salgono
piani che scendono
tutto è il fabbricato
il resto è il vuoto del nulla.
Scivolano gli uomini
lungo scale ormai senza gradini
mentre lampadari
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 | Il papa era Clemente
se settimo non so
e non piegò Giordano
che Roma condannò
e quando Bellarmino
si avvide che Filippo
tenace rimaneva
al rogo lo affidò
perché il Brunolano
diceva a destra e a manca
che i mondi sono tanti
in questa
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 | Per incanto alato di versi
andrei alla luna in vacanza
un po' dalla terra staccandomi
a passi leggeri di danza.
Imparerei sfrenati selenitici balli
dalla paziente lunatica bella
maestra di arcani linguaggi
sorridente a darmene
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 | Tradisce un’emozione la gola secca
mentre la malinconia azzanna questo ambrato tramonto
ho chiesto permesso alla porta dei ricordi per stringere nuovamente la tua mano
e d’improvviso ho ritrovato la tua forza
avvolta tutta intorno a quella stretta
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| Il mio vicino mi guarda e sorride
le nostre fiancate si sfiorano,
dallo specchietto gli controllo il tempo:
ci superiamo a fasi alterne:
avrà anche lui fretta di tornare a casa
giocare coi bambini poi
vedere la partita tirando qualche
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| Oh! Lupo grigio delle foreste,
solitario cacciatore della notte,
il passo felpato lascia impronte,
sul bianco delle cime innevate.
Là dove la luna sul vetro del lago gelato,
pattina, pian piano via,
annusi l'aria che porta
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| L’onda di lucido smeraldo traspare
s’increspa di furia, frantumata la cima.
Facile è emergere in salita,
deciso è il gesto in bilico.
Difficile domare liscia la tavola,
soli ma insieme piedi nudi
e dure gambe.
Torno torno
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Canta a nenia la chitarra
nelle notti dell’Avvento
lassù in alto tra le stelle
a portare il lieto evento
col Bambino iridescente
nella grotta al freddo e al gelo
a pregare per la gente
come narra il suo vangelo.
Suona ancora e non si
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Dal terrazzo le volte nuvolose, dall'ombra curva il tempo incline alla buon'ora: felice l'erba
e il rondone e il meriggio sognato per millenni.
Ti mantengo negli occhi, terra madre e sorella
e molecola d'oro e verbo e sementa:
io e te invasi
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Ombreggiante crepuscolo
stende argentei rami
nelle movenze della sera.
Cala un sipario di stelle
riflesse sul mare,
nell'adagio uniforme
del silenzio che culla onde salmastre.
Fior di luna
emana il profumo della notte diamantina,
tra lucciole
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Giocavo con l'ombra
lungo i prati sul colle,
con la spada in mano
la ferivo, ma lei saliva
mia madre da lontano
mi guardava e rideva,
cantava una canzone
che vorrei ricordare.
Le allodole, chissà
se mi prendevano in giro
nei loro
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 | Non si annuncia, ma rimane
.
In silenzio di acanto e miele
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Fra lunette ventose e roseto celeste
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Con una spada, lo sguardo, un
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 | Quanta è bella giovinezza
se coltiva la bugia
come fosse il giorno santo
della notte andata via
tra promesse e false imprese
srotolate sulla piazza
con il marcio della mente
ben nascosto nella tazza.
Chi vuol esser lieto sia
oggi
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| Ogni volta daccapo cominciare
con la stessa luna, gli attori di sempre: essere in grado di infilarsi
con tutto il corpo in un inizio e poi discendere
per ogni traccia un dove
per ogni viso un rancore da scansare.
Era così carino
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| Questo autunno bislacco controlla il mio umore,
eppure i fiori in giardino non conoscono stasi
una rosa sboccia felice ed un'altra muore.
Il vento raccoglie i petali sparsi
creando una guida da sposa.
Vien voglia di scendere giù per le
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Bianco il tema e la paura
quando è nera non si cura
non si attarda al divenire
con la vita da appiattire
tra le mani del passato
ben condito e programmato
dai problemi del futuro
spiaccicato in faccia a un muro.
Nero il mondo mio
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Immagina un treno
di plastica verde,
corrente a saetta
sotto un cielo di miele,
fiori di carta coperti di brina
respiran comunque
anche se finti...
la ragazza ha degli occhi
che sembran diamanti,
svolazzano sguardi
su un mare di teste...
Alla
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Mavec |
04/12/2016 19:21| 735 |
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Dietro la porta socchiusa sui suoi passi
l’uomo lasciò respiro al tempo e agli occhi;
nelle fioche profondità del suo cuore malato
risuonò come un canto nella notte
una preghiera di silenzio e pace,
parole come fiori recisi,
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Posso cogliere in silenzio il coraggio da te amato
se racconto ai quattro venti brevemente che ho imparato
ma rappando il mio vissuto non ho molto da insegnare
perché il tempo a me concesso non è legna da ammassare.
Posso allora
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Sottovento o sottotraccia
se compare instabilmente
lui non ha che questa faccia
chiara e onesta sempre al dente.
Non fa finta di remare
tra le valli al fuoco aspira
dentro i gorghi del suo mare
niente ruota e tutto gira.
Sotto il cielo e
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Li ho visti allontanarsi piano piano
per non dare nell'occhio
in un sentiero fuori mano
"Ti devo parlare... ma a quattrocchi
Vieni, facciamo due passi..."
così disse il cervello al cuore...
- Nessuno intorno... solo due
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Si cocolla - en souplesse e malgré moi, viene da dire -
un raduno di perché mi sia, in un recinto
di ciechi vagiti, in fila, con sassi
e una copertina per l'alzarsi d'api.
Ma l'ebbrezza dei semi a promessa, dov'é
mi chiedo,
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Lia |
30/11/2016 20:29 | 1467 |
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 | Strapperò al dolore quei suoi avidi tormenti
i suoi artigli aguzzi e i gridi amari
che gelano i pensieri e tolgono il respiro.
Nel profondo della tua anima entrerò
per allontanare dal tuo petto le paure
come aquiloni voleranno i
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Dipingimi di te
quell'incompreso
andare
e sfiorami d'immagini
di te che sai sognare.
Tracciami dell'ambir
che giammai fu garbo realizzare.
Strozzami di quel bastardo tempo
che mai ha concesso scampo
con l'alitar al collo di tanto corto
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Vivì |
06/01/2012 08:19 | 4094 |
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6860 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 1081 al n° 1110.
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