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♦ Pierfrancesco Roberti | |
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Le 6860 poesie in esclusiva dell'argomento "Fantasia"
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la stanza viola della mente
veste l’anima
del quadro in cui ti perdi
dalla tela vedi crearsi
iridescenze -e il sangue
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C’è chi si spaventa,
c’è chi non ci bada...
non capita a tutti
di perder la strada?
Un tizio una volta,
voltando qua e là,
si perse tre volte
a Volterra città.
Un tale a sua volta
volando su e giù,
si perse sconvolto
nel cielo lassù.
Chissà se
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Le folate del vento si susseguivano gelide
e frustavano i volti, tagliando loro il respiro.
La superficie del mare era scura,
e percorsa da onde schiumanti,
che andavano ad infrangersi agli scogli e al pontile.
Era deserto quell’ampio piazzale che
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lei immersa nelle righe
nere mentre il paesaggio
-alberi case- fuggiva
sbirciavo il titolo
era in inglese - un
mattone a vederlo
distolse altera lo sguardo
lei biondo- platino e sola
conciliava un sonnellino
ora il monotono
sferragliare
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tu nelle braccia di Dio
rapita nel sole
piccola Margot
tu rosa vestita per la vita
quella vita che
non ti fu dato
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 | E fu silenzio.
Non v’era,
che qualche sussurrio,
tenue,
dei rami del bosco.
Tutto
si fermò:
gli usignoli, i cerbiatti, perfino
i pesci, nel fiume,
tacquero,
attoniti.
I bimbi
si presero la mano,
e furono solo
cerchi di luce.
E
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Sogno come una volta
con i girasoli
che danzano col vento
e l’erba è sempre alta
perché piove
da tanto tempo.
Sogno d’essere solo
a scavalcare un muro
e poi un altro,
ma dietro non c’è niente.
Mi sveglio dentro un sogno
e me lo tengo
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Somiglia ad un attore,
ma molto vagamente,
per dirla proprio tutta...
non c’entra proprio niente.
Sarà per un errore,
sarà che è il primo clone,
la faccia è così brutta
da far quasi impressione.
Pulisce il pavimento,
non russa quando è a
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I corvi sulla strada di Triora
attendono ancora
le ombre profonde
quando intorno si fa sera
E nessuno più comprende
i colori del giorno
il vento che chiedeva
una carezza impaurita
Le streghe sulla via del Lago
escono al mattino mentre
il
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Stanno in tondo, con la spada in resta,
ne ammiro tre: Sir Lancillotto, Sir Tristano e Percival,
han corazze, argentei elmi in testa,
speroni d’oro sugli stival;
Sono sempre capitavola ed amici,
mai in fondo all’ultimo posto,
quando hanno l’elsa
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occupi il bianco ai margini
dove apporre note
varianti
restano obliqui segni
come di ferite
su aborti di pensieri
è il vasto mare del
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la coda dell’occhio il gesto
come a voler scacciare una mosca
ed è un fuoristrada
a investirmi alle spalle
entra la luce
il cielo è
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Quella macchia di inchiostro sul foglio
è una rosa. Petali e sepali.
Corolla che si dilata ...
come quando la mano
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Sogno antico
Apre al ristoro
Uno scalpitar di cavalli
un via vai di forestieri
nella fantasia lontana.
Un urlo di cocchiere
che ferma la carrozza
in corsa.
Locanda di sogno
immagine di ieri e oggi
storia che cammina
nell’elisir d’un
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C’è una Luna nel pozzo
lasciata da donna distratta,
l’ha trovata un uomo rozzo
in un giorno di calma piatta.
Solo poche parole in tasca,
una virgola all’angolo dell’occhio,
sulla punta della lingua
un verbo senza senso,
di quelli dimenticati
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Cosa scruti lontano?
L’orizzonte non cela l’infinito
il giorno che nasce
muore ove tu non vedi.
L’infinito è qui
ai tuoi piedi.
Il tuo sorriso
è un’increspatura
che cela l’inganno
a te stessa
eterna silente creatura.
Il tuo cuore di
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Si diceva frutto acerbo ma del marcio aveva dentro
nella mistica paura di mostrarsi e di parere
vecchio e glabro e nascondeva quella faccia giusto al centro
e negava al suo destino d’esser ladro e faccendiere.
Si tacciava per pompiere ma affrontava
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A quali culture ascrivere il pensiero...
al binomio mostro- essere umano
coniugando il rabbioso abbaiare
o la feroce forza leonina
all’enigma d’uno sguardo d’uomo
o forse all’intricato mistero
d’una donna sul corpo d’animale
e ad esser completo,
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 | Quando posso
rido fino all’osso
mostrando il finto volto
del tutto disinvolto
nel salto dentro il fosso
e il suo pirata rosso
intento a rotolarsi
in mezzi ai panni sparsi
tra Marx e il mattino
col tardo biancospino.
Quando rido
non lo so se
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E trovi la mia penna più segreta
il cielo nero blu di cioccolata
un sogno carezzato ed ininterrotto
la dea bendata
uguale proprio a me
che apre gli occhi e ti sorseggia un tè.
E trovi un vecchio volo in cartapesta
i tre monelli in basso
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Sfinge scalfisce
coscienza umana
d’un mondo lontano
ove popoli e regni hanno
visto lo splendore del tempo.
Dal seducente sudore
inciso ad ogni pietra
da secoli
fioriscono le rose.
Al calar della sera
una soave musica
carezza la
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Fantasia e melodia
sette note spesso in giro
con la voglia in armonia
che gioconda io respiro.
Melodia e gran finzione
ogni giorno con coraggio
una splendida occasione
per segnare il mio messaggio.
E dietro il nuovo volto il falso accludo
il
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Sfinge o non sfinge
non lo dico a te
a questa tua paura nuda alata
felice di mostrarmi
con tutta la sapienza indaffarata
nascosta tra le nubi
di questa giornataccia
come una carta straccia
sapendo e non volendo dimostrare
cara la mia
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 | Carnevale!
Sul viso poggiata,
la bautta di cartone, dorata,
dona la realtà trasfigurata,
emergono enigmi irrisolti,
dipinto, sulla cartapesta,
La tua immagine attesta:
vero soma o finta maschera?
Risolvi l’arcano, sfinge donna, leone
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 | Sfinge,
che scruti i millenni
col tuo impassibile sorriso,
tu vedi i nostri miraggi
per quel che sono:
luce che nuoce.
Faraoni dell’aria
alla conquista di dune
disfatte e sgranate
per ricomporsi altrove
immemori...
Uomini di sabbia
senza
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 | Sembrava chiaro e lindo il nostro cielo
ma nubi l’offuscarono col velo
d’un sole assai splendente ma malato
d’amore che più non vedeva l’alba.
Mistero impenetrabile e sornione
come una sfinge cela il sentimento
dietro un atteggiamento
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E sfinge quale sei
ti fermi sol di lato e la parvenza
non sembra dare spazio all’occorrenza
in questa situazione a nove dita
nel vano tentativo di istruire
la gatta col suo tempo da bandire
sul tavolo istruito con destrezza
facendolo sembrare una
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E ci sorridi giusto per piatire
dall’alto del tuo essere indecente
ripiena di un percorso inesistente
targato “fatti miei” a voler dire
che il tempo non si adatta a proseguire
questa avventura magica apparente
tra il nord e il sud del mondo
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Potrei essere una sfera
e ruzzolare sull’asfalto
avere forma ellittica
o spingerti tra un lato
e l’altro d’un triangolo
posarti sopra un cubo ed osservarti
attraverso nuove geometrie
mentre muti mentre vaghi
ed io riscrivo le mie regole
Potrei
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C’era una volta, un gabbiano
che sognava di essere poeta
e c’era un poeta, una volta
che sognava,
sognava di essere un gabbiano
e un giorno si incontrarono
sullo scoglio numero ventitre (lo so che non esiste)
e parlarono tutta la notte fino al
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Questa notte gli angeli del cielo hanno cantato la marcia nuziale alla sposa.
La sposa che andava da sola verso l’altare di Satana.
La sposa vestita di rosso,
il rosso del peccato,
il peccato dell’ anima,
l’ anima del mondo.
I commensali felici
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Roxy |
08/05/2018 16:18| 634 |
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6860 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 601 al n° 630.
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