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♦ Giorgio Lavino | |
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Le 6860 poesie in esclusiva dell'argomento "Fantasia"
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Seppur io volessi che fosse
di quel che avessi supposto
il mutare d’un gesto titolato
dove il sasso sotto è rotolato.
Nel lasso che è stesso lo levo
che il sasso nel finire fa manca
nel ciò che se fosse lui stato
al volger del passo poi
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di sguardi è il sogno o polvere
della nostra creazione noi polvere
del sogno noi sogno di Dio
tra
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Il cielo è grigio, non per il maltempo,
ma solo perché c’è l’inquinamento
che oscura la bellezza della vita
rendendo l’aria un vivido tormento!
Il cielo è bianco, resta addolorato
vedendo quante vittime innocenti,
stuprate da spregevoli
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a tratti ti somiglia: e dove alta posa l’arte delle fionde,
nelle curve degli occhi, dove dimora l’antica voglia di vedere:
e l’aria tutta s’infiamma e tu sei l’alba e sei l’oriente avvitato,
saltato via da un sogno.
E ti somiglia l’ora svagata,
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mi "nascondo" nel corpo
da me emergono alfabeti
afflati
enunciate sillabe
mentre
questo che mi contiene
ha un piede nella morte
dal mio posto protetto
complice una luna che m’ispira
mando messaggi di luce
a volte
me li suggerisce un
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Il segreto delle ombre
non era mai stato svelato
ed aveva avuto principio
in una notte senza luna
La terra esalava nebbia
ed un flebile soffio di vento
avrebbe sfiorato la pelle
di una sconosciuta stella
Mentre i fiori morivano
i germogli
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 | Una musica dolce
qual impalpabile suono
mi giunge.
Accende i silenzi
e il bosco si anima...
fan tutti festa
folletti, gnomi,
libellule e farfalle
e tutti gli animali
che vi abitano.
M’incanto
fra campanule e margherite,
iniziano danze
e
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| Non si vedeva il naso del templare
sulla sponda del lago di Mantova
mentre la croce infuocata
illuminava le tre panchine.
Giovani padani ubriachi
cantavano del duce
della patria padana
e del Papa che non è il mio Papa.
Ragazzine
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 | Libera la memoria,
desidera e cerca
d’ingannare la mente.
Il tempo cammina da solo,
il mondo gira e rigira
e il sole torna a brillare,
la luna s’accende la sera,
si spegne al mattino,
guarda nei sogni sognanti.
Sussurri di vento
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| Timida fai capolino
fra le nubi e la pioggia,
giocando a nascondino
con le solite stelle,
lentamente poi t’affacci
appoggiata
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| Come d’incanto ritorna il tempo
in cui mi specchiavo all’orizzonte
poi lo disegnavo con le impronte
dei miei sogni aperti sull’olimpo
di uno scaffale impolverato
dove scendono undici quaderni
che chiedono - ti sei dimenticato
t’aspettavamo a
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| quando ascolto una parola nuova non sono ancora nato
rimango immaginario e gioisco nascosto negli occhi
come un gatto senza racconto o un amore in un paese in guerra;
la pioggia è un ricordo che cerchi la sera quando sali sul tram
e ci sono solo due
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 | All’alba un grido: "Qui, c’è un uomo appeso ...
venitelo a veder, quaggiù impiccato! ...
È di colore e ad oscillar nel vento
ché sembra di veder ballare un pupo..."
Ma che emozione, proprio un uomo vero,
e ancora nulla è apparso sul
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| Misteriosa creatura,
io non so per me che cosa sei,
perché vieni e vai, come un’onda sulla riva.
So però che cosa sai, cosa pensi,
come ti muovi nell’aria,
ballerina dalle mille indecisioni
dentro cui mi riconosco.
C’è qualcosa, nella tua
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| lo stesso accade a chi piangendo si chieda
quel sudore
chi lo porti, chi ancora lo trattenga:
se il
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| danzano su tavole imbandite a festa
oliere stregate dai becchi adunchi
nella sala stretta di una casa modesta
girano contorte come flessuosi giunchi
panciute si aggirano come zingare gitane
tra piatti e portate tovaglioli e posate
fra ospiti,
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| Le occasioni sono perse
solo quando non capitan più
prima puoi soltanto scegliere
puoi scegliere quale nome dargli
e se cogliere o no un certo fiore
Le occasioni sono perse
solo quando non capitan più
Sono occasioni al volo
si trasformano in
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| Bianchi, incontaminati, nelle risme
conversano tra loro mille fogli,
sperando che ad un uomo mai la voglia
venga di sradicarli da quel nuovo
albero, artificiale, che l’industria
della carta ha creato da un bel po’ .
L’un l’altro si raccontano le
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| C’è questo bivio immaginario,
e ci sono io che non so dove andare.
In questo tempo sospeso,
che è reale, ma allo stesso tempo fasullo,
guardo una vetrina del centro
e nel riflesso del vetro vi vedo passare,
mano nella mano della morte.
Lanciarmi
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| Si cerca lo scomparso, l’annegato
nel suo bagaglio d’ombre, il vuoto incolmabile
domine del bene;
col fiato d’erba e casa si cerca il corpo curvo sulla mano
la parola che resta
distanza e peso.
Madre del senso proteggimi
da queste indicazioni
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| memore della bella accoglienza
me la trovo sul davanzale ogni mattina
per "condividere" la colazione
è d’un piumaggio lucido e vellutato
l’ho chiamata "nerina"
sempre puntuale
precisa come un orologio svizzero
chissà mi chiedo
chi troverà ad
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È nella fantasia quel mondo
che io agogno, spero e amo,
son pittrice e disegno la mia tela
di magici colori e luoghi qui d’intorno.
Eccelle la magia dentro il quadro
ti cattura e trascina nel suo centro
tra fiori sole e luce mai visti in
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 | Niente si muove nella notte
il silenzio è palpabile, irreale
solo il fruscio del vento
rompe ogni tanto quella pace
Guardo dal balcone verso il cielo
tante stelle, enorme luna...
ma tu non ci sei, ed il mio cuore
muore di nostalgia e di
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| dopo l’ultima pioggerellina
i saltabeccanti passeri
muovono una piccola danza sul mio davanzale
troveranno le briciole della mia colazione
m’immagino in
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Sono immagini di luci, di colori,
ricami di stelle, fiori germogliano.
Scoprire la vita e le mille emozioni
per custodirle come bene infinito.
Ti prenderò per mano, ti porterò
lontano, andremo verso il mare.
Adagiati su un cuscino di
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Qualche goccia di pioggia
era andata via
col vento della sera
e al limite del bosco
Solo il lamento delle ombre
era rimasto per danzare
le luci delle fate
che piangevano la luna
Tu sei andata via
e mi cullavo nel dolore
delle stelle a tarda
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Carte nautiche
vagliate con cura,
dettagli studiati
con grande premura,
rotte segnate
dai tratti in grafite,
anime brune
di compassi e matite
Ma qualcosa non torna
in quel braccio di mare,
lo zenith è svanito,
non so dove andare,
la rosa dei
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confondersi del sangue col colore
dei papaveri nel sole
ampie distese a perdersi
mentre all’orecchio del cuore
a far capolino una
melodia nel tempo andata
ricordi
ci si appiattiva scalzi col fiatone
nell’erba alta
dopo una volata e
in
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nella bocca della notte
-la luna sopra il petto-
il letto è un mare dove sillabe
perdono sangue
"e il naufragar" non è che di
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cosa ti porti alla fine del tempo
se non il bagaglio della mente
espansa in quel Tutto
che è te in pienezza
già ti vedi in simbiosi
con l’onda perfetta
quell’onda che ti tiene lieve
sospeso nel cielo
sei l’ulisside che approda
al sogno
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un alone di mistero emana
dai lampioni sul lungopò la sera
ectoplasmi o perdute
identità pare s’aggirino
sui viali battuti solo
da qualche meretrice
pensi
possa ispirarti qualche verso
quest’atmosfera impalpabile e attendi
riconoscibili
un
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6860 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 691 al n° 720.
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