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Le 870 poesie in esclusiva dell'argomento "Festivita'"
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Luci fioche diradano nella nebbia
campi stinti di luce gridano al cielo
tutti i profumi svaniti di giorni trascorsi.
Le strade sono passi perduti
E vecchie luminarie come neon
Illuminano la città cambiata e disadorna
Di quei volti che erano i
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Cori e residui di preghiera
finché in cuor giunse la sera,
fiori e una luce al dì gli portai
ai tuoi luoghi mai visti sostai.
Ricordi apparire di terra eterna
tra i loculi bianchi o sottoterra,
Tu, che avviato con la lanterna
in una notte la
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Oh Trieste! oh melliflua, eterna fiamma
di vecchi ardori! oh riposo perenne
per gli ignoti guerrier! Tomba insepolta
consacrata a’ le lagrime de’ vedovi
cuori! Oh Trieste, città mia fatal!...
Quanti fiori si posano su’ tuoi
sassi di marmo ireneo e
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Non venite a me in questo dì.
È la festa dei vivi. Siatene degni
con un un gesto d’amore verso chi
in terra soffre, verso chi spera
ma in cuor suo sa d’avere poco tempo
Ho sentito Tizio che rivedendo Caio
e rallegrandosi dei tempi
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Nessun ladro mi ruberà
la mia festa, la festa della vita.
Mi è stata data nel pianto
ed il sorriso per mia madre
è arrivato dopo il mio.
Guerra, violenze e morte
erano appena fuori dalla corte,
il cielo si era chiuso,
settembre era senza
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Ingrossano ancora il mio cuore
i ricordi delle domeniche passate:
il vestito bello, le scarpe lucide,
la brillantina sui capelli
e poi tutti in fila ai vespri.
Ascoltare canzoni sacre
e cantare al Dio della gioia.
Poi, la piazza, le belle
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Sulla piazza della festa
odora il vino santo
che per la gioia che porta,
si mette in testa un cerchio
si dice che è di mamma botte,
ma lui già si sente grande
e di far miracoli ci prova,
agli occhi dona luce sconosciuta.
C’è chi canta e si
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Giovane è il primo vino
che profuma la mia via,
passeggio e lo vivo
mentre ancore bolle
dell’altro più dolce.
Mi lascio incantare
da un ricordo di un sogno,
ero uomo, oppure no?
I baffi erano la stima degli altri,
così il bicchiere si riempì a
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Su nidi di case adornate
da acque d’azzurro cristallino
s’affievolisce l’onda opprimente
della calura estiva
e già s’ode un fermento
gli animi a rallegrar
nella popolare festa dell’uva.
Biondeggianti graspi
pendono al sole da vetusti
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Lacrima la parola qui nell’aria grigia
tra il fragor dei botti e le campane a festa
Tuona. Zittiscono i nidi tra le chiome
e il vento impera. L’anima sperduta
sta come sul filo e spera che s’acquieti il cielo
e sogna l’alba a venire, al canto delle
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Non ho guardato il cielo.
Son bugie, le stelle cadenti.
Sono solo sassi che bruciano
e si spengono in un attimo.
Un mio desiderio
merita
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 | Semplicemente come tu articoli
le labbra
Al modo della lingua,
al vezzo della pelle
quando le dita trattengono
A colare la luce
Dove la guisa si trattiene
sgombra, ed i calzari scordano
misura e contrappeso,
li al balcone rimani
ad
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 | Ancora ricorre quest’anno
la festa del grano,
l’ennesima insieme ai coloni.
È storia, è rinnovo di miti, di saghe,
con riti profusi nell’arte, son celebrazioni,
e al cuore rivolto al passato
ritorna il ricordo delle altre edizioni.
Ricordi,
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| La festa
della mamma
di una volta
era per la famiglia
riunire
e per voler
di anime in rivolta
per mare e monti
si fece sentire.
Per dare gioia
a quei lavoratori
e alla mamma
della casa padrona,
nata per coltivar
giardini e fiori
e aprir
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 | Tripudio di colori sono occhi
di Madre,
specchio riflesso nel lago
di Maggio,
rosa dipinta sulla tela della vita
donata a Te ...
oggi ch’è la tua festa.
Profumo d’amor spandi nell’aere,
musa del tempo che sguardo
incanta,
edera di strette mani,
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| Ieri all’alba
come tutte le mattine
il padre guardiano
ha aperto il portone
del convento francescano.
Stava per rientrare
quando si è ricordato
la tradizione di pasquetta
che comporta
effettuare un giro fuori porta.
E allora in tutta
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Santo Sei Tu Signore Dio Altissimo
Dio degli infiniti universi.
La tua Potenza
sovrasta la vigoria di ogni veemenza,
che al sentir del Tuo Risveglio,
diafano e inerte soccombe e fugge.
Prosperità ed effimere ricchezze
del contingente mi si
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Mi ricordo una Pasqua da ragazzo
passata nel Mugello un dì lontano,
non s’era ancora in questo mondo pazzo
che vuol dovizia... e un pasto luculliano.
La Messa ci attendeva la mattina
in un giorno radioso senza resa,
l’uova assodate, fresche di
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Siam pronti ad aprir le finestre
la primavera è già arrivata
Vento di polline sui prati fioriti
sbocciate son margherite di glicine
sognar una nuova e fresca alba
uomini di ogni colore e razze
Conigli pulcini ed agnelli
si fan festa tutti
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Donne: dove correte
così guardinghe
ancor prima che l’alba
i passi vostri rischiari?
Gli aromi che con voi portate
sono per quel corpo
allo stremo ridotto,
prima dal flagello,
poi dalle spine,
dal sonno, dai chiodi
ed infine
dall’inutile colpo
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Buona Pasqua
a tutto il mondo!
Questo è l’anno della svolta,
odio e lotte son lontani
e nessun più si rivolta.
Anche con
l’acqua alla gola,
tutti insieme in barca rotta,
senza né voce e né parola
ognun prega il suo Dio e lotta...
Mentre
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Splende sul lago l’armonia dei monti
sotto un sereno e soleggiato cielo
che non scalda però questo gran gelo
per il quale davvero non si è pronti.
Imbiancato di neve è il Limidario
e c’è un bel bianco pure in vetta al Lema,
per il freddo anche il
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Primavera e poesia magica euritmia
due sfide al paradosso
che mettere da parte io non posso
in questo incontro d’arte e fantasia.
Primavera e poesia mistica allegoria
onde di un mare mosso
tra i gorghi di un mistero eterodosso
trafitto da
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Nàcchere, chiàcchiere,
màschere pàllide
pàvide álighe
occhi di cèrula
lince di fèmmina,
ròridi cèspiti
sguardi di trèmuli
canti di cèmbali
danze selvàtiche,
càlici orgiàstici,
piedi che dànzano
stretti tra cèleri
sete di mìstiche
calze, urla
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Chi più ne ha
più ne mette
di maschere belle e brutte,
chi si dedica alle tette
e chi a banane asciutte.
E ovunque fanno a gara
chi ha il carro più squillante
con Politici in bara
e chi a letto con l’amante.
E in Brasile il carnevale
è per
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Fèrvon le danze, la polka, lo scherzo,
gli Amori. E strìdon le quadriglie, e il verso
dei Bardi; e la faràndola selvaggia
che l’ardore incoraggia.
Volta la cèrula ombra della gonna,
gitana donna!
Non vuoi lègger mie mani, il mio Destino?
Batti le
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Suonano le campane,
c’è chi cammina
a testa bassa
a piedi scalzi sui ciottoli
e ad ogni rumore
gli si piegano le gambe.
C’e chi ride
e per un secchio d’acqua
gli regalano un biscotto,
poi tutti in processione
a pregare...
I
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Con il passo lesto e sveglio
la Befana fa del suo meglio
per donare ai più buoni
caramelle e tanti doni.
La sua scopa fa volare
più di questo non può fare
scende giù per i camini
per la gioia dei piccini.
Ma nel suo gran da fare
la bontà deve
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Guardo nei miei pensieri,
mentre in questo primo giorno dell’anno
il sole sta nascendo,
un silenzio l’alba
che risveglia in me ricordi.
Ho passato giorni ad amare,
a vivere,
a gioire,
a soffrire per chi ha lasciato questa terra,
donandomi
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 | Se stai pensando ad un proponimento,
a una speranza per l’anno che comincia,
lo stesso
come gli altri,
smetti subito,
svaria nei progetti e proiezioni,
prova a pensare a questo, assieme a me:
che il nuovo anno
mi palesi il falso
per tenerlo a
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Esco di casa e un gelido gorgheggio
è sulle ciglia, l’ascolto, s’annida;
nella visuale del nuovo posteggio
ove in un veicolo un pargolo grida.
La mamma e una bimba son lì a quietare,
ma il verso s’allunga, ormai è una sirena;
il padre par dir:
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870 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 301 al n° 330.
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