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Le 7821 poesie in esclusiva dell'argomento "Natura"
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 | Si racconta
di due rondini
che non fanno primavera.
Di un ciclamino appena nato
raccolto nell'umido dell'erba
ricordo profumato
rimasto nelle pagine di un libro.
Di una tristezza irrisolta
che rimbalza
come pietra scolpita
sulla quieta
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Dove hai abbandonato il respiro
non trova colore l'aurora
e il cielo sospeso
nei tuoi lineamenti.
Breve ti posi,
poi ti dissolvi ancora.
Non attendi fra le gemme,
non sull'erba
che chiede calore.
Non ode
i tuoi passi
ora il
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Camminare leggero in ombra lieve
sorpreso dal magico momento,
che ritempra lo stanco pensiero
e presenta radioso lo scenario.
Un cielo pulito incontra l'occhio
esaltante contrasto col triste quotidiano,
capace di presentar solo quel viso
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nel sogno
viviamo sereni
ancorati al gusto
fuori dal gusto
della carne degli Esseri Senzienti
la Pietà
Risveglia le nostre Coscienze
Gli Animali terrestri
e i pesci
iniziano a vivere finalmente sereni
lontani
dall'uomo
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Gli alberi spogli
a germogliar sui rami,
rinasce la vita
sullo scheletro del passato.
Divino passar di stagioni,
nel ciclo che nasce e poi muore,
il cinguettar degli uccelli annuncia
l'arrivo del nuovo divenire.
Aprile,
stordisci e stupisci
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Di silenzio sono le arrese
placida clemenza d'aurora
che ritrova nel bacio del sole
chiarezza di gocce e pace.
Trasparente stilla di sale
dissolta al calore d'un tempo
forse il giorno impreciso
che scorre lento e poi tace.
Non t'appartiene
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Biancastra coperta smorza i colori
d' un mondo vestito a festa.
Ancestrale, perpetua
vivi di luce di specchio riflessa.
Racconti leggende di giovani poi vecchi
a memoria di tempi andati
persi.
Testimone muta d' amori giurati
accogli
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Nel mormorio delle stagioni l’evento s’è compiuto
come in una placida notte fra bisbigli e progetti.
Corrono le acque e tracciano la loro frescura
fra gli ostacoli di pietra e gli abbracci dell’erba,
recano con sé la carezza del
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Antica e vecchia,
inceppata in meccanismi
innaturali e tarocchi,
sei, cara Terra,
scarico orologio da taschino,
inaffidabile.
Slitta l'appuntamento
con l'armonia morale,
tarda l'arrivo d'un erede di sogni;
all'incontro con il mio
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L'occhio d'oro sfiora rughe di terra
nel cielo raggi come arpa
tra le dita del giorno
menestrello di dolce stagione
e le rondini apostrofi lievi nell'aria,
che i corpi sfiora, spoglia
e cadono veli, sospesi come nuvola rosa,
affascinati dal
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Erro pe’i campi e i ciottoli
della campagna lieta,
il guardo affiggo ai nuvoli;
e vado senza meta
verso l’oscuro incognito
che spinge ‘l mio cammin.
Sento l’odor del fetido
e tristo e inquieto stagno,
grida la rana, e supplice
e pur anch’io mi
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 | Piace il bacio caldo della stella Sole,
le sue lunghe mani fatte di raggi
roventi sul mio viso.
Il tepore, il sogno ad occhi chiusi avvolto dal calore.
Il lasciarsi andare, scivolare...
Dentro e fuori, in alto...
Come star seduto
sulla tavola
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Come soffio d’anima pervadono il mio
essere errante in calde correnti, recanti
effluvi odorosi profusi in soffi suadenti,
ammalianti.
Il mio divenire in nomadi sogni raminghi,
vagabondi ritrova, in passi incalzanti,
atavici brividi caldi e
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Tra un sasso e l'altro
tremulo il ruscello
canta il suo verso.
Stanchi steli si curvan
da fresca carezza
baciati.
Specchiansi le corolle
nell'acqua cristallina
e dall'onda chiara
si lascian lambire.
Gocce rutilanti di luce
incontrano
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Accennato è il sentiero
or dissolto nelle foglie...
specchio incerto di un autunno
che assopito si distoglie.
E' la luce del tramonto
che accarezza dolcemente
è il profumo di corteccia
che si infonde nella mente.
I riflessi tra
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E la dolce primavera,
dopo il freddo inverno
e le spaventevoli tormente,
a passi di danza
s'avvicina,
con le sue piogge,
i suoi tepidi venti
e il suo vivificante calore.
S'affaccia la timida lucertola
a respirar la natura incantata
e
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Sfavillano lenti i boccioli
sul trono di un'albero in fiore,
al comando di un respiro di vento
salutano la bianca nuvola.
Aprile già sveglio passeggia
dove l'onda più larga si fa
e un'esercito di foglie saluta
nell'ulular di un
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Canta da’i campi ‘l murmure
del pio ruscel che scorre,
fischia in sul ciel la rondine
ai rialzi d’una torre;
e i balestrucci danzano
tra ‘l vento e ‘l fresco umor.
Soffia da terra l’istrice...
un roseo pesco in fiore,
e i beccaccin si
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Da me a te, piove.
Senza voce,
continuano a cadere
lacrime comunicative.
Sembrano scintille
nell'impatto con l'asfalto,
questi sputi maligni
di demoni in fiore.
Da me a te, smette,
piove, smette e mi riflette
l'ansia dell'essere,
sulla
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Pensavo fosse primavera e
già il mio sguardo cercava le rose,
invece ancora vedo nel cielo, solo
il merlo dall'occhio nero.
Nivei i monti, l'azzurro coperto da un
cupo manto. Geme un angelo dalle ali
d'oro, cade la pioggia e si alza
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 | Respira ansimando
a notte fonda
l’alto Novembre
intriso di caligine
sciogliendo impronte
sulla fangosa strada.
Canterò nel prologo
e suonerò il fagotto,
sorprenderò la luna
che girovagando poserà
i raggi su spogli cespugli.
Ventata d’aria
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Avrai nuovi orizzonti
nel riflesso scuro del cielo,
limpida traccia lasciata
al suono dei giorni gentili
che scivolano lenti
per poi tremare fra le onde
Sarai l'attesa di un germoglio
liberato dal vento a valle
quando il tempo
disegna nuvole
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Stendo le mani sul mare immenso
per far passare il tempo,
la rena oltraggiata di apparenze
e d’assembrate ginestre,
guarda divertite innocenze
tra venti selvaggi
che muovono l’onde
laddove messaggeri divini
vagano verso il fondo
d’un breve
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La notte è come il mare
in quiete niente appare
se immersi c’è la vita
che nel dì pare sparita
Creature che godono il giubilo del buio
e il mistero profondo è nero
in cui l’uomo ne fa vita
alla luce della sua ombra
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Giù lacrime di cielo
tra ombrosi monti smeraldini
a ricolmar ruscelli che rapidamente
scivolano rumorosi
ad ingorgar le aree della sorgente.
Echeggian
come canti di monti le cascate
ed infrangon la noia del silenzio
tra lisci ciottoli e
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Fuenlabrada è babele odierna.
Dalle torri di cemento
echeggiano tutte le lingue del mondo
e nell’hinterland avvengono miracoli
mentre le madri russe, arabe, cinesi
spingono nel parco i passeggini dei loro bambini.
Fuenlabrada è
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 | Oh Ninfa
delle stagioni
Dischiudesti la
finestra del tempo
Al Bosco
Risvegliasti canti
gaudiosi
profumi estatici
Tiepide carezze
venti sibillini
animarono la vita
Il primo bagliore
intesse
ricami d'oro
Su rami
in
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 | Risvegli d'anime, lo schiudersi dei fiori:
ciglia di seta che s'aprono
sul velluto d'un letto mutato di colore.
Come l'Amore,
quando si desta su un tappeto di Speranza.
E volge lo sguardo su trasparenze argentee di rugiada
che sciolgono
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| Tra gli alberi saltellano, cantano,
mare forte profumo inebria
cure felice batte in armonia
sereno, il sole splende
il fiume lento scende tra le sue sponde
rondini corrono felici
si fermano sotto le cornici,
terra or calda lasci giovani
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| Lungo i dorsi
di quei boschi
ecco i faggi non longevi
assai alti e consistenti
le cui fronde fitte, fitte
le frescure generose
danno sempre al viandante
che con passo regolare
or la cima vuol conquistare.
Su di essa c’è piantata
una croce
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Morbide dune di vento
dolci fremiti sulla pelle del mondo
verde linfa d'aria s'espande
nel cielo infinito
ora pascolo di cumuli e nembi
ora prato celeste del sole
poi fontana improvvisa di gocce
mille baci alla terra
che splende di
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7821 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 4021 al n° 4050.
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