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Le 2905 poesie in esclusiva dell'argomento "Uomini"
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 | Il funambolo sul filo
striscia su lame
e alimenta diaspore
di fogli nei cortili.
Il lamentare del vento
e il voluttuoso sospirare
di flaccide flautolenze,
possiate ascoltarle
ridendo
col fiore travasato nel vermiglio.
Scorticando pellicce
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| Lasciando evaporare pensieri
si distruggono in noi volontà sibilline
pronte a correggere
quello che dentro batte
enigmistico gioco
ove perdersi
onde trovare soluzioni
particolarmente utili
momenti unici
dove sollazzarsi
cercando granelli
da
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Quando, col cuore incessante,
discendo distratto, tra i fiocchi di neve,
non odo mai voce parlante,
tra gli alberi muti, a un chiarore sì lieve.
Non vola un airone, o una foglia,
che solchi tagliente, quel cielo ingrigito,
non sale e non
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Sopra i sogni affiora il nero cielo
ali svolazzanti
figura nera di un cuore violato
senza fretta ferisce
avanza e dilania
corvo che esisti
nero uomo
corvo del dolore
parti dal nulla
penetri nel cuore
affondi lama e artigli...
Così
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 | Abbracciare un albero
sentire la corteccia
solleticare le mani,
il fluido che scorre
linfa che ti porta
dentro le sue radici,
i tuoi piedi
i suoi tralci
fusione primordiale
d’amore e lealtà.
L’albero
alto immenso,
l’uomo
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| Sospira
Il mare sulla luna
Dove ascolta
L’anima calpestata dal passato
E tace
Tra ritmo di vita
Che soffia leggero
Il suo destino
Come eco della montagna
Racconta
Dinanzi al cielo
La storia d’amore
Che ogni tanto sorride là ...
In
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Nelle trincee
con ramificazioni sotterranee
fra crepacci e dirupi
stanno i soldati da cent'anni.
Sono ormai polvere
alcuni fossili
ma attendono che il mondo
possa convertirsi alla pace.
Attendono invano.
Con i loro pastrani e gli elmetti di
leggi
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Oggi è davvero quello giusto
mi sento a posto e farò di tutto
per essere storia nell’avvenire
oh si vorrei stupire
chi stoltamente mi ha sempre criticato
senza mai capire che nelle mie vene non c’è solo sangue
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 | Uomo,
sei l'espressione del tempo
e del luogo vissuto.
Puoi dirti poesia
dell'ambiente creato,
dipinto da mani fatate.
Se sbagli, non sei tu l'errore
l'inganno è nel riflesso
di te fatto sull'acqua,
tu che sei uccello in mezzo
ad
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 | Vuoto... valle nera... abissi profondi
violente mareggiate
onde burrascose
sono botte e pugni
sono parole e offese
sorreggo la testa per non cadere
un battito feroce
grave sensazione che brucia
rivedo i miei giorni, i miei sogni
sento l'animo
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 | Crolla il muro dentro
disperazioni vissute
in lembi di terra
dove la morte era condivisa.
Gettare tutto alle ortiche
per trovare l’agognata libertà
credere che il male sia sconfitto
e vivere saranno giorni
di velluto,
morire al pensiero che
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| Tremanti foglie, sfiorarvi vicine, ingiallite dal tempo, folla, chioma rigogliosa,
Del vento, che vi sfiora, cantatemi ogni fola,
non è pianto ogni perla di brillante rugiada,
ferme in assenza di alito, aspettate l'ultima brina,
dalle radici,
leggi

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| Hanno ancora
la carne di seta
di un tempo
Aprono ancora
le labbra
per fare entrare
il miele dell’adolescenza
Credono ancora
che la serpe cattiva
possa essere avvelenata
dal bene della giustizia
Cercano ancora un pizzico
di
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| E ci perdiamo, noi
nelle cattedrali dogmatiche delle nostre convinzioni,
illusi dal nostro così distante
perequare immagini e speranze
(verbi coniugati con desinenze accentate)
di essere diversi, unici in questa dannata esistenza (ma, poi,
leggi

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Voglio un mondo di pace
dove l'amore sia sempre in grado
di riempire tutti i cuori
di fede, di speranza e di emozioni.
Ho bisogno di un mondo sicuro
senza paura dei giorni bui
sorrisi sui volti stanchi
fiori sul ciglio della
leggi

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 | Si infrange il sogno nel solito contesto
dove la natura non è amica d'avventura,
amico tu miri al progresso ardito
vuoi veder luccicar la sfolgorante vetrina,
sempre appresso al più nel gioco della vita
non ti perdi nel semplice e
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M'ammanta ancora gli occhi quel sorriso
Mentre sfrecci nel vento dei pensieri
Sono tre anni eppur mi sembra ieri
Che prendesti la via del paradiso
Mi piaceva quel tuo accento strano
Tipico dei gioviali Riminesi
L'Argento vivo dei tuoi occhi
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Pavese mi guarda tristo...
nell'acrobazia dei dilemmi miei sguazzo
son uomo vetusto
-mi è arduo connetterlo-
dalle gonadi tristi piangenti
dai sorrisi per disgusto
algebricamente dislessico
con lievi sobbalzi epicurei
dalle idee
<la
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 | Un sorriso spento
e un saluto ordinato.
Davanti a quel libro
che non esita ad aprire.
Occhi piangenti, o semplicemente
assonnati, o felici come per
chi vince una gara, ascoltano
questo robot.
E laggiù seduto, diviso da
un incoerente
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La parola è una chiave,
il silenzio è un grimaldello.
Poi esistono le tue parole
passepartout per serrature diverse
entreresti nei lunghi corridoi degli hotel
apriresti più porte indifferentemente
forse anche quelle di convegni di angeli.
Come un
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 | Ti sei perso
per i sentieri del mondo
uomo in quell'arraffar concitato,
hai perso il senso
del limpido orizzonte
e ora piangi nel disastroso scenario:
aggressivo con la natura
e ripagato con l'invadente moneta.
Piove a dirotto e
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 | L’equilibrio precario
di una vita in soffitta
voci sopite
di gente per bene
non piangono, il ridere
s'e' guastato,
lo sguardo ammira
lo scandire del giorno
con i suoi scenari,
i suoi mutamenti...
Dentro al cuore non sosta
la gioia, solo una
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| Un giorno forse
per alchimia d’essenze
di sogni e di speranze
a oriente sorgerà
quella mattina fatta soltanto
di luce piena e d’ aria fina
che non vedrà bandiere
al vento fiammeggianti
né schiere di soldati
messi in fila
e pronti per
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| Quella pagina che il caso buffo
volle si aprisse sul "Va pensiero..."
fece il Maestro curioso davvero,
da convincerlo a sciver "Nabucco".
Da "Un giorno di regno"
al "Falstaff buffone"
quanta
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Prima dell'alba
avrò qualche sogno da rubare
forse le nuvole più nere
lasciate alla rabbia del dolore
Prima che sorga il sole
il respiro sembrerà una maledizione
ed il riflesso delle spade
tremerà di un timore
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Quante volte hai chiesto
alle parole la forza
dei pensieri.
Quante volte ignaro il sole
dipinge un tramonto
e l'onda scivola sulla spiaggia
senza un lamento.
Quante anime somigliano
alle nuvole senza una forma
e il tuo sguardo nel cielo
di
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Battaglie insane
sartie sanguinosa
Distruggere l'uomo
Scurisce la terra
Nelle guerre gemito
È da domandare
Dove va questo mondo?
Donne oppresse nel dolore
bambini abbandonati
Anziani poveri senzatetto
Pervade disuguaglianza
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E non poterlo esternare
a non passar lamentoso
tenendoli per sé i mugugni
che tanto a nessuno puoi dirli.
Se pure avesse un megafono
magico a raggiungerli tutti
eppure sarebbe inutile
neppure gli servirebbe.
Nemmeno ridirlo al buon
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Un colpo al cuore
ad ogni passo
che pesante s'avvicina.
Dov'è il sorriso del sole
che mi riscaldava bambina?
Dov'è quella carezza del vento
che accompagnava nei prati le corse?
Solo un muro di cemento
prigione dorata,
d'
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Non mi chiedo perché
i fiori crescono
sull'asfalto oscuro
il sasso si fa rosa nel deserto
e il cuore batte nel petto
perché i ragazzi
con lo sguardo perduto
tra sbiancate stelle
hanno paura di vivere
qualcosa oltre il
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Marial |
05/10/2014 21:43 | 1980|  |
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 | Con un atto d’amore
Iddio ci ha dato in dono
l’effimero incanto dell’esistenza,
gremita di ostacoli
fitta di tormenti e tanta fatica,
La vita.
Ci ha dato la possibilità
di viverla senza condizionamenti
nelle nostre scelte,
io l’ho
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2905 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 1081 al n° 1110.
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