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Le 2905 poesie in esclusiva dell'argomento "Uomini"
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Solo tre case vicine e deserte:
scale dirute ma gli angoli dritti...
coppi, mattoni con edera e gigli,
travi annerite e camini
di allora.
Cieche finestre di sera battenti,
spiriti antichi nutriti
dal tempo.
Oggetti perduti spalmati di
leggi
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Terre scure s'annuncian di lontano
e già il velo si strappa
escon vividi colori
tutto si fa vita, bella.
Sollevati odori d'uomo
come polvere pel respiro,
brucia alla gola e alle menti,
tutto si fa vicino, palpabile.
Avanza il porto, grida
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 | Se ne sta ai bordi della strada
come i casolari a confinare la periferia
e mira con lo sguardo
l’ancheggiar di donna con la folta chioma al vento
l’uomo osserva attento
per poi far dono con le parole
infilate l'una sull’altra
come granelli di
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 | Un urlo alle dita
si stringe
premendo il mondo
a quel suono.
Per questo...
non lasciar che sia il vento
a dubitare
non morir alle parole:
sulla sponda
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| Tingete di nero i petali voi gelsomini,
sconsolati gitani fissano corde rotte di chitarra.
I suoi occhi hanno assimilato l'opacità dell'ombra
e nessuna luna canta.
Note sperdute sono gli arpeggi
e onde ammutolite
interpretano il
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 | Canta la sirena
dagl'occhi blu.
Serenata stonata
per i capricci di vita.
Cure e passione
in color d'arancio.
Ansiose attese
le lor movenze.
Mani, parole e occhi
portan vento e luce.
Soffiate via le ombre
vagiran le albe del sole.
Rientra la
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 | Svincolarsi dai guai,
deviare ostacoli
insormontabili,
contorcersi
al limite delle forze,
come un elastico
piegarsi e non spezzarsi,
il filo teso della vita
percorriamo alla cieca,
un piede dopo l'altro
sopra il precipizio,
è piccolo il
leggi

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 | E tutto sprofonderà fragorosamente
nelle cavità più nascoste.
Apprezzeremo la vita
assaporandone ancora il senso
nei nostri
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 | Tu uomo
Mendace
il tremare d'ugola,
d'un sentimento rimandato
dal corso naturale.
Ristretto nel cuore,
strozza il come e quando
d'amore migliore,
e s'alza in piedi in anima
nel piagnucolare.
Chiaramente nemica
l'ipotesi di
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 | Ho smembrato gli scheletri
li ho ridotti in polvere
mentre sceglievo te
per le sciarpe lunghe fino ai piedi
le calze a strisce orizzontali
in pendant con il tuo sorriso
quasi serigrafato
E come sembravano affascinanti
i miei
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| T i ricordo,
ti ricordo e mi dispiace.
Nelle montagne russe
della vita
è la discesa
che soffoca il respiro.
Noi, tutti,
sempre scalatori,
venivamo sulle vette
e, con te che ci guidavi,
sentivamo l’emozione:
gioia, lacrime
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 | Intimi d’anima e per roseti,
si palesavano ricordi.
Sorrisi, e, cento maschere,
s’accingeva ai cuori,
un sentir dire, c’àncora.
In’ante per turbamenti
e discrasie neurali, morbosi.
Da lungi, la verità,
d’altrui addotta,
si cingeva
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 | Coltre d’ammassi fitta e forti venti,
il sole allontanato malamente
umiliato e vinto è all’occhio assente...
E infin scoscio assordante ed improvviso
rimbomba per le strade e vie d’intorno,
e fulmini, e saette e tuoni e lampi ...
In chiuse mura
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Stanno in attesa dell'evento
ma non lo scoprono dentro di loro.
Perché con il tempo
hanno dimenticato come intervistarsi
e brancolano nel buio.
Sono ciechi di parola
e non ascoltano le loro immagini,
diventano riflessi di uno stagno
e
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nel frastuono,
tra luci e ombre,
osservo il silenzio
ha le sfumature
di un suono in sottofondo
il calore di un abbraccio
lo sguardo di chi
guarda oltre il mare
nelle parole la forza
di un guerriero
negli occhi
tante verità
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 | Non basta l’immensità d’un silenzio
quando a parlare è la delusione.
Scivola improvviso un clamore arrogante,
nell’attimo che precede il baratro
e dignità s’arrendono ad un dio minore.
Ecco apparire confusi frastuoni
mentre, madidi, si cerca un
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 | Ho visto ardere pelle umana
nell’orrenda finestra dell’universo
come pioggia ho pianto lacrime
su fiumi e mari di sangue
Ho urlato come disperato elefante
a questo cielo ch’è ancora grigio
da quel giorno che spense il sole
A cuor squarciato
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| De noches y de días
perdidos entre mustios
paisajes de lo absurdo.
De sueños silenciosos
que bañaron recuerdos;
de sombras y martirios
que como vagas efigies
ensancharon la muerte
entre lágrimas brotadas
en arpegio de un aria
con súplicas
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| Benedetta sia l’iconoclastia
di giorni irriducibili
a sé stessi sfuggiti
verso quel memore sempre
che mai s’infrangerà
in bugiardi e flebili rimpianti.
Spenta la luce da altri riflessa,
avvampa il calore
che bene conosce il leone
o
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 | Ho perso il treno una mattina
Oggi lì alla stazione
l’ho visto avviarsi in lontana
Ho fatto ancora tardi
non ho avuto il tempo
Solita frase già detta e ridetta
Era bello con quei caldi colori
Aveva un suono dolce
come il canto di un
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 | E sulla croce bianca del martirio
c’è il verbo tormentato del mio io
che semina speranze coltivate
sul trono delle vittime immolate.
E sulla terra misera si espande
il verbo del tiranno e le sue bande
marciando nella furia del
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Se anche il vento riesce ad entrare
nelle baracche dellla nostra anima,
ancora oggi ci chiediamo perché di tanto odio.
La notte non fu più notte
il giorno non fu più luce
quando la pattuglia russa arrivò nel
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La mia anima è
donna
celata in questo corpo
che non conosco,
che non mi appartiene
Disperazione esser ciò
che non sono.
Interiori tormenti
nell'incrociare occhi di padre,
gridare la mia entità,
tacere
Sono
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Tra noi
e l’orrore abissale
solo il Vostro
sacrificio totale
L’inenarrabile "Shoah"
che tutto include
e ci trattiene
dal ripetere abomini
d’un esecrando
passato
Non trovi assurdità
ai dì presenti
così spaventose
ed
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Con che cipiglio fiero,
in groppa al suo destriero,
quell'uom, ch'era di Tarso,
correa verso Damasco.
Quando il Cristo apparve,
la faccia nella polve
si trovò premuta
a cagion della caduta.
Udi allor la voce
di chi era morto 'n Croce
e
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E’ capacità l’evoluzione, la memoria
di una capriola verso il sempre
che si sposterà a domani nel grigio di un’azione
elegia in lontananza dove s’è dipinto il cielo
nel contagio umano, duecentomila e, fa
ceppi Sapiens nel deserto
scaglie anfibie
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Di quei corpi
non è rimasta
che la polvere
dispersa nel mare
nel cielo
sulle zolle.
Di quei visi
solo immagini sfuocate
da percorsi di celluloide
o da carte fotografiche ingiallite.
Di quei sogni
di quelle
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 | Vivo in un mondo ereditato da mali oscuri
vivo in sogno che sembra reale
ascolto voci in sordina
mi vesto di stoffe intrise di naftalina
piango sommesse lacrime
prego preghiere a me note!
Su questo foglio bianco
scrivo il dolore mai provato a
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| Levati da lì
Parlami
E guardami negli occhi
Creiamo un contatto
color pelle
Dai
Dammi la tua voce
Me la conservo
Per un bel po’ di tempo
E se vuoi anch’io ti do
la mia voce
Ne potrai fare quello che vuoi
Levati da
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| Innesco l'occhio mio
Nell'esplosione dei tuoi colori,
Arcobaleni sfuggono all'oblio
Dissipando tutti i timori.
Muore anche l'ultimo fiato
Talmente è accecante
L'impetuoso torrente dorato
Della tua anima danzante.
Tutti avvertono
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 | Avido di promesse, il nero
s’addormenta
all’ombra della luna.
ed è qui
tra i nontiscordardime e l’altrui ragione
qui
a un passo dal nulla
le mani
(sull’acqua son miniature)
nutrono voci
le nostre
sul davanzale
accarezzano quel
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2905 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 1231 al n° 1260.
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