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Le 2905 poesie in esclusiva dell'argomento "Uomini"
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Dante
poeta di vita immortale,
quando le tue parole
sulle labbra scarnite
saranno,
tanto la tua poesia amata
da me di piccole parole,
giammai al confronto tuo
paragonarmi a te divino
celeste chi creato nella mano
e sulle labbra tue dar
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Mi annuncio un sogno
e rivivo nell'utopia
sono una fluida mano
sul fianco
che decide per sè
non mi immergo
in calde acque
ma navigo in vascelli
rompighiaccio
me li infilo nel bicchiere
i cubetti
e li bevo con la soda
digerisco ogni
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 | Infuocava il suo volto, il sole.
Il viso,
gonfiotumefatto,
nido di mosche piangenti.
Il collo pendente
fluttuava sul palo,
non trovava posizione.
I centurioni aspettano,
arsi da calura,
indispettiti dalla sete.
Si, un po' d'acqua,
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 | Sotto i rami del vecchio olmo
esanime e senza desideri
viva ma riversa come bambola rotta
il corpo puro
bellezza anche prosperosa
un corpo con forme rotonde
senza veli e ipocrisie
si lasciava scivolare
tra le pieghe scomposte del vento
intorno il
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Giammai respinsi
il fervor d'amor tuo
che l'anima ristora.
La vita resetti dal dolore
nei pensieri più dolci
che librano come rondini
nel volo di colori.
Respiro
la verginale aurora
di primavera,
sussurro
e fermento
parole che
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*
Mi ero distratta,
mi trova il tuo silenzio
ora che la tua fame è sazia
e la tua follia, ancora ride
Trasognato, seducevi la vita
come la sabbia d'una clessidra, capovolta
idee bizzarre e
futuro, la tua ridda
In un giorno qualunque
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*
Mi chiedi di restare
sfrontato, eppure non mi guardi
non reggi il mio disprezzo
faccia di bronzo e avorio che rivendi
boria
forgiata di parole
enfasi
che affascina per poco
ha vita breve la farfalla che ti credi
polvere di tempo che
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Strappava nivei petali a morsi
e ancor più nivea carne
e con le unghie lacerava versi
graffiti sulla sua pelle oscena
e spine acuminate in cuore
come spilli mortali sul fantoccio usato
per uccider il sortilegio d'aver amato
in fondo
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 | È MORTO STEVE JOBS MENTRE ERO VIA...
LA RELAZIONE DELLA MORTE DI STEVE JOBS È PENETRATA CON SUCCESSO ALLE ORE 7, 00 DEL 06 ottobre 2011,
"MENTRE ERO VIA SNELLO E PALLIDO PROPRIO COME LUI"
L'UOMO CHE HA CAMBIATO IL FUTURO DEI
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Acceso il lido di fata Morgana
Menadi ebbre
muovono virtuosismi
su specchi di narciso
di pelli vestite
agitando il tirso nell'edera avvolto
Satiri smaniosi s'affollano
esultando la loro fiamma
suonando lenocinio con flauti
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Coraggio figliolo, non preghi, non credi
forza ragazzo non vincerti i pugni stringi,
a sportellate la vita s'affaccia,
in faccia, poni l'amore al cuore.
Quelle piccole ore notti nere,
tra anelli di fumo incenerite
rotolano le parole con le
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 | Dio,
mastodontico e crudele,
ascolta le mie grida sorde
fa un fascio dei miei sberleffi marziani
donami requie da coccolare.
Dio,
superbo ed occulto,
rispondi ai miei perché allucinati
alle movenze alluvionate
alle azioni decapitate.
Sii
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Non ti cullar della croce
di una vita prosaica e precoce
incorporeo e padrone d'ogni luce
flagella il domani che adduce
ignoti eventi
s'ascoltan devoti
incrina il sapere delle genti
dimora nell'alcova di ciò che senti
nell'udito e
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GILDA
rumore lontano
afono
rauco
come il calore di una mano
sepolta negli abissi
di legno pregiato
dove tutti finiamo
-oltre la luna-
tonda
e
"mandata"
come l'odore
di quella piazza
sopra la Spagna mancata
ai piedi d'un
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 | Il nubifragio
che ha creato dirupi e
voragini che camminar
non fanno.
La sofferenza, nel
groviglio delle passioni
mi schiaccia e
ho paura di precipitare
nel profondo.
Sono come morto
e vivo solo per mangiare
"se me lo danno
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Il mare tra le rocce culla i Tuoi sogni,
come onde ch'eterna risacca frange
un tuffo spietato e i giorni giovani
si spengono nell'acqua ch'asperge.
Dal fondo del cuore stringi il dolore
senza le mani immobili, afferri la vita
Ti scivola via
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Allibro pensieri,
rapide battute,
strisce di un tessuto
per allungare il mio ego.
Allignati, nel mio cuore,
un cosmo di detriti,
spiralmente avvolti all'originale,
allumacati.
Guardo l'orizzonte,
dipano il mio vissuto,
che bella
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La strada echeggia nel volteggiar dei canti:
la stagione acclamata dai fanti della campagna
cherubini tra i mosti grassi - benevolenti
assaggi proibiti e richiami d'orge; in conclusione
moderna allegria e sagre:
grandi feste per dare al
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sono qui sulla sponda lasciato l'Olimpo
ora basta nelle spoglie mortali divampa
fuoco che acceca amore e gelosia
scende un brivido lieve la pelle si scalda
sotto l'ala di un orizzonte che avvampa
tramonto d'oro alba nascente un nuovo giorno
ma
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 | agito il me che propongo a me stesso
solitamente riconoscono il mio volto
nascondo gli occhi al sorriso
qualcuno dice ch'io sia così: io
e poi in fondo ho sempre me
la mia forza il mio coraggio leonino
non è corretto versare
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| Facciam male a chi si crede uno dei tanti,
nel suo falso orgoglio grida "evviva i vanti"!
Non andiamo giù a chi è fintamente bello
sei geloso, caro bimbo sbarbatello.
Ah sorridi a tutto quello che ti dico?
Beh te pensa
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| Un senso monocorde
ti fa disapparire
in traiettorie di benevolenza
rispetto al tempo
non spalanca conflitti
un'incapacità
certa, da vocazione
ti concede ancora un fiato
privatizza depositi
da clandestino
assembla ritmi
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Lia |
21/09/2011 19:38 | 2847 |
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Sono un cosmonauta
libero e affranto.
Vago nello spazio sterminante e greve
come una goccia nel mare
estasiato da colori speziati,
lance siderali,
ossessionato da immani silenzi...
sto sempre solo quassù
avvolto nel nero parlante
del
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 | Gesto d'Amore
a te che stai
di là dal muro.
Nascosto ascolti
da una finestra aperta
tra sbarre chiuse
la fine pianista
che martella i tasti
al cinema muto.
Di quel che rimane
ci pensa il tempo
questo temp - orale
tempo -
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Pietà! Ristoro!
L'altare smarrito chiama
agonie rubate ai fiori
da turgide alcove unte di pianto
cerchi che discendono piano
naufragando pigri sull'incoscienza:
del biondo tempo passato a cercarti
fino a scolpire i lineamenti
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La gente spera nell'acqua
guardando verso il cielo
in preda all'afa
ed il migrante spera che finisca presto
quest'inferno di umidità
guardando a riva
quanti desideri ...
e tutti diversi.
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Ruba il tempo a Dio
rubaGli un momento
una pausa
o solo un cedimento
e a quel pensiero aperto
a masticare pena
sigilla lo stento
la consunta immunità
saranno trame di presenza
in istanza d'eternità
senza oltraggi
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Lia |
17/09/2011 12:16 | 2936 |
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 | Segugio... ti chiamavano
mentre ti arrampicavi
per quei gradini in tufo
i pantaloni arrotolati
per affrettar l'ascesa
che senza resa
impregnava l'aria
già satura di caldarroste
e l'oste sull'uscio
col grembiulone e in mano
quel
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| A capo curvo, stanco
risale la china
di un impervio, solitario
sentiero fatto di mille scalini
di una chiesa lontana:
pare portare il mondo tutto
addosso;
sembra supportare i mali tutti
dell'umanità;
rimembra ancora i felici
leggi

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| In un paese lontano
dal tempo e dal mondo,
arrampicato verso
l'azzurro cielo,
un barbuto vecchio uomo,
con l'asticella in mano
indicava, cantava, urlava:
gesta antiche
di re e principesse,
guerre dannate
d'eroi sconosciuti,
assassinii
leggi

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| Così diversi, oggi,
da come, soltanto ieri,
s'era. E fu il destino,
col suo canonico dettare,
ad indicar la strada,
poiché le pietre,
mute compagne di viaggio
dure a scalfire,
mai recano traccia
o segnali per
leggi

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2905 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 1981 al n° 2010.
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