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Le 2906 poesie in esclusiva dell'argomento "Uomini"
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E’ la strada
dell’andata
e non ritorno
che mi spinge
nel silenzio
verso il basso
e nel compiere
il mio volo
come un sasso
non avrò che
nel cielo
vuoto intorno.
E’ il cammino
che rovina
la speranza
il bisogno
più
leggi

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 | E’ questa la mia strada
ormai scontata
il mio destino
il tempo che rimane
viaggio di nessuno
a sol'andata.
E’ questo il mio cammino
mai tradito
nel gioco delle parti
e della noria
che bagna in certi tratti
la memoria.
E’ questo il mio
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Siamo partiti coi nostri piedi
per le impervie strade del mondo
e prima che il gallo canti
vorremmo tornare indietro.
Nessuna strada della vita
potrà riportarci indietro
e prima che il gallo canti
c’ inventeremo una meta.
Potremmo andare su
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Ci siamo di nuovo incontrati
là dove ogni cosa è possibile
e tu baldanzoso mi hai mostrato
il tuo braccio tumefatto e le cicatrici
e io ti ho detto "Finalmente te la sei cavata!"
Poi siamo andati a prendere il solito
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Sfida l’uomo eventi del tempo,
mera preoccupazione?
o desio a fuggire!
Una valigia,
cuore in fondo al cartone,
compagni della speranza
o... del non ritorno.
Fischiar del treno,
al sorgere dell’alba
sfuma lentamente nel lontano
orizzonte,
muto
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Non posso, non posso ritornare
all'antico splendore
a quel dolce bagliore
che illudeva e rendeva felici.
Sono sasso calpestato dalla vita
come se fossi caduto nel baratro
e non recuperato più,
non posso restituire le orme sulla
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Come gocce mi
fingo prediletto
nel tuo sguardo
tra luccichii
di mille curiosi
svanito
nell'essenza
i maturi occhi
mi concedano
bellezza.
Errato dalla
tua dolcezza
mi ritrovai
svanito
nell'aspro deserto,
senza parole
aprivo gli
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 | E’ stato il tempo
a consumare le ore.
Gli anni
hanno sfoggiato i ricordi
per poi sotterrarli
al valore dei sogni,
e al tremore di mattini freddi
o troppo caldi,
dove non si respira,
non resta che andarsene.
Qui dove tutto tace,
dove da
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| Baffi all'insù
grottesco simbolo
di un tempo infausto
ove obbedienza era dovere
tra stomaci vuoti e anime perdute
finché il Cristo lasciò il sepolcro
e vinse la morte.
Capelli impomatati
per un tango
o un valzer
che
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| Son cent’anni d’allora e non vi fu mai per lor ritorno
al natio luogo ai lasciati affetti al caro avito casolare
se non come sfatta spoglia morta in funerea cassa grigia
sì son quei d’Italia i Fanti oh quanti per la Patria caduti
quei nomi oggi
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Lascerò qualcosa
a chi mi leggerà,
in quella pagina
ingiallita dell'era.
L'ombra calpesta
imbianchita nube
dove eterno sarà il sorriso.
Ti guiderà
nella radura del tempo,
allieta al cammino
ogni
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E’ giunto il mio momento di partire
ma non ritorno più in questa terra
che il vento dell’incuria ha trasformato
nel misero giardino del peccato.
E volo via con l’ali corte arrese
a questa maledetta sorte amara
e il cuore sbigottito non
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C’è sempre un bivio ad un certo punto,
un imprevedibile incrocio senza segnaletica
e volti girati dall’altra parte, mentre tu
ingarbugli i tuoi pensieri, taciturni come sempre,
cercando un’improbabile soluzione,
poi scappi, fuggi dalla
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Meglio morto sotto centinaia
di metri d'acqua,
salata come il mio sangue vivo,
che sotto due metri di terra
infettata dall'odio,
pensò
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 | Mi fermo assorto
sul pendio scosceso
cullato dai ricordi
sulle pietre solitarie
del borgo dimenticato
Lo sguardo sulla valle
scivola e si adagia
sulla nebbia a strati
che taglia la montagna
che nasconde le case
Giungon gli strepiti
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| Come ubriacarsi
di abbandono imminente
o inebetirsi
di dulce de leche
e pensar poi:
la strada per Buenos Aires
non è cosí lunga.
Di nuovo,
tango,
o ritorno
impossibile.
Una risata rotonda e agrodolce
sorseggiano i miei
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Non un ritorno
né un tornaconto
e luce non ce n’è
se mi confronto
col modo risaputo
di inondare
il fondo consumato
del tuo mare
che ricco di quel niente
da vetrina
trionfa sopra il nulla
ogni mattina.
Non un ritorno
qui non
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Ancora un sussurro di realtà,
come di
un mondo assopito
fra un solo sguardo.
Giacevano
fra i grani di terra,
le mie mani
come radici di pioggia
che affondano nel cielo.
Non ho saputo scrivere
di noi,
in un abbraccio
di fioche
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Non una ma ben cento se tornassi
svettanti sopra il colle dell’infamia
e tu le abbracceresti ancora e ancora
più rosse come il sangue dato allora
sperando nel tuo limpido creato
ché sempre e senza fine hai tanto amato.
Non una ma ben
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Nei viali sporchi percorsi più volte a piedi nudi
da anime perdute deliranti nella notte
l’anima si perde
Sprofondati negli abissi più cruenti dell’orrore
raccapriccianti bassezze commisero ogni giorno
uomini simili alle bestie
Rigurgiti di
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Bisogna essere in grado
di farsi male piano piano
di farsi male nel profondo
senza mai riuscirci fino in fondo.
Perché così emerse
la primaria necessità:
lo schiarimento della caverna,
il parto apollineo
del fango
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Il bosco di Betulle ombra la dacia
dell’esule dalla lunga barba incolta,
ogni libera idea oltrepassa il gelo
e va al di là del brutale tentativo
di confinarla nel mondo dei matti,
plana sul ghiaccio della distesa
sciogliendosi in rivoli color
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Ero beato
di battaglie che restan lontano
ma di più penso
se fossi
amaro profondo
l'animo inquieta
di notizia quasi
a non voler più sentire
cessino l'onde
e le nere cicogne
ritorni il di bocca in bocca
sempre meno
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Quando il bubbone nero del triangolo giallo
getterà i pustolenti piedi su tutto il continente
la donna dagli occhi senza cornea stritolerà
la pura intelligenza del popolo marmocchio, sradicherà
il primo e il secondo movente
e
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Hai presente gli alberi?
Crescono con le stagioni
sopportando arsure e geli
e ingrandiscono altissimi
ombra spandendo alcuni.
Così accade agli uomini
coi segni dei vari anni
nelle fibre dei corpi
destinati a incurvarsi.
Rinascono gli
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Son giunto qui stupito ragazzino
per poi uscire fumo da un camino
bruciato dalla stupida follia
di chi propagandava l’eugenìa.
Nel cielo grigio unito ai miei fratelli
ho visto rovinare i suoi castelli
e le macerie sono degna scorta
a chi
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Non sono una lapide
col nome stampato
neppure un eroe
ho vinto il destino
in una fragile corsa
ho seguito un forte amore
oltre la mia fragile vita
diventata polvere
sorrido al Divino
mi sono coricato
con la sabbia del perdono
partorito
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 | Io sono ebreo! Sono nel vento!
Io sono diverso da un ariano! Sono nel fumo di Morte!
Frasi dettate dal cuore ucciso
Olocausto infernale, freddo nel gelo dell'indifferenza umana
sterminio voluto e desiderato
un piacere nato nella mente di un
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 | Scivola la sera nella notte fredda
piccole isole di luce tenebrosa
fiochi lampioni nella pioggia.
Negli occhi rossi del fratello
nel suo viso scavato
si riflette il tuo sguardo
che custodisce ormai parole mute.
L’alba del nuovo giorno
nulla reca
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| quando il velo della saga sarà tolto
uomini pensanti volveranno entro sé
i guardi ciechi e la torva rabbia:
cadranno i tre gradi d'alleanza,
uno frantumato nell'aggiotaggio ingordo
di derrate dementi irrelate
l'altro nel vuoto
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| Sibila il serpente
non si azzarda a fare l’occhiolino
capelli alla ritrosa si mimetizzano
non sanno non credono
che girarsi indietro sia l’unica chance
onde evitare scaramouche
punto d’arrivo
in un contesto alquanto sibillino
non esistono
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2906 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 721 al n° 750.
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