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                    | «Non tutti al  mondo hanno lo stesso diritto di vivere e le stesse opportunità per vincere la morte. Tutto dipende dal denaro che hai, da quanto è lungo il tuo conto in banca.
 E tu vali proporzionatamente al tuo peso economico.
 Aurora, se nasceva in un altra famiglia, forse  si salvava.
 O forse no. Sicuramente, però, aveva l'opportunità di tentare di salvarsi che non ha avuto esclusivamente perché il padre era un operaio e la madre una cameriera disoccupati e "tiratori scelti" dell'arte di arrangiarsi.»
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                    | Inserita il 30/06/2011 |  
 
  
  
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        | Quando tua madre me l'ha dettoio quasi diventavo matto
 e mi mancavan le parole
 e mi tremava tutto dentro.
 
 Poi son passati come un lampo
 quei nove mesi di futuro
 nei quali lei ti aveva in grembo
 e a me sembrava, di toccare il celo.
 
 Che festa grande in questa casa:
 ecco, è arrivata la Regina
 eri un bocciolo di una rosa,
 eri una splendida bambina.
 
 Le notti insonni per cullarti
 i pianti per la febbre o fame,
 ed ore intere a coccolarti
 o a quattro zampe a fare il cane.
 
 Ed aspettavi il mio ritorno
 ed aspettavo di tornare
 e ci pensavo tutto il giorno:
 senza di te non ci so stare.
 
 Poi, uno strano capogiro
 cadesti a terra all'improvviso
 crollava addosso il mondo intero:
 com'era bianco quel tuo viso.
 
 La corsa fino all'ospedale
 ma non sapevano che fare
 io di li fuori stavo male:
 non ti potevo accarezzare.
 
 Tua madre ed io: un solo abbraccio,
 ci ritrovammo come quando
 si è ragazzi ed il vantaggio
 è che nelle mani stringi il mondo.
 
 Passò quel gelo che da tempo
 accompagnava la nostra vita
 quasi vent'anni dati al vento
 tra una discussione e una cazzata.
 
 Ci avevi unito un'altra volta,
 per noi contava solo che,
 che ci fosse un punto di svolta
 che riportasse a casa te.
 
 Ma dopo giorni d'ospedale
 arrivò fredda la notizia:
 "sua figlia ha un brutto male".
 
 E la speranza era legata
 ad un viaggio di trentasei ore
 dall'altra parte della terra,
 che però, solo può affrontare
 chi cammina con la ventiquattrore.
 
 Chi tiene i soldi sulla banca:
 conti da perderci la testa
 aperti e chiusi, a destra e manca
 ed ogni giorno fa una festa.
 
 Per noi non c'era alcun futuro
 perché di soldi neanche l'ombra
 e fermi a piangere su un muro
 e a bestemmiare chi ti compra!
 
 La mia Regina era attaccata
 a fili e tubi per mangiare
 la madre dietro la vetrata
 che la vedeva respirare.
 
 Ed io impotente che assistevo
 ad una storia disumana
 si può morire a cinque anni?
 E tutto in una settimana?
 
 ..."Purtroppo, la bambina ha un brutto male..."
 dicevan gli esperti, quasi indifferenti:
 "...però, una chance, forse si potrebbe avere
 ma lontano da qui, e con tanti soldi..."
 E, giuro che ho tentato,
 con le unghie e con i denti.
 
 Tu eri solo una bambina
 Angelo puro sulla terra
 figlia d'operaio e di cameriera:
 per sopravvivere, una guerra.
 
 Dove trovavo dolce Amore,
 i soldi dell'ultima speranza:
 io non mai avuto "ventiquattrore"
 e la nostra casa era una stanza.
 
 Se solo io potessi ora...
 tornare indietro a quando c'eri
 se si potesse, giuro, Aurora,
 farei ben altri pensieri:
 una rapina o un rapimento
 e tutto per un giusto fine,
 perché il male che ti uccise dentro
 non ti ammazzasse come un cane.
 
 Angelo mio, la vita è un volo
 e tu domani spiegherai le ali...
 di te pensavo con dolcezza
 ma non sapevo che quei mali
 lasciano soli a morir piano
 senza neanche l'ultima carezza.
 
 Che non ho avuto il tempo di fare
 perché la morte arriva prima,
 prima che tu possa realizzare
 che non l'avrai mai più vicina.
 
 Adesso vado, devo andare
 ho poco tempo o troppa fretta
 devo raggiungere il mio amore
 Aurora è in celo che mi aspetta...
 
 E farò un salto di tre piani
 e il tempo che adesso ci separa
 sarà un istante, e da domani
 la vita, insieme la vivremo
 e sarà sempre primavera.
 
 Ed a tua madre ho li lasciato
 un foglio scritto, poche righe:
 "...sappi che io ti ho sempre amata
 tra i miei ritorni e le mie fughe...
 
 ...e sappi pure cara mia
 che in questa vita andata male
 voi siete state: casa e via,
 Amore e voglia di tentare.
 
 Amore e voglia di uscir fuori
 di dare un senso all'esistenza
 vissuta sempre tra i dolori,
 tra mille stenti e una speranza.
 
 Lo so, per te son stato un pover'uomo,
 brutto marito e brutto padre
 forse un fallito, un incapace
 per la sua figlia e per sua madre...
 
 Ora ti libero di me però,
 ti prego, fatti un'altra vita...
 
 Io, io vorrei vederti,
 da quel celo inquinato
 felice, accanto a un altro uomo
 che ti dia quel che non ti ho dato.
 
 Per ogni volta che dicevi:
 non sei capace a fare soldi...
 a migliorare questa vita,
 ed era un dialogo tra sordi.
 Credimi, io ti ho sempre amata..."
 
 Ma adesso,
 Aurora aspettami, tuo padre
 ancora un attimo ed arriva
 per stare insieme, ora e per sempre
 e non lasciarti mai più sola...
 
 Se non son stato io capace
 di vincere la morte
 per poter tu esser felice
 e sovvertire questa sorte,
 almeno posso starti accanto
 avere il tempo di guardarti
 dentro un sogno infranto:
 l'eterno, è un modo di specchiarti.
 
 E tu, sei un Angelo innocente
 e Dio ti accoglie nel suo coro
 così come non farà con quelli
 che non mi diedero un lavoro,
 che non mi diedero una mano.
 
 Ma adesso, zitto, il terzo piano
 ha appena preso la sua via.
 Aurora, aspettami che arrivo...
 Cosi sia...
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            | «Aurora  muore per un brutto male, il papà la segue in cielo...» |      
     
 
                 
 
                
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