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        |  | Toccami e legami nel sangue
 Tuo è il fremito
 d'appartenerti
 Possente, perfettamente conservata, la voglia mia
 non si dà pace
 nei giorni privati a lei del tuo calore
 bisbiglia, lamenta... e all'oscuro aspetta
 d'assomigliarti non ha mai smesso, timido raggio seguace del sole
 Tuo è da sempre mio sospiro intrappolato
 in questi luoghi
 Stropiccia in mano
 le poche foglie infedeli al tuo silenzio
 e cedi il passo a chi è rimasto negli anfratti bui ad aspettare
 non vorrai lasciare l'albero spoglio, denutrito, senza nome?
 il nostro giardino deve nascere, al più presto, mio Signore
 a breve, cadrà la notte e il nero m'avvicina lentamente il gelo che ti chiude al cuore
 nel corpo, camminami, come ti piaceva fare
 tuo è il profumo
 delle prime foglie
 Guardami come nessuna primad'ora nascere dalle tue viscere
 Visitami come unica tua creatura
 Sii il mio letto ove coricarmi a tarda sera
 Sii dimora per ogni mattino che l'indomani dal suo viaggio, ti risveglia
 Non esitare, respirami oltre
 Non cercare di dimenticarmi come io fossi sogno
 da tempo guardavo i tuoi occhi e tu avvertivi il mio sapore
 da tempo ascoltavo i tuoi passi e tu cercavi i miei
 ora è tempo per te ch'io ritorni
 accoglimi, non puoi vivere di me al bisogno
 tutto o nulla
 - di noi - così fù scritto
 sono quel profumo che inebria il primogenito sole
 dò luce a parole, nasco ad ogni Primavera e ti ricompenso di novelle felicità
 ogni vecchia ferita nel cuore
 Restami accanto, chiudi gli occhi miei soltanto...
 e se hai paura, mio Signore, tendi la mano
 Non temermi Amore
 Sarò io a guidare quel volo tra le foglie
 e tu non dovrai far altro che udirmi passare...
 solo passare...
 e poi, nulla
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            | «amarsi fino all'inverosimile... sentirsi dentro l'uno nell'altro quasi fino a scomparire...
 a non percepire più dove inizi tu e comincio io...»
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