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-Permesso?... Posso? Buongiorno
figlio mio, sono il Padreterno.
Immagini perché son qui da te?
Se scendo in terra una ragione c’è:
raccogliere un bel fiore come te
per portarlo lassù insieme a me.
- Signore mio, che Ve pozzo dì?
Sia fatta la Vostra volontà.
Però se permettete
Ve voglio cercà n’urdemo piacere:
putesseve aspettà ddiece minute?
o ce ne avimme a ‘je ampressa ampressa?
-Va bene figlio mio, ti sia concesso.
Ma se è lecito, che cosa devi fare?
-Vedete, Signor mio, io mò v’o ddico
pure si penzo che Vuie già ‘o ssapite
...senò che razza ‘e Pataterno site?
-Figliolo!! Non essere così impertinente.
E’ pur vero che sono onnisciente,
ma devo badare all’universo intero
e qualche cosa mi può pur sfuggire.
Perciò dimmi, son qui ad ascoltare.
-Scusate se so stato un po’ scortese.
Ma Vuie site pure misericordioso
perciò mi son permesso e me ne scuso.
Chisti minuti che mi concedete
me servono pe dà l’ultimo abbraccio
a chi aggio vuluto e m’ha vuluto bene.
M’e vvoglio strignere cu tutte ‘e forze mmeie
e ringraziarle pè chell’ammore
che m’hanno sempe dato
pure si forse non m’ammeretavo.
Le voglio cercà scusa ‘e tutte ‘e sbaglie.
Le voglio dà nu vase pè tutte chelli vote
che pe’ scuorno non ce l’aggio date.
Ma Vuie che liggite dinto ‘o core
sapite quanta bene l’aggio vuluto
pure si non sapevo darlo a vedè.
Voglio guardà l’urdema vota
chill’uocchie che so belle comme ‘o sole
che hanno fatto bella ‘a vita mia
e restarranno dinto all’anema pè l’eternità.
Fatto questo so pronto pè venì cù Vuie.
Ma primma voglio dirVi n’ata cosa:
Io non saccio si mò che ce ne jammo
me purtate all’inferno o ‘mparaviso.
Ma pure se avessa ‘a je a fenì all’inferno,
io Ve ringrazio ‘o stesso
pè chelle cose belle che m’avite dato ccà . | 
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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