Non bisogna mai sognare sulla propria sposa.

Ci sono momenti della vita
nei quali rimani deluso per ogni cosa
ed il tuo amore sembra rifiutato
anche quando di dar tutto hai cercato
e sconsolato non percepisci nel presente alcun risultato,
nessuno sorriso, nessuna ricerca di te.

È in quel momento che nascono i “se”
e ti senti disorientato, ti senti rifiutato
da chi consideravi passo del tuo passo,
mano della tua mano, respiro del tuo respiro.

Ti chiedi perché, ti poni domande
alle quali non sai dare risposte
perché hai sempre offerto amore,
hai sempre cercato il piacere comune.

Accendi il lume,
che riposa sul tuo comodino,
accendi la nevrotica sigaretta
e da quella microfiamma, da quel lumicino
noti come il giorno si consuma in fretta
e che la luce è solo un bagliore, effimero luccicore,
che si spegne per morire
come sono le cose del mondo.

Non c’è amore
in quel tabacco combusto ed immondo
non c’è affetto
ma solo consumazione senza senso, senza alcun progetto
come nei giorni di disorientamento.

Cerchi nel tuo comodino, accendendo la luce del lumetto
e leggi il giornale, accendi la televisione,
leggi il tuo libro, sfogli un fumetto,
aspettando che quell’amore
possa ritornare a luccicare
perché sai e ne hai memoria
che un tempo risplendeva di luce propria.

Guardi l’argento sul comò e nella vetrina
e vedi come quel sentimento che luce era
ora è offuscato dal tempo frenetico e peregrino
e speri deluso cercando di prendere consapevolezza,
che bisogna attendere, solo attendere con fermezza
per vedere un giorno quella passione e quell’amore ritornare
come affetto e comunione spirituale.