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          | | Questa è una poesia erotica: se può turbare la tua sensibilita o se non hai più di 18 anni dovresti evitare di leggerla. | 
 
 
  
  
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        | Il mio nome è un altro, guardo il soffitto tappezzato di
 umidà, macchie di una
 malattia che fa sbandare i
 neuroni in presenza di scale,
 mi piacerebbe spogliarti qui
 con questo freddo che abbaia
 come un cane rognoso, sedotta
 da un quadro di nudita’vedo
 quasi piangi dalla voglia,
 hai un sorriso liquido, il
 rossetto e’ sangue che
 imbratta le pareti, una lussuria
 che allarga le vene, metto le mani
 sulle tempie, dietro le tende
 scrosciano le tue ossa gialle,
 si staccano le parole dal giornale
 che strappiamo con i corpi
 a terra, da dentro una canzone
 ti parlo, mordo le caviglie
 gocciolanti e il
 piede nervoso d’amore
 ossessiona, vedo un bisturi
 una stanza di ospedale,
 la parola scritta nera
 in fondo a  un corridoio
 troppo bianco”chirurgia”,
 uno svenimento che sento
 tutto nelle orecchie che si
 gonfiano spaventosamente, poi
 niente, niente di reale,
 sono solo col tavolo e i
 piatti lasciati al futuro,
 mi alzo e vado spettinato
 figlio della fortuna.
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    |  |  Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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