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♦ Pasquale Farallo | |
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Maggio 2025 |
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Roberta Viotti
Le 127 poesie di Roberta Viotti
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Mi raccogliete negli occhi fumosi
e mi inventate
bigotte stampelle nelle bocche distrutte
cigolanti e miopi
e
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Ci sono tempi sillabati e fecondi
vele irose e stupite
e mari visti e invisibili
e fogli diversi
turgidi e
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Eppure lo senti quando accadi
due metà fra le stesse pietre
l’una cerca la giustezza dell’altra
- ignori ciò
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Ho le parole nello stomaco
rotonde e pruriginose
e rigirate
come mani inconsolabili
pretese e protese
e odiate e
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E’ tempo
fermato e liquido
scisso e inscindibile
quando sgorga sollevato e portentoso
dal tuo palmo
al grembo della mia
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Scavata nella roccia mi trascorro in giorni
dalle mille mani
e mi addormento
per non offrire la gola alle forche
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Come le raccogli le cose superbe
quelle cadute dagli spaventi
ringhiose e spalancate
e protese
come le nascite
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In una dimora di tempo fondo la mia follia
e il peso è stravolto
e più lievi i fianchi
quando ti stringo
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Ci sono frastuoni come silenzi
scuri e rotondi
oceani spaccati e ammutoliti
come una tela
stravolta e
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Non confonderti con le mani aperte come urla
né con le maree
che avvengono scomparendo
o con la pelle lieve delle
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Avete visto
crepuscoli ferruginosi e acque incuranti
la nudità sconnessa di tutte le vele
la liturgia delle
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Chi ebbe morte non seppe vedere
più che lo specchio sbilenco
delle circostanze
la rabbia dovuta scardinò la
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Hanno bocche forate i giudizi
quando l’assoluto riempie il ventre all’Io
suoni immoti e bercianti
e onniscienti
come
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Mi concepisco
sulla tua schiena pietrosa e incurante
e spalancata
come la nudità delle tue ali superbe
- amore
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C’è un tempo
in cui l’inenarrabile diventa logico
la condizione sconcerto
e una sponda l’impossibile
dove i
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Quando il coraggio non fu bastevole ai resti
ho chiamato la tua carezza
e l’ho distesa
nei giardini che abortiscono i
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Roberta Viotti.
Ci sono giorni come cattedrali
ascesi e spalancati
quando lo sguardo scavalca le dimensioni
e l’ovvio muore sulle bocche
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Non furono i giorni scardinati e sghembi
e supini
come i randagi nelle ombre estive
né l’acciaio delle albe
e dei
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Hanno luci sbieche le parole
definite e ferali
come i gemiti obliqui delle spade
piovose come le pietre delle mani
e
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A volte mi vedo più forte per ricordarmi di splendere
e mi sbilancio nelle rotte che scrivono i passaggi
poi bacio
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Sei sempre stata così
pallida e umida
con la testa da capinera
gli occhi schiariti di turchese
a metà fra
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A volte mi cerco le mani tra la folla
e mi rifletto nelle vetrate appannate
schiarita e nevosa come un’idea vacillante
e
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Quando cade l’ultimo crepuscolo
la sera si inclina all’ombra
rovesciata e offerta
e indefinita
come una grotta d’ebano
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Quando il mattino cade dai sogni
i pensieri ruotano nella penombra
polverosi e ambrati come impressioni
profumati di un
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C’è un oceano rotondo di emozioni
dove ululano mantelli sperduti
e soglie accigliate e abitate
e odori
bruniti
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Ci sono passi brevi e perpetui fra le distanze
e solstizi madidi e infrangibili fra i ritorni
quando le porte si riempiono
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A volte il tempo si carica di metallo
come il fumo sulle navi delle città
e si ferma rugiadoso e roco
in un ramo
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Ha un soffio prolungato il mare
come un lamento che si morde e fugge
un parlare bianco una paura solitaria
una
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Ha un delirio vacillante l’onnipotenza
un coltello liquido un’apnea notturna
il volume stonato di un’eco
un afrore umido
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Alla pietra aperta della tua mano
rassegno le mie porte indocili e remote
le tane delle battaglie le ombre risentite
un
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127 poesie trovate. In questa pagina dal n° 31 al n° 60.
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