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        |  | Stanotte, ho sciolto abbracci difettosi di pillole sul dorso di viscere nauseate.
 Facendo gargarismi di traduzioni intime,
 ho attraversato lo specchio.
 Una bambina, deliziosamente sinistra di
 sussurri in sordina, mi stropicciava
 gli occhi davanti.
 Mi sono vista.
 Accordando l'orologio, sentivo il lampadario
 ticchettare, scarico di ore divorate nel
 cannibalismo di nani in corsa sui
 secondi senza traguardo.
 Una bambina mi offriva fiori annaffiati
 da cani in preda alla paura di un'artificiale
 luna ululante.
 E così mi sono vista nella luce più bassa
 delle ombre.
 Accompagnando piedi di lancette callose,
 scivolavo dentro gozzi gracchianti di cucù
 che starnutivano giorni di calendari paralitici.
 Una bambina ciondolava braccia di maniche
 golose di polsi.
 Mi sono vista, di nuovo, dentro l'imbottitura
 ingravidata da un cibo ubbriacato di stomaco
 vuoto nell'offertorio di mani assenti.
 Tamburellando dita di fumo, vaporizzavo
 spirali grigie di compagnia su gengive sbattute
 da denti logorroici trapanati.
 Una bambina, sudata di cotone doppio
 sotto un sole di lana, voleva tornare a casa.
 Mi vedo ancora davanti alla porta adulta
 chiusa, spiata da fessure cieche di lampadine,
 che chiudono giostre di ciglia imbrunite.
 Abbandonando giacche di capelli intrusi,
 gettavo vesti in lavandini insaponati di cene
 lavate su cuscini di ispido crine.
 La bambina, disegnando il bello, colorava
 schizzi di protesi ottiche.
 Gettando avanzi di steli, strabuzzava ancora le
 palpebre e soffiava cartaceo vivido sulla
 mia pelle sottilmente udita.
 E così ho sentito.
 Valicando strade aperte di porte senza
 fessure di notti sudate che lasciano soli,
 sono tornata a casa.
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        | Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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            | «Dedicata a tutti gli occhi... belli!» |      
     
 
                
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