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Responsabilità sociale
Aracnofobia (ovvero dell'impossibilità a liberarsi dall'angoscia)
Satira
Da anni un ragno tesse la sua tela
in un angolo nascosto del terrazzo
piccolo e protetto: sempre lo stesso.
Io non so uccidere gli insetti
per quanto grande sia il mio ribrezzo
eccezion fatta per le formiche
innocenti e laboriose creature
che involontariamente schiaccio camminando.
Così ho provato a distruggerne la tela
per ritrovarla dopo poco là dov’era
sempre più ricca e raffinata di fattura.
Il mio ribrezzo cresce a dismisura
non ho la forza per tentare ancora
di liberarmi dell’usurpatore
e mi sono rassegnata a malincuore
a lasciare irrisolta la questione.
In fondo è una questione di diritto:
quel ragno sa cos’è l’usucapione.
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«La figura del ragno è ad ampia interpretazione, ovviamente! Nel ragno ognuno può vedere l'oggetto della propria angoscia (... almeno questa era l'intenzione!)»
Commenti di altri autori:
«La tela dei ragni è indubbiamente molto resistente e non volendo uccidere l'insetto, si tenta perlomeno di eliminarne la tela; non riuscendo nell'intento, alla fine, ci si rassegna a conviverci. Bellissima metafora che rende senz'altro l'idea!»