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Sono nata a Firenze nel giugno del 1975 ma vivo altrove.
Insegno da oltre undici anni con grande...(continua)
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Le sue poesie
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Nunzio Buono Nasce a Milano, il 24 giugno del 1960 secondo di sette figli, all’età di sei anni ...(continua)
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Le sue poesie
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Umberto De Vita
Le 267 poesie di Umberto De Vita
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 | Certi sospiri incrementano la bramosia
che l’anima assorbe e cela avidamente.
Vorrei per una volta sentirti dentro me:
nel dolce e antico gioco dell’amore
nella caducità della sera.
Senti? anche il vento mormora
con un cicaleccio continuo;
mentre
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 | Cara, dammi la mano e seguimi;
ti condurrò nel soffio del vento
e nell’olezzo di salsedine
ove gli amanti si radunano
per ascoltare il respiro delle onde
sulla battigia; nel timido bagliore
che precede il mistero notturno.
Si schiude quel fascino
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 | Come vorrei
immergermi
nel mare dei tuoi occhi
e perdermi nel tuo ventre.
Possedere
la tua bocca di agata
nell’ora che s’innalza la marea,
dormire sul tuo seno
al dolce mormorio di risacca
che mi riporti
nell’estasi d’amore
quando col cuore
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 | Dolci rintocchi in lontananza
si mescolano ai miei passi
nell’incolta brughiera
ove silenzi ovattati e declivi
mitigano l’aria pungente.
L’erba alta sembra un’onda
mossa dal vento che s’avanza.
Nell’imminenza d’un evento,
altro tempo
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 | Non conosco il colore dei colchici,
e non so come nasce un simile fiore
che sfida cieli infiniti
ove s’involano saettanti falchi
nei dirupi a strapiombo,
né quale mano arcana cosparge
i semi nei solchi,
o se per incanto ne è artefice
il riflesso
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 | Forse, volgendomi indietro,
vedrò sollevare polvere ancestrale
sovrastandomi nel compimento
dell’eterno, senza avvedermene.
Un tempo m’era dolce sognare
nel mistero della sera,
quando il sole si cela nell’alveo della foce
oscurando l’indaco del
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 | Cara, dolce e arcana luna,
il tuo incedere
imperterrito
accende il mio sorriso
mentre osservo ascoso
il tuo peregrinare
col naso schiacciato
sull’invetriata.
Oh luna che tutto inargenti
sì bella e leggiadra,
appari e t’involi
furtiva fra le
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 | Nel libro dei miei ricordi
Tu portavi il peso della Croce
e ci nutrivi l’anima nella speranza
vagando nella bufera del mondo.
Fa’ ch’io sia, fratello Lolek,
portavoce di Cristo
a Tua immagine e somiglianza,
insegnami l’agire
prima che la nebbia
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 | Ti scruta e ti sorride Antennamare,
mentre supina nell’opprimente calura
osservi attraverso un velo di foschia
pigri gabbiani sullo Jonio,
(quel mare che mi vide fuggire).
Splendida Zancle, ora risorta
da laceranti e antiche ferite.
Ogni giorno mi
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 | Rammento quella stanza vuota
un’estate fa, carica di ricordi:
c’erano odori, colori e suoni
nella riposante siesta pomeridiana
dall’aria fortemente salmastra.
Oscurandosi il cielo nei prati
colmi di fiorellini multicolori;
piegati dall’impetuoso
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 | Avvertivo in un mare di dolcezza
quanto la nostra vita era euforica
nel percepire il profumo dell’estate
mentre cadeva su
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 | Nell’ora impastata di fresca aurora
trascino questa povera vita
come un sacco vuoto
per stemperare la malinconia
in qualche angolo di strada.
Deporrò quest’ingombrante fardello
in un luogo fuori mano;
ove alcuni uccelli di passo
planano confusi
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 | Sulle ali poderose dei venti
si spande nel canto dell’infinito
la fresca brezza della sera.
S’avverte una sorta di
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 | Nell’aria dolce d’aprile
il vento del Sud
disperde nuvole vaganti
ridestando la natura.
La terra emana un tepore
svaporando il rigore invernale.
La luce dilata il giorno
nell’immota attesa
della stagion dei fiori.
Timidi boccioli fan capolino
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 | Talora, leggera foschia
avvolge il mattino
che ridesta sparute case
nel contado.
ove fra gerani e ortensie
e, un
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 | La tua Passione
fu atroce, devastante;
e, i chiodi conficcati
nelle tue carni
te li avrei tolti
ad uno ad uno
e, baciato delicatamente
il tuo Costato.
Lenire il tuo Dolore
sarebbe stato per me
purissima gioia.
Confortare
la Dolcissima
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 | Quando un alito di vento
nel tenue sole di Giugno
sfiorerà il tuo bel viso,
le mie carezze ti
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 | Un pugno di ricordi
nella mente vacua
prendono forma
e, si trasformano in sogni
cullandosi come erba docile
nella brezza
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 | L’irruenza del vento
soffia dagli altipiani
e srotola la sua foga
incontenibile.
Si staccano ramoscelli
al di là della siepe:
dove stride la macchia.
Vigila una ghiandaia
sul suo nido a mezz’aria,
e da quelle fronde
un pigolare
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 | Quando il tramonto appare sull’Arno
i ciuffi d’erba sull’argine s’accendono
e, sostando alcune volte sulla spalletta
intravedo qualche guizzo di pesci
o s’ode dall’alto il verso dei gabbiani
che ridiscendono rasentando l’acqua.
L’anima s’empie di
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 | Talora, par che sospirino i crinali
aggrediti dal poderoso maestrale
nell’infinito e immenso spazio
con l’aria carica
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 | Una grande luna piena
sembra che stasera vegli
su maestosi ippocastani
che seminano nell’emiciclo
i loro chiassosi frutti.
Vedo una lanterna opalescente
in uno sciame di lucciole
e, sento la primavera nelle vene
che alleggerisce il cuore
in
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 | Cara, vecchia quercia,
i furiosi elementi
ti sferzano la chioma
e tu impassibile resisti
pur essendo carica d’anni
e, nel contempo ostenti crepe
come aperte ferite
per i dispregi di molte stagioni.
Dimmi perché,
dall’alto del tuo
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 | Il poeta è simile a un eterno fanciullo:
è colui che cammina su strade di nuvole
umilmente, serio e introverso
sognando ad
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 | S’annebbia
un sentiero che s’inerpica
appartato e solitario.
Fragori di tuoni
rimbombano nella vallata.
L’aria, quasi rarefatta,
indugia; e il tempo s’arrende
svaporando dagli arbusti.
Il vento scivola
con un andare e venire
come lamento di
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 | Rammento un luogo battuto dal sole
ove brillavano sassi in alternanza
come fossero lucciole impazzite
all’interno di
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 | Nell’infinitesimale attimo
d’un tramonto vermiglio;
uno stormo di gabbiani
fan gazzarra
intorno alla luce d’una lampara.
Poi, all’orizzonte,
uno spicchio di luna appare,
s’illumina la foce
che riversa le sue acque
nel vasto mare.
Si adagia
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 | Una volta appesi una stella
sulla soglia di casa
per schiarire il tuo viso
e compararla ai tuoi occhi.
Rammenti
quell’afosa estate
quando ombreggiavi
presso la magnolia
dall’intenso odore?
I tuoi occhi di madreperla
s’aprivano come
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 | Si spande teneramente l’effluvio
in questo scorcio invernale,
ove il sibilante maestrale
scompigliando le fronde
annuncia
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 | Declina la sera sciogliendosi
tra bruma e folate di vento,
ristagna nottetempo
come acqua di palude
un silenzio assoluto
e, uno scheletro d’albero
non fa più ombra.
Dio voglia
s’aprissero cieli stasera
sui monti innevati.
Illuminatemi
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267 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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