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Morte
Le 6873 poesie pubblicate sull'argomento 'Morte' Poesie sulla morte |
È già finita
e non mi sono accorto
che scendeva la sera
ed il sole svaniva
C’è già la luna
che accarezza i miei segreti
e nasconde le ombre
della notte che incombe
È tempo di chiudere
gli occhi per un lungo sonno
e nessuna aurora
mi può
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Non so perché
scegliesti il mare
per consegnare il tuo respiro
forse per farti cullare
prima di dormire
o forse per
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Sarebbe stato bello
alzarsi
e poter respirare la luce
del mattino
Quando la terra
ha ancora ricordo della notte
appena abbandonata
dalle ultime stelle
Sarebbe stato diverso
comprenderti
e averti accanto per più anni
anche nelle sere
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 | Sta lì
da tanto
il passato
e non si sposta;
il sole che ricava gli angoli
strepitando del rosso
rincalza,
monito all’immobilità,
argina i grigi,
sipari grotteschi,
vuoto che si rimargina.
Se la morte avesse una voce
porterebbe in grembo la
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| Dolore
che distacca
che fiacca.
Mentre tutto
va avanti
allontanato
dagli amori
dei viventi guaritori.
Accontento la frustrazione
illudendo
non
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Due scarpe sul ponte...
come due parole sul filo
attorno al dito della mente,
attorno alle sopracciglia marcate
del pensiero e del silenzio,
le ciglia nere.
Due scarpe sul ponte...
un peso che ha bisogno
di piedi scalzi,
di mani libere,
di
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In una notte afosa ma diletta
Ade arriva in sella ad una motoretta
ed a centro strada una carogna giace
di un piccolo e innocente animale
che accorgendosi della sua fine
ha stretto gl’occhi fino alla fine.
Ed or tant’assai mi dispiace
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E sei passata
come i fiori di primavera
che prima di appassire
liberano il loro profumo
fra i respiri di un cielo
che non dimentica
i colori del tramonto d’estate
quando l’orizzonte muore
E sei volata via
come gli aironi di passaggio
con
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Era una notte buia
ed io respiravo
le ultime note del velo
sceso per negare il sole
Solo un alito di vento
soffiava via la polvere
e mi perdevo
fra le tenebre profonde
Era una luna pallida
l’argento si perdeva
fra le nubi all’orizzonte
in
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Una manciata di attimi
e non c’eri più.
Mi sono voltata per guardare l’orizzonte
e tu sei corso verso l’arcobaleno,
dove non ho potuto raggiungerti.
Sei parso lontano.
I tuoi occhi impari socchiusi,
in estasi,
alla ricerca di una luce
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Non capisco perché
tu non sia mai tornata
a prendere le tue ombre
eppure ero qui
Qui davanti alla porta
ad aspettarti
come sempre
quando la sera piange
Non so come mai
il tuo bicchiere
sia rimasto vuoto
eppure fa ancora caldo
Anche se la
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Vuote orbite fissano un punto lontano
di un palcoscenico irreale
dove su rosse nubi di scandalo atomico
figure di dèi
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Tra lo sfrigolare dell’acqua
e lo sgocciolio di vetri,
nel tintinnare ritmico della pioggia,
la parola,
rapida come il
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Silenziosa si muove nel mondo,
colpendo ogni secondo.
Sancisce la fine,
inarrestabile emana la sentenza
senza alcuna clemenza.
Arriva in punta di piedi,
ma con tale violenza
da spazzar via ogni indulgenza.
Dopo il suo passaggio ritorna la
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Ebbro di vino e colmo di fumo
intreccio nel vento i disordinati versi
d’una prece sibillina e muta
Ispirato dalla babele celebrale
che non suggerisce la certezza nel mirare
tendo a coonestare l’estremo osare
che nulla toglie a chi non ha di che
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M’accarezza
la tua fredda mano
come il ghiaccio il pianto
scivola il silenzio
d’intorno
e anime recitano
s’alzano
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Vado, per le vie del mondo,
inspirando scuro pulviscolo,
ch’avvolge come fitta nebbia.
Sento nell’aria tetra forti echi
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come le sere in cui rapita dipingevi
l’immenso affresco della morte
e sera e morte sparivano
dentro una ceneriera di luna impazzita;
io avevo la scia dei lampadari ubriachi
tu l’acqua dei temporali estivi
e adesso beviamo assieme in questo
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Lei non è morta
è andata via con il vento
prima della sera
perché la luce era calda
Lei non è più
ma tornerà quando la luna
brillerà fra le stelle
come la prima volta
E non piangerà
la terra finché l’erba cresce
ed il colore dei
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Sette le stelle all’orizzonte
e nell’ora del tramonto
solo un’ombra sulla strada
vuota come i sogni del silenzio
Sette lune trascorse dall’inverno
e il gelo è un candido ricordo
che riapre ferite di nebbia
sul gesto dell’estate morente
Cinque
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Ho pensato di finire
con quest’impero di menzogne
e chiudere il giorno
scrivendo un addio al veleno
Spegnere il telefono
oltraggiando la luce del sole
e consegnarmi al buio
con il ghigno dell’orgoglio
Ho desiderato morire
sul bordo di una
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Notte buia quasi di tregenda
rotto lo scuro da lampi a tratti
soffia forte il vento gemono
gli alberi che i lati abbracciano
del Castello di Binasco, dolente
fievole par una voce dall’alta
giunger feritoia: qual mai male
ti feci Filippo Maria
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Spegni questo giorno
perché la luce è un dolore
che stringe il petto
fra le stelle della sera
Non ho che un respiro
uno solo da spendere
sulle fragili promesse
del cuore in attesa
Accendi questa luna
perché la notte ha solo buio
e l’argento
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Puoi sentire la terra
che scivola via un mattino
e rende il cielo
un oceano di silenzio
Puoi vedere la notte
scorrere in un attimo
quando il sole cala
e lascia i suoi raggi al buio
Tutto intorno è pace
e il marmo lucido
accoglie i
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Nel giardino è cresciuto un fiore
all’ombra dei rimpianti
e le falene non piangono più
la luce che brucia ancora
Nella terra c’è un seme di rimorso
la piccola foglia morta
che ha dimenticato il suo respiro
una mattina di stella caduta
Niente
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 | Quando morirò
voglio che mi dedichino una strada,
una strada pietrosa,
delimitata da canneti
stretta e lunga
che conduca ad una spiaggia.
Quando morirò
voglio che mi dedichino una piazza,
una piazzola in autostrada
circondata da montagne
con
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Temo il momento del distacco
perché tu non ci sarai
a contare le nuvole del cielo
con il respiro della sera
E vago le mie illusioni
quasi fossero perle di fiume
abbandonate sulla riva
dopo che il temporale ha tremato
Ho paura del silenzio che
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Ho chiesto ai miei angeli
di pregare per te
Ho chiesto al tempo
di correre in avanti e all’indietro
secondo la tua necessità
Ho rimandato a domani
quello che m’impediva
di esserti vicina oggi
E ho trovato bellissimo
il tuo nuovo taglio di
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| hy ju |
07/07/2018 17:19| 805 |
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Quando sarà per me
in bilico tra la terra e l’infinito
staccatemi la spina
e buttatemi nel fondo
del più profondo mare
dove dormono i coraggiosi
bambini che volevano giocare
anime senza nome
e pesci stralunati
che ingoiano il dolore.
Quando
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Le ragioni di un suicidio
sono le stesse
dell’ omicidio
Ma quando sarebbero
davvero troppi
gli omicidi da compiere
diventa la soluzione
più pratica
e immediata
Cura empirica
ad un male che sembra possibile estirpare
solo eliminando l’ammalato
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| hy ju |
05/07/2018 21:58 | 785 |
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6873 poesie pubblicate sull'argomento Morte.
In questa pagina dal n° 1141 al n° 1170.
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