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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
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Satira
Le 2579 poesie pubblicate sull'argomento 'Satira' Poesie di satira |
 | Madre di tutte le prostitute sulle acque seduta, i re hanno goduto e fornicato con te, gli abitanti della Terra si sono ubriacati del vino immondo,
in groppa alla bestia scarlatta, alzi la coppa dell’ira di Dio;
Nessuna carezza, psiche t’affronta
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Io con l’amore sono un gabolaro
e poi racconto tante fesserie
a Biada alla Gibranna e alle Kalie.
Modestamente ho il tocco del coguaro!
Io dell’amore viste le idiozie
sono soltanto e sempre il campanaro
e il mio battaglio gente è così raro
che
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E sono il diciannove
Covid senza allegria
se faccio il ventinove
la colpa non è mia.
Tu chiedilo al padrone
che mischia troppe carte
se bara col copione
un brutto male parte.
Io piccolo monello
giocavo e poi dormivo
col pipi e con lo
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A mezzanotte canto...
La voce mi accompagna ed è sincera
in questo buio a sfera
che sa di strutti amori e giorno santo.
A tarda notte intanto
io nel silenzio come manonera
carezzo i sogni e l’avida atmosfera
che si consacra al tanto
al poco al
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Ai tomisti e ai filosofanti
il disputar se la natura
degli elementi e degli esseri
viventi sia o men da Dio intesa
che
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 | Sempre porto er rimpianto
der luogo natio.
Tant’è che giovinezza salendo
quanno li desideri se fecero arditi
pe’ imparà ‘a via, lessi er libro
“’A rilegatrice de li libri proibiti.”
E appresi che ‘a giovane donna è vojosa
ch’è de’ morti amanti
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Il cuore mio non parla e non discute
e senza te si attacca a lingue mute
per cinguettare allegro sopra il ramo
quel motivetto solito: "ti amo!"
È così lento avaro e silenzioso
che adora cimentarsi col riposo
sopra il suo letto rosa vellutato
e
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Il tempo della morte non ha tempo
non si dilunga né si attarda e frena.
La sua signora ha la gerla piena
con i pesanti passi a sopperire
i giorni della vita da smaltire.
Il tempo della morte è in bianco stato
amico e poi nemico in caldo
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Voglio vedere
in un metro quadrato,
su quella sabbia
bruciata dal sole,
chi avrà il coraggio
di star carcerato
chiuso e senza
poter dir due parole.
E se uno si alza
e vuole nuotare
deve prima un po’
guardare intorno,
la distanza che
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Me la trovo avanti e indietro con la forza occhiellatrice
che non muta cambia e mostra parti in parte collaudate
e se vuoi te la propino col ricorso alle minchiate
suicida matricida sopra il palco suo infelice.
Te la dono e la mia offerta vale
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In paese eri da tutti ben noto
conosciuto qual uomo bilioso
un tuo vicino vendeva salsicce
invidioso lo volesti
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In fretta me la sbrigo
vestito e ancora attivo
essendo un vecchio rigo
pretendo fare il divo
nel mettere il giudizio mio in castigo
senza poter svernare il tuo diletto
essendo il capofila di un intrigo
non penso e se mi accade te lo affetto.
E
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Se me lo chiedi scrivo come vuoi
mettendo avanti i corvi i porci e i buoi
le corna per adesso non le appendo
io sono avaro e molto poco spendo.
Se lo consigli lo potrò tentare
cercando di salvare questo mare
ma la mia vela vaga nel
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Ottantanni una nullità
Che non riesco neanche
A scrollare una tovaglia
No non mi mancano le forze
È che
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Lode alla tecnologia
che ci rende liberi nella prigionia
in questo loop temporale
in cui ogni giorno è uguale.
E il sole, obsoleto orologio, ritorna
a scandire il tempo del giorno
dal suo levare sino al suo tramonto.
Sempre in contatto
è la
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E batte il tempo a tempo le sue ore
sopra il quadrante e muta notte e giorno
e se ne impipa della gente intorno
o muore o vive non ne ha sentore.
Vago e tiranno avanza vessatore
sulla terra col cuore disadorno
e se ne frega andata e non
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Nell’aria c’è agli estremi un greve olezzo
che provoca sconcerti dannunziani
e ti trasforma in morbo i lati sani
per cui bioesalazione io lo battezzo.
Con ciò sia cosa che io non l’apprezzo
potendo ingraticciarlo con le mani
ma dato che purtroppo
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Te ne procuro una con le ali
che ti potrà senz’altro sollevare
coi suoi attributi sai fenomenali
capaci di saperti confortare
in questo cataclisma da gufare
con tutta l’insistenza delle mani
d’Abramo ricomposte sull’altare
dei sacrifici e dei
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Che nessun se la prenda a male
che oggi ho gran voglia di celiare
e di Lucilio poeta redivivo quel suo
calamo satirico in questa mia nuga
intendo usare: sì è un fatto vero
conclamato ma non ne son io
disperato se sol due o tre
del Sito
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Il virus non scende
dall’azzurro cielo
e ne dal Padre...
che tutto ha creato,
ma dell’eccesso
e di ogni zelo
del dio denar che
tutto ha rovesciato.
Vola spazzatura
da un mondo all’altro,
con il virus
alla luce che esporta
e quando arriva
al
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 | Se misero sarò potrò godere
del cappio sotto il ramo degli ammanchi
libidine per cuori sfatti stanchi
figliastri incatenati al tuo volere.
Se avido sarò saprò valere
in questa sfida nata in mezzo ai banchi
articoli sottratti ai saltimbanchi
nel
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| Passano, toccano, vivono
ridono, innocenti e pericolosi.
Ti salutano, sputacchiano
ti abbracciano e ti donano
nuovo DNA e antiche paure
o l’occasione per rinascere
ad abitudini consolidate
alla tua noia.
Ma allora parlami fratello
mutami
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A te che sei lontano mille miglia
dal cielo delle muse e mi delizi
vagliando dei miei versi trame e vizi
rinnovo l’attestato di famiglia.
A te che senza battere le ciglia
col cuore e con la mente impiegatizi
spedisci giù in cantina i tuoi
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Quando la finiremo
di mettere le ali trafugate
a questo cielo colmo di rovine
tra l’essere del tempo e lo sparire
costato mille volte al vecchio ardire
sui mari destinati ad inondare
il buon pastore e l’anima associati
nella vallata della
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Le mille maschere
dei " grandi e potenti "
son tutte spesso
dello stesso colore
e van tra la folla
sullo stesso carro
insieme a bambini
a festeggiar con amore,
Si veston
di arlecchino
e tutti in piazza
su carri colorati
e bambole gonfiate
e
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Tu mettimi sul palco a recitare
la mia canzone figlia del momento
senza quei gufi abili a sbuffare
soltanto e solamente un po’ di vento
svenduti e consumati nel forgiare
pertanto un fastiosissimo lamento.
E come dice il mago alla tempesta
"Non
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Il FESTIVAL
della canzone si sveglia
e va in cerca
di Big e nuovi talenti,
li ricerca tra cielo,
terra e mare
pur d’imbandire il palco
di stelle lucenti e cadenti...
Va e bussa
a Artisti di oltre tomba
per riportarli
su quel palco tra flaish
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Volevo dare al tempo un mio minuto
per dare luce al sole con un poco
ma tu hai ridotto il tutto ad un saluto
e hai consumato in breve questo fuoco.
Volevo addizionare un cielo azzurro
raggranellando nubi e venti grevi
ma tu l’hai rigettato in un
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L’amore non si vende e non si spende
in questo mondo gravido sdrucito
beato del suo essere finito
nel sangue che versato in noi trascende.
L’amore ci sorprende e si difende
con la sua forza d’animo agguerrito
distrutto da quell’essere
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Strumento o non strumento suono e basta
e stono a più non posso in questo cielo
con la mia bocca aperta al divenire
sospeso tra una nota e il mai non detto
decisamente avverso alle tempeste
gemmate e rifiorite
col sale e con lo zucchero
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2579 poesie pubblicate sull'argomento Satira.
In questa pagina dal n° 301 al n° 330.
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