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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
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Sociale
Le 12204 poesie pubblicate sull'argomento 'Sociale' Poesie sociali |
Scusami, ma non sono così intelligente
o almeno non come è diffusa opinione
sono caduta credendo di colpire
solo chi in malo modo si comporta
invece tanta è la distruzione da me creata
- ti giuro, anche io vedendo tutto ciò, sono morta –
Scusami
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Realtà vissute nell’indifferenza
di chi comanda e deve interloquire
fra poveri che chiedono assistenza
per un ausilio che possa fluire...
intenti nel disinteressamento
di vite bisognose di un aiuto
di qual si voglia sia... un alimento
che venga
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False spoglie mi dà il male
siccome folle l’aspetto.
Nel bisogno di te
non lasciar la mia mano...
leggero è il passo
claudicante e stanco
Non lasciarmi ad apettar l’arrivo tuo
d’una finestra nell’incavo.
Nella tristezza immersa
rughe di
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si è al punto che
ogni giorno
è uno in più a dar scacco alla morte
-finché ci siamo- la candida
filosofia dell’anziano
il consueto giro pomeridiano
per godere un po’ di sole
non si muove foglia
ma voglia il cielo
risparmiargli una
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Cadono come fiocchi di neve,
candidi e tremanti
si dissolvono
allo sfioro della terra,
corpicini senz’anima
con l’orrore
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E poi partire per un solitario vagare,
tra mondi di cartone e lune vuote
il ritorno é sempre stato d’aria e sale
odori di tabacco sfuso e reti per le
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Da ferite da lesione
fin sul dentro suo assediato...
miserabile accattone
dato in pasto e saccheggiato
fiaccamente in suo declino
nel suo fatuo opporsi inerme...
disarmato corpicino
spento, grigio, scialbo, germe
sussistente suo in digiuno
da
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Non ho vestito mai i colori della gioia
i drappeggi rossi e oro della seta
che accennano alle curve del domani.
Indosso un basco militare
un’uniforme a chiazze verdi e ocra
con tasche troppo grandi e vuote
in cui affondo mani di bambina.
Mio padre
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Farina dei poveri
scende dal cielo
mandata dal Diavolo
Si lamentano i panificatori
fatica l’inferno
a cuocere il
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Su di me non ho che ferite
quasi mai confessate, e così poco guarite
dai tormenti dell’anima.
La prima arrivò a pochi anni
quando correndo nell’aiuola del giardino
miseramente caddi su vasi di ciclamino.
La seconda invece nello slargo davanti a
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 | Leggera nel giorno placido
vola cattiva semenza
e millantando qualità
scalza il grano;
siede ineffabile
sulla sedia del regista
colui che ignora
l’indirizzo del teatro
e unica recita
è la finta indipendenza,
onore tra ladri
di nominante e
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Ti ho vista giocare fra le macerie
di quella che prima era la tua casa;
ti ho visto cercare fra le mura crollate
una piccola bambola di stracci e cera
e mentre frugavi attenta a non ferirti
ho scorto la tua mano stringere ancora
quella della tua
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Tanta gente
non ha nulla da perdere e da trovare
la sera esce e non sa dove andare
guarda vetrine piangere miserie
ed è
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Moti di pietà
strappano lembi di stoffa
per legare mandibole
rimaste aperte per la fame
che adesso odorano di
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ragazzi strafatti
che han preso la china d’una vita
contromano
ragazzi che s’ attraggono
e vivono come se
non vivessero
invecchiano dentro gli specchi o da
hikikomori
abita il loro sangue una notte che
si lacera all’ infinito
-le
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 | Nelle periferie rugginose
smaltiscono, i bambini,
ruvide carcasse
di creta
e i mal ricordi
oscurati e burleschi.
Fra l’erba alta, sognano.
I bambini sognano.
Ruvidi sogni e mani.
Non vincono medaglie,
ma lottano.
I bambini
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| non violentate più la primavera
del suo giovane sangue
non pugnalate la colomba
del suo cuore aperto alla
compassione
non schernite più la disarmante
verità che proclama
aizzandole contro
i mastini della notte
dal suo sangue si leva alto
il
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 | Cosa resta d’una cattiva azione
un’impronta né chiara né scura
a metà tra l’alba e la sera
che vorresti ignorare ma non puoi sottacere
E il pensiero cade come per caso sul bene
un concetto che evolve. Inafferrabile...
Si spera. E si muore
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Me ne sto in silenzio tra il boato dell’indifferenza
nel mio mantello azzurro ed intenso come l’oceano
e il copricapo bruno
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Come ciottolo destinato a frantumarsi
ruoto fra le onde e le sferzate del vento
e ad ogni flusso, reflusso
restituisco al
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Cos’altro sono io
se non un mucchio di ricordi dimenticati?
Vado alla scoperta dei miti
che hanno ispirato i miei
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Sgomitare simile a remare
e colli pioppi al vento in platea
a farsi notare
Rizieri Pece
naufrago che cerca di
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 | Amarla, fino al sacrificio, quando occorra ...
Ma voglio saper quale.
Se popoli diversi,
ristretti in spazi incerti ...
chi prevale?
Diverse razze, lingue, e le credenze
è raro non trovar dei riluttanti! ...
O Patria il mondo intero?
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| la verità è un lusso dice quel padre
che non ha ottenuto giustizia dopo anni
per il figlio falciato in una rapina
trovatosi per caso lì in quel frangente
dice -un sasso sul cuore-: forse
è di un altro mondo la verità
-tutto come sempre
insabbiato
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| Chi ci dice tanto è uguale
devi sempre lavorare
lui non sa che grande onore...
dover fare il servitore
non capisce l’
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| Una volta l’ombrello
era un piccolo tetto ambulante
e ospitarvi sotto qualcuno
era motivo di soddisfazione
e di piacevole
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| Chiusi in una prigioni di tempo
costruite ad arte da onnipotenti,
uomini eletti da un gregge senza pastore.
Siamo prigionieri ...
Hanno creato sbarre di anni
costringendo noi carcerati
a tirare i mesi e gli
anni con fune di speranza
per
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Amarezza d’un sorriso,
strappato da un bel viso
a lei che ama la vita
senza mali né soprusi.
Occhi alzati verso il cielo
in attesa d’un consenso
o in un atto di preghiera
a chi l’ha coperta di vergogna.
Da sempre oppressa tra le mura,
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Arida la vita a volte
secca ogni gioia
e l’anima sterpaglia
dove covano i ricordi
e il dolore un fiammifero
sfregato
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Un bacio ancora
per non lasciarli mai
e un abbraccio stretto
per non smarrir memoria.
Lì, sul Carso,
ad uno ad uno li accarezzo,
i miei fratelli,
dolci creature
come angeli indifesi.
Il mio cuore non s’arresta
nel portare loro amore,
nel
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12204 poesie pubblicate sull'argomento Sociale.
In questa pagina dal n° 1411 al n° 1440.
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