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Sociale
Le 12204 poesie pubblicate sull'argomento 'Sociale' Poesie sociali |
Passa in spiaggia suonando l’organetto
la musica corre da un’ ombrellone all’altro
e la gioia s’impadronisce dei nostri
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Il buco dell’ozono
fa sciogliere i ghiacciai,
è un critico problema
che provoca dei guai!
La plastica nel mare
produce inquinamento,
la colpa è della gente ...,
cattivo atteggiamento!
Ci son le colonnine
nel centro cittadino
con l’aria
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 | Per le madri di figli fioriti
il giorno lontano del miracolo
è pietra scolpita
sbozzata, modellata, levigata
“per forza di levare”
e quel che resta sa di perfezione
portento incredibile a chi l’ha generato.
Nulla turba il sereno fluire della
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| Davanti al Colosseo
mi sono inginocchiato,
i secoli di storia
lo hanno immortalato!
Guardavo quelle mura
che il tempo
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Un urlo
dentro uno sguardo che soffoca il cuore,
l’aria che manca
dietro una rete di dolore.
Pareti di cemento
celano sofferenza, un piccolo angelo si dibatte
attero, nel grigiore d’un cielo senza giorno,
senza il sorriso del sole.
Fugace è
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Un altro giorno è passato e sul quel viso stanco
i ricordi di un tempo andato,
immagini che sfiorano la mente,
cade una
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Mai più visi contratti
occhi duri, parole forti
mani protese in evidenti minacce.
Mai più notti d’angoscia
giorni che
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Se dovessi incontrarmi per strada
probabilmente non mi saluterei
anzi nemmeno mi guarderei negli occhi
per la
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Sta, piccolo
nella valigia
al buio dei lamenti.
Laghi le palpebre
si svuotano delle carezze avute
e bambino
culla non
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Il cielo s’oscura ancora
la tempesta s’avvicina
e nulla abbiamo capito
della scorsa lunga notte.
Ora non spunta più l’alba
è perduta la memoria
d’un secolo alla deriva
con l’odio nei nostri cuori.
Ancora nulla è mutato
se restiamo
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Piccola Anna fragile e forte
dalle domande immense
scritte fra righe di spine parallele
e incomprensibili confini:
Dove fuggì la ribellione
dove si nascose la dignità?
Fra condizionanti profezie, ingenuità furiose
nella folle paura di sfidare
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Zikkaron e parlate
voi, parlate per chi, caligine,
l’iniquità non vinse:
dal pollice a sinistra al poi
di cenere nei campi e nei fiumi.
Pulsate, da memoria rerum, riverberi
nel qui e ora di viscosa turbolenza
- dicotomia d’esistenza, d’anus mundi,
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Lia |
27/01/2019 20:21 | 1006 |
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Quanto dolore
nella notte del male
e quanto è freddo il pianto
per i cuori di pietra.
Non ricerca fulgida luce
di albe migliori,
il male.
Si nutre dell’altrui dolo
non vi è martello che ne spacchi il suolo.
Scavi solchi nel mio
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La medaglia c’è.
Sei tu che all’appello manchi.
Ogni giorno è per tutti la convocazione.
E la tua presenza all’appello non risponde.
Dove sei?
Perché possa io correrti incontro
e per nome Fratello chiamarti
e nel mio abbraccio e nel mio
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Olocausto di un popolo
un brivido scorre veloce
lo sguardo si oscura
il sorriso si spegne all’improvviso
Anime spogliate della loro individualità
sentimenti che urlano silenziosi
sofferenze che dilagano
speranze svanite per sempre
"Tu" che ti
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 | Chissà
se anche tu
guardavi al cielo,
bambino ebreo.
Ascoltavi
il pianto straziato
di tua madre,
ed eri
solo un numero.
Volasti
un mattino di Gennaio,
lassù, verso
le stelle.
Fosti
vento, e nulla più.
Tu sei
l’imperituro
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| Gocce di pianto fertile
cadono infelici sull’anima
a dar boccioli di poesia
germogliati tra rivoli d’amore
e
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S’oscura il sole nella valle della morte,
sospirar d’affanni e anime sepolte.
Flebile vocio e coincise preghiere.
Supplizio d’arrendevole castigo e
fantasmi ad apparir negli occhi.
Oh dove andaste stipati come bestie da macello?
Che pensaste
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Voci che tornano, a sconquassare il pensiero
che forte, si credeva al riparo.
Voci che dileggiano la sofferenza
e si espandono nei quattro canti
di un mondo, che ahimè, ha perso il ricordo.
Voci che parlano strano, una lingua,
un dialetto così duro,
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Oggi di quel dolore, gigli nella terra.
Del tuo abbandono accecano gli scheletri.
Ogni prigione una fossa nella pioggia.
Raccontami ancora delle tue allegrie,
della quiete nei giardini d’Europa,
dove si spaziava dal mare alle praterie.
Quando
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È lunga e violenta la notte
della tua giovane vita
con la tua stella ferita
per l’alba che non sorgerà più.
Piccola cara adolescente
hai lasciato ai posteri
le tue emozioni e i pensieri
d’un rifugio senza la luce.
La testimonianza d’un
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In quegli amari graffiti di silenzio
aggregati a realtà di filo spinato
s’attardano
in composte file
brandelli di carne
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 | Ritorna nell’aria eco del deserto,
l’odore acre dell’Olocausto
trasborda ancor l’onda incancellabile
di sangue e orrore.
Non s’arresta fiume di dolore,
pieghe della buia stagione
rinnova ferite mai ricucite dal tempo.
Rimbalza l’incubo nel giorno
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C’è una festa in paradiso
tra le alghe in mezzo al mare,
non v’è il frutto del peccato
solo anemoni da salvare,
ma il serpente tentatore
sulle onde sempre è agitato.
Non ci sono invitati
nè tavole imbandite
sulla porta il divieto,
qui nessuno
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Siamo luce e tenebra
manfestazione di fatto
d’amori e d’odi
nel loro riconoscersi amici- nemici
Siamo noi
ognuno
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Oltre il recinto
dove fu cancellata
ogni traccia ... d’umanità
e varcato il confine
aprendo la
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Dietro quel muro grigio
circondato da filo spinato
e l’acre odor di morte,
nasce una rosa,
una rosa per ricordare,
una per non dimenticare.
Folle... folle... folle idea
di un belzebù incarnato.
Pazzia omicida!
Ha ucciso, trucidato,
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 | Adesso tocca a voi giovani leve
l’ambiente triste e torvo a districare.
Aveste scarso il nostro patrocinio
negli anni in cui sfilammo presto innanzi.
Poi giunse intelligenza artificiale:
quell’artificio che recò la scienza
portava a ben sperare in
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Occhi velati assenti non
vogliono vedere ciò che
accanto a loro sta per
avvenire.
Cuori di madre doloranti
figli strappati dal loro
grembo, crudeltà umana
senza discernimento
Fiori recisi, bimbi innocenti
pianti sommessi,
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E adesso sei fra desiderate spine
nutrendoti di gocce di purpureo sangue
là incatenato
non più schiavo della tua
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12204 poesie pubblicate sull'argomento Sociale.
In questa pagina dal n° 961 al n° 990.
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