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♦ Pierfrancesco Roberti | |
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Le 6650 poesie in esclusiva dell'argomento "Donne"
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Fu lo specchio
ad infrangere
il sogno di una donna
che accarezzava le stelle.
Più non rifletteva l'immagine di giorni
in cui coraggio e passione
davano il loro tocco verde
all'alba del domani
e vestivano di rosso
il sospiro del
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Non smettono di tentennare
su quella lavagna
ognuna la sua anima
riporta ad un mondo lontano
incertezza nelle capriole
sanguisughe elargiscono
voti terra terra
lucciconi
complici di un sentire
che non muore
resuscitano
occhiali del
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In questo giorno del muliebre acclamato
desidero volgere il verbo e il ciglio
all’argenteo che ti veste il capo
e alle grinze che fregiandoti il viso
ti illuminano d’avvenente sorriso
Con la mia parola vado ad illustrare
nell’abbigliato della
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Nata dall'anima e dai colori,
da terra d'amore cullata dal sole,
rosa tra le rose
che soffri d'essere tra le più belle
di piacere troppo, fino a morire
rosa che strappi illusioni
perfetta nella carezza e nella passione
innamorata
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Donna
Creatura divina
pioggia di stelle
madre natura.
Donna petali di rosa
candida musa
felice sposa
di giorno amata
di notte desiderata
Donna anelito di vita
calpestata delusa
umiliata e derisa
Donna isola felice
musa
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Musica, sfiorati pensieri, spenta lacrima,
sorgente d’amore, l’immensità assorta nel silenzio
accarezza il tempo la vanità di riflettente anima,
esula distante, nei meandri di vagito ospizio.
Scaglie di vetri sognano, trafiggono il
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Scrosci d’attese in parole riottose lasciano vuoti
silenti, pesanti, parole da obliare in aridi deserti
da attraversare, in dune scoscese, smosse da
serpi velenose.
Parole in vesti discinte inneggiano falso amore,
parole sofferte trafiggono il
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Ricami un riflesso
un accenno di luce
appeso e labile
alla linea degli sguardi
Un po di te, ora
il sapore strano
dell’aria pura
Infinito è
questo perdersi di luci
di baci, riflessi
sulle inquietudini, increspate
Dei nostri, lontani
e
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 | Riflessi d'ambra adornan
i tratti tuoi leggiadri, quanta
letizia sparsa nel sospirar
tuo lieve...
Donna che amor espandi
immersa nell'aria dolce
d'una fiorita primavera
felice solo d'esser tornata
a viver nuovamente, al bacio
del primo
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| Germoglio aureo
di prezioso fior
sbocciando
eterno rigoglio di vita
Il primo sguardo al mondo
e sfiori il cielo,
bellezza e respiro di luce
Tenace virgulto
custode di intimi segreti,
non ti pieghi al vento
e in salde radici,
affronti nevi
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Io donna
con il mio istinto
gridato appena
sempre appeso ad un soffio di felicità
troppo spesso reciso
divorato
io con il mio essere
mai restio
al pulsare esigente della vita
io
con il mio dire scandito
stretto nelle riserve
che
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S’abbandona al mondo
volando via
quell’alito di vita
senza più compassione o rimorso
solo una donna, diceva
il suo nome
e parole, per chi sapeva ascoltare
mille stelle negli occhi
nella notte
di un sogno
Pavoneggiando il
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Si codificava nell'incanto
di saper rinascere ad ogni ora.
Moriva!
Negli struggimenti appartati
tra il peso delle sue inquietudini.
Si eclissava negli interni dell'inconfessato profilo.
Poi timbrava la sua fine!
Con la promessa di far ritorno
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Ti ho guardato sotto l'albero fiorito,
leggeri petali volavano intorno.
Tu sorridevi e cercavi di acchiapparli.
Com'eri piccola e innocente!
Com'eri bella!
Mietevano il grano, era sole,
un bel cestino di ciliege tu portavi.
Rubino lucido
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 | Occhieggia verso l’infinito
nell’abbraccio di un tiepido sole
tingendo di luce
la campagna intorno.
Fresca di rugiada,
olezza al vento
tra candidi trulli e forsizie in fiore,
seminando rosari di stelle
sul verde dei campi.
Nel roseo cielo
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| Sovente nell’osservar
genti d’attorno
s’arrovellano pensieri
di strana forgia
e mi chiedo:
“Ma se fossi un Uomo?”
Di certo non sarei più donna,
indi, smarrirei
la me stessa ch’è in me?
M’è inutile il cruccio,
uomo non
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 | Madre, madre, madre mia
dove sei anima mia?
Dov'è il tuo dolce sorriso sulla pelle
di quando mi riscaldavi nella notte
in fetale posizione dormivo
ascoltando le mani piccole
che mi accarezzavano
donandomi serenità
nell'intimo
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| Ingoio la riga ironica
di una misura inesistente.
Opulenta e fertile
divengo frantumatrice di schemi.
Io, il codice rotto di un dramma
dal contenuto alchemico...
Mi divulgo indisciplinata e stupefacente
lungo l'asfalto di esistenze
esattrici di fervide
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Povoados de muito amor
Eram os sonhos da menina
Longas tranças, olhos verdes
E um mundo por descobrir
Quis lhe dar o bom destino
Inteligência, doçura e tino
A pequena se destacava
Desde as primeiras letras
Sentia- se
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No, non voglio più il tuo sguardo
mai più il tuo respiro. Tu, che parevi “ciatu ri lu mè ciatu”
no, non voglio più le tue mani... le tue mani,
quelle mani luride... quelle mani che hanno squassato la mia anima.
Ah,
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Glorificazione estrema
di un centro reale, in concerto di forme
destando stupore
schivo lo sguardo
in candido canto di glicini e spade
fragranza al passaggio, in tripudio
L’INCHINO
rafforzata nei chiodi nell’università del cuore
un viaggio
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Emerge dalla grazia, dallo stile,
l’attraente bellezza femminile,
da una parola detta in modo giusto,
e dai particolari di buon gusto.
Da una movenza dolce, assai garbata,
da una risposta morbida, adeguata,
nascono le scintille che
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 | Pensosa e taciturna procedendo,
austera, guarda solo a sé davanti;
non so cosa contempla, tutto, o niente,
con spirito che sembra assai distante.
Quel dì che declamò ben lo rammento
brillanti versi in accorato accento:
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Si respira nelle strade
odore di lotta,
per riprendersi la vita.
E' nel giusto
chi non vuole restare al palo.
Non piangere, ragazza,
il tuo è solo disagio esistenziale,
prendi la mia mano
e sorvoliamo ancora la terra dei sogni:
non li
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| Mavec |
21/02/2014 10:06 | 2668 |
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Confluiva lungo vertiginose pendenze di luci e ombre.
Ogni tanto si celava tra le remote note di un altrove.
La duplicità della sua natura non era dovuta ad una strategia!
Era istinto di conservazione!
Lì, in fondo agli angoli della
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Julie era lì,
il suo docile corpo
a lui offriva
mentre accarezzava lieve i piccoli petali
delle sue giovani rose
sfiorate dal placido vento d'Oriente
che le conduceva a sé.
Rosso di candida seta
era il suo vestito
e bianche
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Tu
Con gli occhi
cerchi il volto
che ti fa battere il cuore
Con le mani
stupisci le guance
dei figli
E asciughi la pelle
stanca e bagnata
del tuo uomo
Con le viscere
lanci l’arcobaleno
delle cose giuste
Con le lacrime
allontani la
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Un lo pòi immaginà vanti discorzi
ci sèmo strapuppati in tanti anni
da questi delinguenti. (1) Dé, Giovanni,
nieli dareste te ventotto morzi?
Mi sa che un giorno li vedrai rincorzi
da Veneziane (2) che, cor
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Un urlo trema nel silenzio
la bocca serrata nessuna parola
sei tu sventurata essere donna
nel cerchio di pietra di una civiltà barbara
Tu... madre figlia
un volto non hai
chini la testa
sulle mani intorno stretta
di chi ti ha nutrito
e
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Le sue parole
stendevano le mie forze,
io che mi credevo imbattibile,
mi sciolsi al suo volere.
Lei, donna perfetta,
il suo sguardo di madre
contagiava la stanza
ed il sorriso positivo
era in tutti noi,
noi che avevamo suo figlio
fra la vita
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 | Non credere al guardare
osserva
assume poesia la vita
occhi attenti dell’anima
e la scia dei pensieri
avvolge l’alone di mistero
del pensare, e l’affetto
di un delicato bacio.
Non riesco a immaginare
ciò che non sono
nel cuore
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6650 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 2881 al n° 2910.
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