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♦ Pierfrancesco Roberti | |
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Le 6650 poesie in esclusiva dell'argomento "Donne"
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Volevi viverla la tua primavera,
una bella stagione annunciata,
desideravi scorrere come acqua pura
e nel suo abbraccio scioglierti sicura.
Ma del canto d’usignolo
intonato al cielo
è rimasto solo il lamento.
E anche del fiore sbocciato al sole
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Ancora una volta
lo sguardo si alza.
Il velo squarciato
dalla lancia crudele.
Punita da un destino
che non ti apparteneva.
Non potevi essere
solo una mamma?
Una lacrima di cielo
ti lacera il viso
intriso di sangue...
Una corona di
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 | Ha occhi profondi
e bocca insicura
che porta sventura.
Mi arriva la voce...
ha lingua di fuoco
che brucia gli affetti
e languide spire
che non mi lascian dormire.
La sento...
ha il passo felpato,
smaniosa
ti scruta e danza.
Mi lega le
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veli di seta
perle da lucidare
a cuore nero (D)
Veli scuri di nera compassione sul viso
o forse lividi sogni che crescevano
fra i venti pallidi di un temporale
in ostaggio fra le nuvole nude di te
Trasparenze rimosse e segni rigidi
fatti per
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Confondo e amo insieme
la donna amata
e la mia penna rossa
ardita.
Arde, quando conosco,
ma si deprime se
non riesce a esprimere
il sentimento che le sta dentro.
Ma a me è il foglio
e l'anima che sono ignote
prima ancor che la mia
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 | Sogni senza veli
si colorano d'echi lontani
e di assordanti silenzi...
respiro piano i ricordi
mentre il rancore
frantumandosi in un
pallido tremore si perde
nell'animo macchiato
dal seme della vittoria.
Ho solo pensieri di pace
e non di
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| e, la conobbi in una lavanderia
a causa di una camicia sporca di sudore,
occhi azzurri come il mare d'agosto,
signorilità come fosse una marchesa, e
la invitai per un dolce, un aperitivo, venne
parlammo ore che sembrarono immense,
rideva
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| Mamme,
rimembrate il giorno
in cui nel vostro fertile ventre
sentiste un sussulto di vita?
Con che vanto amabile allor gioiste
e, la culla con protettivo impulso
soffice gli faceste.
Sostenuto dal latte sgorgante
delle feconde mammelle
stretto al
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Sul molo le donne aspettano le barche,
scialli che proteggono dalla frescura dell’albeggiare.
Sul molo i gabbiani s’inseguono per la preda
e le onde abbracciano di sotto gli scogli levigati.
La luce dei lampioni gareggia con la luna
che si specchia
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Ti tolse i vestiti e
spense la luce
Ti baciarono leggere le sue dita
ovunque la tua pelle chiamasse il suo calore
e tiepida carezza fu il suo fiato
a percorrerti fuori e dentro
seguita dalle docili labbra
Ma quando l'alba si posò sui
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Nella profondità della pelvica cavità
un corpo a forma di pera
protetto dal ventre
fisso rimane
con gli intrecci e le diramazioni
delle tube falloppiane.
Quando un certo sviluppo
si è consolidato
dal sacco’ ormai cresciuto
esce l’ovulo
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 | Presi l'amore
a piccoli morsi,
per non avvelenarmi
il cuore.
Dapprima
eran parole,
tante.
Poi
lunghi, lunghissimi
baci.
E poi
carne, e vita,
ma mi faceva male.
Ogni volta che ne assaggiavo un pezzo
mi restava l'amaro
in
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| Eretta e acerba
tace nel suo guscio.
In se fioriscono
canne immobili nel vento!
Dissepolta radice
le ha svuotato la luce
e l'ombra amara
sommerge il suo candore.
Freme lo squarcio
dei suoi anni andati a male...
Struggente è il valzer
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 | Anelli preziosi
si infilano
nelle dita
di ragazze pulite
e suggellano amore
ma poi
piove a dirotto
e si bagna la promessa.
Lucida e potente
è la trama
tessuta dal cuore
sono vuoti e infiniti
i sentimenti smarriti
si ritrovano soli
e
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Nel suo diverso
modo d'essere, visse
solo d'amore.
Scaglie di tempo glacé
in alchimie astruse.
Linfa di vita
insozzata
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Veli di elegante mistica organza
sconfortano bagliori di luce serena,
dirompendo nell'immensità del tempo
sfumature di dolorosa omertà e scintillii inibiti d'orgoglio
fra nere nubi e cupe ombre.
Ali di dolce colomba
volgono
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Nel sole, solo suo,
amò l'amore sconclusionato
d'un elicitare incondizionato,
negl'anni lunghi dell'oblio.
Nell'intemperie ghiacciate
volò in spirali di fumo,
respirando presenza.
Sfamandosi di briciole,
d'una beneficenza
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 | notti di madri
a vegliare i silenzi
riflessi nelle nebbie
disadorni di mutismi
nella luce fioca
quella da tre candele
ricoperte dalla polvere
che trasuda di malinconia
nella stanza vuota
con gli occhi stanchi
solo il bastone in cui ti
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Nel mare della sacra solitudine
in ossequioso silenzio,
chiude porte e finestre
al sole, al vento,
deponendo ali sdrucite.
Distesa supina, tra le
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si librava nell'aria
come una libellula
esile la figura snella
piroettava sola
davanti allo specchio
s'immaginava bella
ascoltava il vento
raccontare le storie
del suo incanto
quando il tubino
e i tacchi a spillo
esaltavano
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 | Donne consunte,
gravate dalla fatica,
sfioriscono negli anni...
Sbocciano nel giardino del mondo,
innumerevoli,
come le stelle che brulicano il cielo,
per poi cadere nel tempo
di una gelida notte,
senza far rumore,
lasciando dietro sé una
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Taumaturghe.
Donne setose
consonanti mai vocali
dal pallorestremo
ne intuisci la presenza
dal riverbero delle loro fragilità soppresse
ma non le vedi...
sfiori i loro contorni
senza mai toccarli
intangibili siccome
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Ritta e fiera,
donna che guardi il mare
sotto la tua armatura nera
e vedi oltre l'orizzonte,
sul far della sera.
Ombra senza ombre
che ti stagli
nitida e irraggiungibile ...
Donna d'altri luoghi,
d'altri tempi ...
Donna luminosa e
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Non solo un nome
ma essenza di vita
per la vita.
Emblema incondizionato
di amore e dolcezza
infinito.
A volte,
anzi no!
Troppo spesso,
fiore abbandonato al suo destino
preda di violenze e soprusi
di esseri vili e ottusi.
È lì a tessere
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 | E ci dicemmo addio
tra le mura lacrimanti
d’ una città divenuta triste.
Col sole indegno che
scaldava maligno
il nostro ultimo bacio,
il nostro ultimo ghigno.
Ma giace in me
l’acerbo ricordo
di quelle ore
consumate
sui tavolini ed i
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 | Un mondo sommerso
di alghe e coralli
conchiglie preziose
e scaglie brillanti
Un mondo sommerso
che teme di esporsi
a sguardi sornioni
di chi non capisce
Ma poi si tradisce
negli occhi lucenti
che ridono e ammiccano
guardando l'amato,
sia
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All'inizio, eri quasi divina,
una dea, portatrice di un
sublime sogno d'amore.
Ma allora, non avevano
capito che essere femmina,
era vivere da essere umano.
Ma quando hai dimostrato
di saper pensare come Ipazia
d'Egitto.
Di saper
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Che cosa avesse di speciale
il pane della nonna
non l’ho potuto mai capire.
Forse l’arte di un affetto naturale
ne guidava ogni cenno,
che Dio si dilettava a benedire.
Gustoso Pane degli Angeli
il pane di mia nonna
in ogni frammento mi
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Ogni giorno vivi
appesa a lacrime
peso di ricordi
amari
dolci
coperta di veli o senza veli
con dignitosa bellezza
gioisci
seduci
invecchi
ami
il tuo essere si schiude
corolla di
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 | Non ricordo l’ampiezza dei miei vuoti
ne il silenzio che fanno le parole
ricordo solo fiori
che ho sempre pensato troppo bianchi
per il mio rosso sangue
sparso sulle pendici di un corpo muto
per i lividi scuri sui miei polsi
legati da corde troppo
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| Come fresca brezza
m’azzeri l’ansia
del giorno morente...
e ti insinui, padrona
nell’anima mia...
A Te devo la vita
d’ogni giorno sofferto,
pianto
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6650 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 3391 al n° 3420.
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