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Le 1551 poesie in esclusiva dell'argomento "Fiabe"
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 | Al vecchio mulino
viveva un mugnaio,
il cappello stinto
come la farina.
Si reggeva a stento
e, claudicante,
andava in cerca di qualcuno.
" Farò di te il mio successore"
prometteva ad ognuno.
Ma nessuno si fermava.
"Parole
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| al vecchio mulino
insieme a mio padre
muri screpolati
acqua marcia
e la vecchia
moto sotto
il naso
vecchio mulino
cosi' andato
cosi' giovane
nel ricordo
di un quadro
non andare
non lasciarti
andare
gira le braccia
al contrario e
fai
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Languidi occhi rincorrono
ricordi impigliati nella ruota
di un vecchio mulino
lungo il fiume
Là dove ora scorre
logoro il silenzio.
Sagaci mani impastavano
chicchi di desideri affilati
alla forza del vento
intessendo sogni stemperati
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 | Il suo canto celestiale
è un vacuo ricordo
del color ambrato
dell'assenzio.
La fata verde
ha perso la strada
per tornare nel bosco
incantato.
Sonnambula irrequieta
delle notti insonni
passate all'addiaccio
del mio mulino.
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C'era una volta una bambina,
c'era una volta un mulino
in cima a un collina
e le nuvole si dissipavano
come farina
nel gembiule di un cielo azzurro,
in girotondi di zuccheri e sorrisi
fra le corse delle stelle,
nell'iride del blu dei
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le imponenti braccia
del vecchio gigante saggio
erano,
dalla notte dei tempi,
fidate traghettatrici
di arcani messaggi,
tra la terra e il cielo.
il suo cuore di pietra macinava palpiti
disegnando
misteriosi cerchi di vita
imprevedibilmente
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 | lavorava in quel mulino
il mugnaio trasimeno
quando un giorno di mattino
portò un sacco di farina
al mercato in motorino
ma quel sacco un po' bucato
perse tutto il macinato
trasimeno disperato
per non esser licenziato
rubò un
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 | Il vecchio mulino
senza più gli anni verdi
d'un tempo,
continuò il suo cammino
per le vie d'una vita
condotta al tormento.
Solitudine e dolore
bagnavano le pale
levando vita al cuore,
sognatore di un amore.
Oramai credeva
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Giravano al contrario
le sue lacerate pale,
in un mondo immaginario
dove chi scende sale.
Sfidavano cosi le forze,
dettate dalla natura,
come se mille e più stanze,
avessero una porta sola.
Riportavano l'acqua al fiume
invece
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Per onirico gioco
s'incamminò
per terre magnifiche
dove tutto era il voluto
e dove alcun volea il tuo.
Qui è re chi miete il grano e lo macìna,
disse l'alieno fatto a sua somiglianza.
Ed antichi mulini
anziché
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*
Sul grande tavolo di marmo
un tozzo di pan secco.
Nell'angolo un'ombra
irraggiungibile.
Dentro le pantofole gli anni.
Il grembiule sciupato.
La minestra sulla stufa.
Come una volta
mi metto ad aspettarti.
Da basso suonano il
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hy ju |
22/01/2011 00:23 | 2711|  |
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 | Un essenza arcaica
sveglia la vista fuggente
disegnando varchi esistenziali
nella feroce razionalità
di vivere il prodigio ogni secondo
nei fasti oblii d'oro
e giammai pensar d'esser Re
banale sogno ciclico
inseguendo impronte nel
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 | Tra frasche e diramazioni
scorticati rami
gazze occhieggiano
il senso del vento
tra quelle pale
d'arcaico mulino
Piovasco errabondo
delicato
dell'adesso
che fa contorno
a giorni che sono andati
C'è un brandello di bruma
e una
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 | Un giorno c'era
Quel che gli occhi
non riescono
a vedere
Tra le foglie del cuore
ne sento forte ancora
l'odore
Il vento mi porta
al suo cospetto
mi veste di fiori
e mi mette a letto
Sogno papaveri
e uccelli del cielo
cinguettando
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Plana, ferito sopra un tetto.
L'ultimo Drago
di Fuoco e Argento
E il dolore che ha nel petto
non zampilla dalle vene
Cade, silenzioso addosso
- dalle nuvole
che della fantasia
la scia, hanno smarrito -
Poco più in là,
cade
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 | non ricordo l'inizio
ma conosco la fine
svolazzando per prati
una farfalla si posò
sopra un fiore
che anticipava la primavera
si piacquero, si amarono
il fiore inebriato donava
la sua voglia di vivere
la sua allegria
tutto
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 | Il cordone
è un cappio al collo.
Ditele pure
che non tornerò,
nel suo utero claustrofobico.
Non mi volterò.
La strada al bosco
è tutta in discesa.
Mangerò fette di amanita
e berrò acqua di
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Un fazzoletto bianco
s'appese alla sua guglia di cipresso
piccola nube
colomba zingara del tempo
distratta
gli precludeva il sole
- resta -
le disse
- la solitudine mi pesa
il cielo m'è lontano
e dalla terra sale muta polvere
di
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tu bambino puoi entrare in ogni momento
il campanello ha il suono del vento
d'edere su cui arrampicano i sogni la porta
tappeti di fili d'erba anche all'entrata di scorta
pareti di soffioni margherite e poi viole
e per luce solo raggi di
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Midesa |
20/12/2010 13:56 | 5824 |
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Un bambino bello e glorioso
si aspettava un regalo grazioso.
Il giorno di Natale si è svegliato nella notte
che era già molto forte,
sotto l'albero di Natale,
c'era un bel focolare,
corri mamma il mio regalo
voglio aprirlo e
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Il Sole alla Luna:
"Lontana ti levi,
e quando ritorni,
dai netti contorni
di nuvole ai veli
ti concedi. Tu. L'una."
Le Nuvole lecca,
le lava di luce.
Entra, se anche donna,
non viene, ma torna.
Il Sole che tace,
la lingua si
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C'è nel pozzo un segreto antico
lo tiene il nano che sta giù:
"Dimmi Nano cosa debbo fare
per sapere quello che sai tu?"
"Devi darmi le Sette Chiavi
del Castello di Venerdì
e portarmi nelle Sette
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nel mare si è arenata
al largo dello scoglio del sapere
la balena mangialibri
una virata con la sua coda
e riprende il suo cammino
con la sua mole di parole
spaventa i pesci
che nuotano nell'ignoranza
orgogliosa
cerca l'orizzonte
tra
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Midesa |
24/11/2010 16:46 | 4292 |
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Una volta c'era un Re
che adesso non c'è più
è steso dentro al pozzo
dove guardava giù
per prendere la Luna
che manco lo guardava,
neppure s'era Re,
neppure se l'amava.
Allora scese dentro
per catturarla
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 | Fuggì una Stella
quand'ebbi bisbigliato il mio Desio
a cercar - fra i ninnoli del cielo – un frugoletto.
Lenti scorrean i giorni dell'attesa
quando - spiando su nel firmamento
se giunta al fato gl'era la missiva -
scorsi - raggiante di
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| Stupendo pensiero
immaginare noi su un calesse incantato
vestiti come principi di fiaba
unirci in caldi baci prolungati.
Volare oltre le nuvole
sognanti ed appagati
per aver conquistato un reame ambito
dove solo l'amore ne è
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Era bianca
come una luna piena e ben tornita
larga ed ossuta
con belle curve, a volte assurde
e fianchi nudi
se l'assecondi
è sempre là
fatina nivea, d'un allora senza tempo
che ti portava chissà dove
alla ventura,
nel
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C'era una volta un Re
un po' furbo
e un po' cretino,
aveva mille anni
ma in fondo era un bambino,
aveva tante terre,
castelli, casolari,
aveva cieli e monti
e monti e cieli e mari.
Aveva cento donne
ed una donna in sposa
con tanti tacchi a
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 | Grande Calotta ancora livida e minacciosa
fa temere nuove ritorsioni
i Nastri d'Asfalto portano ancora i segni
dell'acquatico litigio
le distese di Pasta d'Argilla
madide più che mai
Grande Soffio spintona
tra l'esoscheletro delle
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| come uno che perde l'accento. tu prova a immaginare a uno che perde
l'accento. così, per, ehm, dovere. devi perdere l'accento, gli
dicono. e lui, sì, perdio, lo perdo, l'accento, ecco
fatto. e lo perde, come no, forse le esse e
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Luna di crudele pallore fulgente,
in seni di morbide ali
accogli le fiamme che guizzano da un cuore innocente.
Sotto tappeti d'ingenuo candore,
in fiamme di gelido umore,
un nero bagliore risplende.
Nella funesta notte,
il suo cuore di
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1551 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 1171 al n° 1200.
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