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Le 23573 poesie in esclusiva dell'argomento "Impressioni"
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E bussi a questa porta in tutta fretta
e mi assicuri d’essere carnale
ma son trecento e più sessantacinque
con soli sette giorni a settimana
dodici mesi come tutti gli altri
quattro stagioni
e solo uno in più
e proprio questo non mi scende
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Non nascerà un uomo nuovo allo schioccar delle dita
oltrepassata la soglia dell’attimo che unisce e divide...
So di un uomo esiliato nel cerchio delle sue paure
So di presunzione e di arroganza
Cantilene perse tra predicati ed oblazioni
Ho
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e, bevo,
si bevo all’anno vecchio ed a quello nuovo,
a cio’che e’ stato ed a cio’ che poteva, doveva essere,
all’uomo vile, infedele ed a quello impotente vigliacco,
alla donna strupata in ogni dove ed a quella sempre amata,
al bimbo mai nato ed a
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Si è messo in testa d’essere di classe
un anno al femminile da parata
sicuro della sua carta bollata
speciale e forse adatto per le masse.
Pretende di potersi accomodare
in casa mia come gli conviene
comprese dieci gioie e cento pene
con tutti i
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Inverno
mi solleva
da polverosi pianti;
puoi toccarne i silenzi
di ghiaccio
che confondono il tono
delle parole,
calde e gioiose nella grotta santa.
Ricorrenze, memorie,
a dar luce e pace tra le genti;
mia madre,
a gioioso annuncio
del
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Vedi, questa nave è un diario di pensieri
dove cullati dalle capriole delle onde
i marinai tendono le gomene,
i muscoli madidi di sudore,
rimembrando lidi senza nome, gente senza volto.
È la nave dei desideri
fioriti come l’amore
e poi smorzatisi
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Forse sarai il solito buffone
enfiato da petardi e bollicine
e le giornate avide e assassine
saranno i tuoi trofei da crapulone.
Forse te ne farai una ragione
con le promesse in bianco sibilline
gemmate da radici truffaldine
vergate da un
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A pelle si sentono
lui, lei, restano abbracciati
l’anima traspare come garza di seta
cura le ferite di baci.
Senza respiro si può anche morire
la pelle origlia i rumori del cuore
sulla pelle il miele cola
come luce splende la pelle di
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Ogni cosa è cambiata
ed io conservo i giorni
quasi fossero carezze
deposte su una mensola
La luce è diversa
ed ogni goccia di sole
brucia la mia pelle
con gli anni amari
Ogni tempo è passato
qualche ricordo polvere
sulle notti di luna
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Ti svegli al mattino
e tutto può succedere
come scrisse Orazio.
La quiete nel respiro lento
guardarsi allo specchio
d’abitudine le solite rughe,
mentre gli occhi del giorno
bene aperti dalla luce
rischiarano i pensieri stanchi.
E’ ancora
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Nebuloso, opalescente
ai bagliori d’un sole che appare
e scompare. E’ un fremito
d’argentei guizzi di gocciole e luce
Strie vermiglie sottrae al tramonto
E poi muore nel viola e nel nero
che talvolta la luna rischiara
Così il cielo ... spesso
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E’ questo tuo restare
su questo declivio di nuvole
azzurre e neve,
è questo tuo restare che ti fa brina,
mentre non mi stupisco
ad ascoltare te
che lotti, cateto tra rettangoli,
e t’infletti ancora, luce
deflessa
sul calendario a
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Qualche petalo di Dafne
è stato sufficiente a causare
il male del corpo
e l’ombra stasera è felice
Di invadere il selciato notturno
provocando conflitti
fra le luci di dicembre
e il cielo sempre grigio
Qui qualche lacrima è caduta
per il
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 | Nebbia nella mente
occulta parole
pronunciate nel sonno.
In quel sonno ho sognato,
solo un vago ricordo
mi resta.
Un profumo, un tocco
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Sapore
nel rimanere scalzi
al limitare di affilature
mai provate prima...
eppure impronte
che immobili al tempo
folletti dei boschi
s’inventarono in armoniche
per altri ora irripetibili
Il mistero sovrintende
lasciti spazzati
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Posso ricordare tutto
ma non la mia gioia di vivere
quando la luce di dicembre
riempiva il cielo
E la nebbia sembrava un gioco
e i baci una nostalgia
rubata alle albe d’altri tempi
con il mare che tremava
Il mare che moriva all’orizzonte
con
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Occhi aperti a scrutare
il primo filo di luce dalla finestra.
Rumori lontani si perdono altrove
nel sapore di un nuovo mattino.
Non so da quanto tempo
la mente si è svegliata
come se non avesse bisogno di me.
Riprovo la vaga sensazione
di un
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Lo stupore degli assolati orizzonti s’incarca,
quando i lucidi tramonti volgono le spalle al compiuto, salutando il divenire.
Tornano i chiarori annebbiati di brina,
confusi da fiochi filari di luci, che ingrigiscono le sere
di solitudini.
Così
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Un sabato, di notte, siamo usciti
da quella discoteca, giù in riviera,
alquanto stanchi, brilli e insonnoliti!
Ci siamo avviati verso la scogliera
per l’ultimo bicchiere in riva al mare,
purtroppo, in un curvone troppo stretto,
la macchina ha
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Soli, curvi, pensierosi
due anziani fianco a fianco
senza nulla dirsi o raccontare
convinti d’aver vissuto
troppo poco o troppo in fretta
per non conoscere il mondo,
misurano i passi lentamente...
quasi troppo vicino il capolinea
di una vita
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Gocciolano le stelle come arnie
sullo Jonio vibrante dell’attesa,
germogliano sulla spiaggia le speranze
fra sabbia e gramigna fatta a strati.
S’allarga come in una tavolozza
l’argento che ricopre il primo strato
del mare che commuove un nuovo
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Erano i tuoi ragionamenti arguti
nel tuo stare sempre nel mezzo,
tra Sparta ed Atene,
a renderti un po’ Elèna un po’ Caronte
e le tue supposizioni logiche
sul vero sesso dei papaveri
a renderti Biancaneve tra le favole
o Bambi tra alberi
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-sorridi sulle ali di un sole
che come un bambino con te vorrebbe giocare
-specchi di luci
hanno il colore dei tuoi pensieri
-ti muovi nel profondo
alla ricerca di te stesso
-con una bionda crine
come una donna che non smette di piacersi
vesti
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Midesa |
19/12/2018 18:24 | 1327 |
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Presepi che s’accendono sull’ autostrada degli angeli
poliziotti che ricercano Giuseppe padre dei migranti
Hanno segnato tutti i Gesù con i numeri del nazismo
Figli dimenticati di paesi vestiti di tombe
ricercano Maria perché ha cresciuto gli ultimi
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 | E quel giorno che il tempo cambiò
nella memoria de’ giorni sospesi
le parole scritte
immagini d’istanti
in un torrente di parole avverse
e spirò del macabro fluire di un sentiero
il solco lasciato di passi veloci.
La notte appesa ai nodi della
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Rimarranno solo ombre sui muri
giardini di stelle affacciati nel tempo
sull’ultima onda che sommerse il cielo.
Fu grandine, che scosse il respiro del vento
il fragore del battito d’ali di mille libellule
che caddero, stanche, come piume dal
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Nell’alba rosa nascente,
raggi luminosi,
doni al mondo.
Vita, spiga dorata,
ti pieghi al vento,
ma non ti spezzi,
sei forte come la roccia,
vivi di speranza,
d’amore,
d’odio
dolore.
Musica divina
fiaccola ardente
nel buio profondo.
Vita.
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Pubblicità
un prodotto per la vita
un salotto comodo
un robot evoluto
una medicina totale
massaggiatori compro
quel materasso è ottimo
un film divertente
biscotti per la colazione
divertimento assicurato
con il gioco virtuale
macchine
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volano foglie d’oro, è il giorno degli avanzi di febbre,
qualcuno posa le buste pesanti sull’asfalto, respira e riparte
portando con sé una scia di ricordi.
In alto danzano i lampioni,
sembrano corpi condannati a resistere
più che luce, lividi,
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 | T’osservo ...
quante sfumature noto,
dici d’essere sensibile,
ma poco ti tange,
non vedo espressioni
emozioni spontanee
coinvolgimenti forti
che ti fanno muovere
almeno un dito,
che ti fanno partecipe...
la tua è strada unica,
non vi sono
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Il sale
che mi hai prestato ieri
è servito per le mie ferite
ho un dolore da bruciare
Ho preso le gocce dagli occhi
e ne ho fatto memoria
sui sogni mancati
di questi tramonti d’inverno
Sul gelo del ghiaccio
ho pregato le promesse
per non
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23573 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 2791 al n° 2820.
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