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Le 23573 poesie in esclusiva dell'argomento "Impressioni"
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Potrei donare luce all’infinito
illuminare il cuore di una meta
e mescolare il folle con l’asceta
se avessi nel mio grembo il tuo vagito.
Potrei scalciare il buio con un dito
con tutta la possanza di un atleta
ma temo questo cuore anacoreta
che
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Venticello sfiora
all’infinito
irti colli al ciel sereno,
seme d’amore porta
al spuntar
dell’arcobaleno.
Al mormorio del rio
povertà dell’uomo
sfolgora, alla brama
del potere,
miseria annebbiata
dalla coltre nube,
l’accarezza
come un
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 | La luce è come il mare!
Scintillio luminoso s’espande
dall’anima,
murmure di gioia solleva
sbrandellate sfumature.
Occhi illuminati d’infinito
corrono l’aere
smorzando ombre
che inesorabilmente inquietano
la vita.
Oasi di salici freme
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Rimango sempre
al buio delle parole...
Una maledizione
che ti inchioda
negli angoli umidi di sonnolenza.
Costruisco zone d’ombra
dove sprofondare
nell’agonia della luce
mentre quel sole fedifrago
che ho bagnato di aurore
splende sul
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 | Do ut des
come da prospetto
accluso a questo viaggio
e la corriera
avanza piano
a volte in piena luce
a volte arranca
su per la salita
fino alla meta
che segretamente
resta in attesa
della vaporiera.
Do ut des
per altro conveniente
come
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| Noi siamo come torce, che riescono
a illuminare il mondo circostante,
mentre prive di luce al loro interno
sempre restano, pur se sono accese.
Così oramai io non ho più pretese
di rischiarare ciò che non è esterno
al groviglio interiore un po’
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 | Al buio di questa luce che non splende
riposta sotto il moggio si difende
da quei sorrisi lustri di lamiera
coi voli di un’ardita capinera
costretta a trasmigrare unicamente
con l’ombra della luna avverbialmente.
Al buio di questo sole chiuso in
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Io ti assicuro una luna storta
un chilogrammo e mezzo di moine
un etto di brillante lucentezza
che adopero di notte e per chiarezza
ti garantisco fiamme mai usurate
il fiotto della vita e se non ciarli
il cuore di un munifico bastarrdo
e il
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Quando al cielo ascendi con dolcezza
tu, pùdica farfalla che al verme sei avvezza
e da esso non ti discosti se non per l’ali
leggera pari, ma i fiori ed i colori a te non sono pari
Pur tratteggi nel tuo leggiadro volo
una rara geometria di tremule
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Era un tempo lontano
e tu amavi cucire le favole
con qualche parola
presa dai sogni
I mattini avevano il sapore
del pane caldo
appena sfornato dai passi
e tenuto segreto per ore
Tra le nostre carezze
qualche ombra
celava le lune
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Tra le crepe s’è annidata la polvere
ragnatele ricamano pareti
l’aria ha l’odore delle cose abbandonate
dove il tempo si è fermato ad un autunno
che si preannuncia perenne
Non si vive non si muore
Ci si sospende al fato
Si sta sotto lo sguardo di
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M’innamorai della notte
quel giorno che a flotte
le stelle stesero un manto
di fulgida luce d’incanto
si stupito nel buio rimasi
con il capo all’insù quasi
in estasi di siffatta beltà
che in terra simili non ha
m’innamorai quel giorno
d’una
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-ma è mia questa poesia?-
avviene che il sangue dirami
il suo flusso e il cuore
sia per un attimo terra
di nessuno
le immagini tornate alla
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Pensieri increspati
in labirinti bianchi
dove siede il silenzio
e rose nere
a tappezzare pareti
sfibrate d’attesa.
Oltre il
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Se piango esiste un motivo
versare lacrime non è ridicolo...
se parlo da sola e sorrido
-dinanzi l’anima-
giacché impossibile restar inerme...
Sì, piango e sorrido
urlo e non capisco
nei miei pensieri rime azzardate e scontate
come i giorni
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Da questo momento
conterò le gocce di fumo
discese dall’ombra
per mietere l’ultima sera
E non avrò altro che buio
fra le dita gelate
da questi giorni maledetti
di tardo autunno
Su questi liquidi oscuri
trarrò la mia forza
e non metterò
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Una silente armonia
scapeccia braccia
osannanti dei tigli
gli ultimi passeri
balzano di ramo in ramo
e fin su poderosi fianchi
coltre novembrina
lucida a specchio
e rende magico il laterizio
una calda luce
cattura lo sguardo
e fa
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toglimi il sorriso di dosso perché c’è poco da scherzare
il freddo nero sulla panchina
le mie gambe
le mie gambe nere
lo sai che non c’è sole a novembre
è stato un attimo di buio
lo sai che non c’è niente da dire
niente da fare
a
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| Mela |
23/11/2018 22:30| 487 |
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E’ come scalare una montagna,
arrampicarsi,
con corda,
chiodi,
scarponi,
cintura di sicurezza,
avanzando lentamente
passo dopo passo,
mettendo bene i piedi
sopra la roccia.
La vetta è ancora lontana,
andare oltre,
anche con la tramontana,
ci
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Cos’è il dolore
se non un sordo rumore dell’anima,
trafitta da mille parole mute
che si nascondono nell’intimo pensiero.
Cos’è il dolore
se non l’insieme di sguardi
perduti nel tempo
che non aspetta, né chiede di avanzare.
Cos’è il dolore
se
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Forse ti ricorderai di me
per la pioggia che scende
fra i pensieri gelidi
che attendono l’inverno
E mentre le nuvole grigie
cadranno in un sonno
profondo come la morte
le cose passeranno da sole
Lentamente come i sogni
che scorrono al
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Tra la luce di un lume
e i miei occhi stanchi
certe volte piango
abbandonata qui senza cura
sospinta dalla brezza dell’animo.
Tutto rende arido
tutto deserto intorno
forma una barricata di tormento
eccolo un tuono nel cielo
si spacca un
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Il tempo passa inesorabile
come granelli di sabbia
in una clessidra.
Scivola
fra le dita.
Non si può fermare.
Ci sono attimi
che il tempo
non cancella,
restano scolpiti
dentro di noi.
Vivi lampi scintillanti
vibranti d’energia
lucciole
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 | s’avvicina l’inverno e la porta resta chiusa
la luce riflessa sul vetro e noi, che ci abbracciamo nella solitudine
assopiti i sensi, abbiamo sentito l’eterno addosso
incarnato di bianco, come un cappotto che viaggia da solo
(se solo mi avessi detto
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Nel viavai di circostanza
s’adombra il velo ultimo
leggiadro
nel posare un fervore trasparente
Dolce allusione d’un trasporto
percepito vero
nell’attimo di torpore
risonante come l’eco d’un vento
Si cede all’ebbrezza delle mani
svuotate d’una
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Nella foresta tace l’usignolo
e nelle tane dormono le lepri,
nell’aere più non s’ode voce umana
e fioca luce effonde ogni finestra,
ove il corpo stanco trova ristoro.
La luna candida nel ciel sereno
guida nell’alta notte col suo canto
le
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Il cane abbaia nel van del focolare.
De’ passi sente, e sen va ad adirare.
Ma forse egli è il padron che eroico torna
dalla caccia; e gli porta un paio di corna
di cerva. Ma il padron sen va spirare.
L’ha colpito nel cuor il forte e
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 | Sicilia aggrovigliata di spine
giace nella tempesta
di pungenti rovi,
piange i suoi figli
sepolti nel silenzio
senza luna e senza sole.
Aspetta l’illusoria alba,
invoca la vita che non c’era,
stringendo nel cuore
ruvidi granelli di
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| Le persone più grigie, le normali
esistenze saranno cancellate
nei ricordi dal tempo, che passate
storie tramanda solo eccezionali.
Soltanto grandi beni e grandi mali
si contendono aree riservate
di quella nostra mente, in cui agitate
si muovono
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Sono stanco degli addii
non voglio più ricordare
l’ultimo tramonto
né le nubi del crepuscolo
Sono stanco dei silenzi
quell’assenza di parole
che fa da preludio al mare
ed alle sue tempeste
Mi arrendo ai giorni
nati quasi fossero vendette
di
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Non è l’assenza della luna
amplificatrice d’emozioni
ma è voce del tuo cuore
che m’insegue e perdura.
Non è notte delle stelle ...
se guardo il cielo di esse
non ce n’é neanche una!
Ma ti sento vicina più che mai,
adesso, e nel notturno
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23573 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 2851 al n° 2880.
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