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Le 23575 poesie in esclusiva dell'argomento "Impressioni"
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E la chiami entrata
gli stipiti incolonnati
la trave da far tetto
ma che tetto non è
un varco tra mondi
l’uscio con un pertugio
le serrature verse
la stessa chiave
e la chiami porta
uno stacco tra le mura
risparmio di tempera
l’aria
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Cerca di dimenticare
tutte le nuvole scese sull’altare
di questa notte oscura
ed avrai compreso ogni cosa
L’erba che sogna
di crescere oltre l’autunno
e la pioggia di giugno
caduta per adorare il grano
Cerca di respirare questa sera
il freddo
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 | Troppo bella la ruchetta,
riccia e verde, come brilla!
Qui davanti, profumata,
par che ammicchi, ed è un invito.
L’ho nel piatto, e non mi fido;
poi ne assaggio giusto un filo:
non è certo da morire!
L’occhio allieta, ed io
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Sferza pensieri di forte disincanto
l’onda del maestrale
che si propaga nel tempo.
Schegge che sfiorano e lasciano il segno,
taglienti passioni bloccano il respiro,
umiliati e rapiti in sogni irrealizzati.
Tetra simulazione di un forte
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Ti osservo o candida luna
recito con te la mia poesia
ti ammiro e ti rimiro con la fantasia
di chi viaggia con l’amor portafortuna.
Nel tempo il contemplo o luna
tra i sogni, desideri della giovinezza mia
lo splendore al tuo chiaror plenaria
orna
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Vorrei andare via
lontano da questo inferno di attesa
eppure qualcosa sempre trattiene
quel respiro che brontola costantemente
riporta sulla retta via
quegli occhi dove la felicità si specchia
accusano senza remore
innocenza dove
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Contro il cielo si alzano le colline
Verso la foce si vede un po’ di mare
Questo luogo riposa sempre
Nella calma, nel verde, nel tuo ricordo.
Da qui non sarai mai assente
Perché hai lasciato troppo rimpianto
Un gabbiano passa veloce in questa
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Birbante è volato via quel pensiero
è stato un attimo
intraprendente non ha voluto lasciare il segno
forse stufo di tanto accanimento
sofferenti parole pronte a convivere con la realtà
si fanno in quattro
una ad una lasciano una scia
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dirò di quella volta
che l’ondata mi strappò
come una gigantesca mano
dallo scoglio
pensavo fosse finita
mentr’ ero sballottato
come una
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 | Sembra toccarlo con mano
questo cielo che, come un lenzuolo,
copre tutta la mia visuale
e resto a guardare
il trasformarsi continuo
delle bianche nuvole
che con lievi movimenti
mi offrono immagini sempre nuove.
Fra di esse vedo un soffice
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Selva e rose fra pini marittimi,
dove intorno è declivio e più riarso è il grano,
era il primo apparire del ritorno
con i piedi ancora levigati
dall’asciutto Ofanto,
premessa dell’arrampicata sinuosa alle case.
Da abbozzato oltraggio di
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Più tardi
cercherò di respirare qualche ombra
di questa sera maledetta
e probabilmente mi addormenterò
Senza pensare
al sole pallido di domani
né agli ultimi mattini
che nascono tentando di mutare il giorno
Poi chiuderò
le finestre per tenere
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svelarsi alla brezza sfuggente
animata di sospiri
tra le nuvole sospese
in un cielo terso di pioggia
mi avrai tu donna
incatenato alle grazie dell’anima
per tutti i giorni che seguiranno
senza paura di rimaner nudi
accanto a te mia donna del
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Scompaiono, nel corso della notte,
quei versi che venivano alla mente
prima d’addormentarci, quando psiche
oscilla tra la vita e finta morte.
E la mattina le troviamo morte,
quelle elucubrazioni della psiche
tanto rimuginate nella mente,
e che al
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Ci sono differenze tra il mare e le sue spiagge?
L’uno fa parte delle altre
in un abbraccio totale.
Eleganti e stupefacenti
tramonti color corallo, si lasciano accarezzare
da mani di sabbia.
E mentre la silice dorata cade giù,
granello dopo
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Guardavo fuori, in piedi sul balcone,
in preda a un nervosismo generale,
per una accalorata discussione
avuta, poco prima, per le scale
con un signore anziano ed arrogante
che si faceva scudo d’esser sordo
e alzava il volume in modo
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 | L’orbita flebile espande
alle nuvole
oltre il solco
seminato.
Mani ruvide
posano zolle
odorose
di tempo
al volteggiare
fluttuante di
attese vergini.
Rumore
canto, pianto
goccia di rugiada.
Solco
seminato.
Mani ruvide
posano
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Guarda il bosco
e trasformati in pino
che adeguato al vento
si plasma e ride
Gli aghi sfidano disarmati un cielo
dove forte è il dondolar dell’anima
come stele appesa e non tradotta
Guarda il bosco
e il suo moto ondoso
presuntuoso mare
che
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Dopo il tramonto,
veli indaco legano i loro fiocchi violacei
tra vecchie foto in bianco e nero
e strani orizzonti dalle diafane capanne.
Sentieri invisibili, solcano il cielo,
e di tanto in tanto
la luna fa capolino.
Quei bianchi giardini di
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Nella promiscuità dei sensi
involucri d’argilla
e carta trasparente
esaltano eretiche visioni
nel nulla che
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 | Fremono le tue guance
quando m’accorgo del vento,
e i tuoi occhi nascondono
fiori appassiti d’un tempo.
Il tuo sguardo respira
nuovi odori tra gli alberi,
m’avvicino al tuo cospetto
sino al respiro.
Forte una luce sgorgo,
qualcosa in te mi
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| Rimasi fermo ad ascoltare
il profumo della notte
lungo la palata ventosa
Danze tribali
inseguono il crepuscolo
sulla spiaggia
velata di nostalgia
Assorto dalle nuvole all’orizzonte
decanto la solitudine lontana
stringendomi il cuore
fino a
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Sento forte soffiar il vento
sulla pelle d’una rovente estate
e il cuore nell’incavo di un’azzurra grotta
pulsar intenso
guizzando dall’alto di una torre antica
che respira tra fresche acque
di splendidi cristalli il mare.
S’incurvano i
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Gli anni gonfi come pietra pomice
stanze a quest’effetto aggiunto
pregiano fra le altre cose
lastre di lavata lavagna
intrise d’inchiostro cobalto
stese come maschere d’acqua
tra disegni di infinite arie
e brace spenta tra la sabbia
se piovesse
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Strade strette
case bianche
nuvole minacciose
parole uggiose
giovedì pomeriggio
il ritorno già deciso
nascosto un sorriso
il saluto difficile
l’azzurro disteso
incredibile
curve al limite
la voglia insuperabile
orizzonte a code
lo scorrere
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E’ l’ora che il sole
dilegua il calore
baciando tre nuvole
della menta l’odore
su per l’aria frizzante
c’è d’acini sapore
nel settembre cangiante
è volata l’estate
sulla foglia sgargiante
rallentate giornate
raccolte a memoria
in sere
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Ci sei sì
sei pronta a tutto lo so
ma non ti lasciare avvolgere dal mistero
che emana quella figura
sai bene che non è veritiera
nel suo andare provoca illusioni
benché una scia interminabile
si sforzi di nascondere
torna sulla terra
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In siepe mista, meglio se in prossimità,
e dunque odorosità su narici viziate,
tanto basta a vestire d’estate gli inverni.
E non vien meno, neppure, lo zillare di cavallette
e il frinire di grilli -per somiglianza-
fra il ramo franto da una
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| Anna62 |
24/11/2017 23:53 | 1289 |
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Sono venuto fin qui
solo per sentire i tuoi passi
e nessun vento
mi potrà soffiare via
Perché le nuvole di questo cielo
non hanno mai mentito
un ricordo o un dolore
da celare al mattino
E la notte è una coperta di pena
da lavare via
con la
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scorre il tempo nei nostri giorni
arrotondando spigoli, levigando contorni...
I duri colpi della vita attutisce
e, lentamente, il dolore lenisce.
Smorza toni troppo accesi,
e cancella insolubili "perchè" sospesi
per mettere in luce quei
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C’era una volta una storia graffiata dai giri di do di una chitarra impolverata
nella cella della morte scrivo i ricordi dell’estate delle fragole
ti trovarono con gli occhi chiusi nel letto del bosco
compare Dewey sindaco disumano del bianchi più
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23575 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 3031 al n° 3060.
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