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Le 23577 poesie in esclusiva dell'argomento "Impressioni"
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parole esiliate sui tetti di Parigi
minuscole gocce che danzano nelle prigioni di Teheran
bocche che verseggiano ubriache la nudità della poesia
fredda oasi di un silenzio assordante di angeli
tremano i corpi feriti dalle sigarette bruciate di
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Ogni bella poesia è una fusione
di lingua e architettura, che le danno
la prima più d’un valido mattone,
la seconda il cemento: insieme fanno
armonica e pregiata costruzione,
che a spirito dell’uomo giammai danno
arreca, ma la gran
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Che i peccatori finiranno all’inferno
e io che avevo peccato
io bambino da una banda emarginato
io che sognavo le tigri di Mompracem.
E le suore con l’alito cattivo
ed i baffi che mi facevano schifo
mi mettevano paura
paura dell’inferno e del
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Volo
nella tempesta del cuore
aggirando sguardi di grandine.
Il tempo
una sfera di vetro
dove scorrono riflessi
i giorni
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Fra tanti suoni natura armeggia
che tanto tende lo sguardo avanti
per come fila il giusto appiglio
si tinge il suolo del tenue tono
non sarà domani sapor di luce
la pioggia sale ovunque scenda
per chi clemente osanna il tempo
non sa che peggio
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Cala l’incertezza su visioni terrene,
un velo d’entropia dinanzi agli occhi,
impalpabile presenza che offusca la vista.
Indiscreta è la nebbia nel suo tacito sostare,
zizzania che radica e incalza imperterrita,
recando confusione su strade
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Per questo canta maggio
l’avvento delle foglie
il verde che raccoglie
speranza e coraggio
tra rami morbidi fiori
cedono ai frutti posto
nascono così colori
per l’ombra di un agosto
tu che in quel prato ascolti
il sole e il temporale
cambia
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In silenzio si attende
come sul filo d’un respiro,
dalla collina solo un soffio
il brusio di memorie
che tornano nelle notti della merla
quando il freddo entra
ed il vecchio Sicano nell’antro
di Scodonì si rifugia.
Una crepa nasconde l’orma
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Dal fascino, ammiccanti,
sgargianti o in bianco e nero
la grafica li dipinge.
Dalla porta del login
entrare tu ci puoi...
nessuno ti respinge.
Bella casa virtuale:
un salotto letterario
non da tutti visitato.
Navigando, con prudenza,
immediata
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 | Non conosco
la tua voce,
né i tuoi occhi
eppure
sei nei miei pensieri.
E’ più forte di me,
della mia volontà
e questo mi sconvolge.
Anche quando dormo
sei presente,
cosa significa?.
perché non riesco
a cancellarti?.
So di certo una cosa,
che
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| Esente d’un valore dentro al cuore
che desta a se e negli altri ripugnanza...
che vaglia la persona come errore
senza dare alla vita un’importanza...
vivendo con un fare qualunquista
portando sprezzo verso l’esistenza...
odiando sè e una vita che
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Quando ti giungerà
l’eco del mare
tu sarai lontana
e il suo profumo svanito
Non potrai fare altro
che ricordare
il vuoto del silenzio
e spolverare
Qualche soprammobile
lasciato a ricordo
sopra i vasi rubati
dalle vecchie vetrine
Quando
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Che le rovine siano polvere
è dato da un miscuglio semantico
i più diversi tratti
le asimmetriche figure geometriche
sento il fragore
il concerto dei suoi sordi tonfi
i rossi contorni
le ustionate dita gelide
un incessante sovrapporsi
lo
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smeraldi e zaffiri
tra cielo e mare
l’onda intorta l’avvolge
in schiuma bianca
dell’astro della sera
avanti viaggiatori, avanti
dall’attimo che segue, avanti
tra grillo e Cassiopea!
il tempo in amore supera parola,
tempo d’esserlo,
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Eccola Menfi. Stesa nella piana
distende il suo sorriso a chi la guarda.
Domina il verde
e tutto intorno noti
segni di civiltà d’antichi tempi
quando l’uomo con meno tecnicismo
sempre adoperava
cervello e intelligenza.
Scorre la telecamera e
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E poi, saper leggere
l’infinito di uno sguardo,
ascoltare le note sorde
di un dolore appena nato,
scorrere il tempo
senza temerlo,
camminare accanto alla paura
e sconfiggerla una volta ancora,
rialzarsi da una caduta
e tradire le ferite con la
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tremule onde nel crespato mare
s’innalzano lievi frusciando
negli angoli della bocca da baciare
perduto nei pensieri sulla sabbia ramata di nostalgia
scivolano le foglie accartocciate
nel soffio ventoso dove scrissi il tuo nome
bagnato dalle
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Cantano i disegni di lotta negli scantinati di Daraya
o respiro di libertà ucciso dalle bombe senza fine
senza più cibo mangiamo i teschi nudi di massacri
oscena parola che c’ha svuotato di speranza
senza più cielo avveleniamo le nostre voci di
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Gira e rigira in senso orario
l’antico souvenir che giace sul piano.
Triste melodia che mescola i pensieri,
la piccola orchestra in quiete tempesta.
Vittima di un destino che guida il gioco
con lubrici ingranaggi di ottone antico.
Note
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Finirà in polvere
il tempo,
metallo
di cui ignori il nome
come fosse piombo
forte come l’acciaio;
Eppure
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I giorni passano
i ricordi dormono
su cuscini scomodi.
Vagano lentamente
su estreme paludi
riverberi del sole
di un disperato ieri.
Schiuse chimere
elaborano ancora
pioggia liberatoria.
Sguardi nel cemento
ad ascoltare
passi lenti
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 | Nel crepuscolo della sera
delicate emozioni
negli echi misteriosi
della notte
risvegliano i sensi
e accendono i ricordi.
La luna, complice,
strizza l’occhio alle stelle
perché facciano più luce
e risplenda tutto il cielo
per fare da cornice
a
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Sono nato con indosso delle scarpette rosse.
Le avevo da sempre
e le ho ritrovate molto presto.
Aderiscono alla mia pelle
come un riflesso della mia anima
e danzano, danzano senza fermarsi mai,
nemmeno per un secondo.
La gente odia le mie
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Con le mani appoggiate alla luna
cercavi di sostenere il cielo
o forse una conversazione
troppo profonda per una sera
Passata a mentire le speranze
di una rovina annunciata
ma mai completamente
trascorsa alla disperazione
Con le labbra
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Langue ancor dormiente
quel ciel che mellifluo estende
nel tenebroso oblio,
si crogiolano le tardive stelle
mai propense al temporaneo addio.
Tremolano simili a votive fiammelle
e mentre sciolgon le notturne ore
già, un timido chiarore,
è araldo
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| Vivì |
07/11/2015 07:34 | 2585|  |
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 | I miei pensieri, braccia che bramano
di poter accarezzare il tuo cuore,
di poter prendere per mano
quel sentimento d’amore
Tutto è melodia suona al sorger della luna,
il sapore della notte si fa sentire
il mio corpo freme nell’ascoltare,
i miei
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Tonda, gibbosa, a falce...
spunti alle spalle
di mondi sognanti.
Cali, cresci, svanisci...
spiando illusioni
di complici amanti.
Cogli, conservi, nutri...
dei poeti le segrete
insonni emozioni.
Leggi, piangi, ridi...
con loro
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Assai ombroso il mattino si leva
con quel bigio pennella assai greve,
a mugghiare il dissenso anche un bove
...e così ancor scroscia e ancor piove!
Quanto serra dietro ai vetri l’umore,
che divien dei pensieri il censore
ancorato a quel ciel
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| Vivì |
06/05/2018 07:39| 1172 |
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Contavamo i passi
sotto quel cielo angusto
fatto di quadratini e varchi.
Un guado
sarebbe stato pur sempre un guado
via di fuga o speranza inattesa
quasi come sentenziare sul nulla.
Impossibile!
Impossibile sì! Che l’estasi si
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La tenerezza
sarebbe svanita con i segreti
mai pronunciati
sulle ombre che calavano
Qualche carezza
sarebbe stata rimandata
al cuore della notte
e la luna vegliava nel buio
Sicuramente
avrei dimenticato i confini
di qualche terra
maledetta
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A pelo d’acqua l’aria scivola
per approdare su bianchi lidi:
un solitario gabbiano vola
su gusci di conchiglie. Lividi
di ferite e graffi sui piedi
che nudi lasciano tenui orme.
Basta il soffiar di lieve brezza
e ritorna vergine la rena.
Corro
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23577 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 3331 al n° 3360.
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