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Gli ultimi 5 iscritti: Simone Michettoni1 - Fiorfiore63 - Ava - Evaristo - Claudia Bazzucchi |
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Ottobre 2025 |
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Le 32532 poesie in esclusiva dell'argomento "Introspezione"
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Sei tornata all’ovile sì
ma che squallore dintorno
né una voce né un sorriso
fanno compagnia
solo ricordi di un passato recente
prendono il volo
approdando nel cuore
persino il sigillante
riesce a materializzarsi
provocando illusione
.
deve
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Nessuno incanta l’ordito
in assenza di trama,
gli occhi non sorgono
dietro le tristezze
e rimangono chiusi
nell’istantanea di un
lento cadere di stelle
Contando i minuti le ore non diventano più piccole
ma sono ombre - loro stesse-
e alle
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Fra le stringhe del tempo
m’affretto a perdifiato
mettendo sottovuoto
il cuor leggero che mi sento
Nella luce del giorno
sfuma inesorabile il sentimento
rincorrendo le fuggevoli ore
ombre che s’allungano sul mio languore.
Gloria, gloria!
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Con fervore procurato
la mia sabbia mi conduce,
stretto, cinto ed afferrato
mi allontana dalla luce...
vano e vacuo è il mio reagire
verso un valico profondo,
viene vano il mio eccepire
trascinato verso il fondo...
giungo avvinto come
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fra trame offuscate
le tue sofferenze
intravedo agitate
provengono da scaturigine comune
e in esse intravedo i segni delle mie
pesante grumo di frane irrisolte
tumulate senza tomba
come defunti che s’aggiran nei sogni
c’insidiano in spietati
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Quel che resta di te,
odore intriso tra le maglie
di una vita,
tra parole colme di colori.
Quel che resta di te,
scritte svolazzanti su pezzi di carta,
tra immagini sbiadite e sorridenti.
Quel che resta di te,
il ricordo di uno sguardo
offuscato
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Certo
volevo dipingere il buio
come nessuno
avrebbe mai potuto fare
Certo
le mie ombre erano nere
ed i miei spazi
pieni di un silenzio puro
Ma non avevo mai nulla
per cui lottare
e forse le mie parole
avrebbero potuto tagliare
L’aria
o
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Una sete
inestinguibile
mi accompagna.
Come
una malattia
una febbre ricorrente
a cui
la normalità della vita quotidiana
tossico
medicamento
che i sintomi solo voglia blandire
instancabilmente
cerca
di togliere vigore.
Assurda
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Son libera da ieri ed oggi è un risveglio nuovo,
la notte s’è distesa sulle amorfe ombre,
e strabiliante risveglio ad aprir il varco al giorno,
roboante chiarore ad annunciar l’alba.
Benvenuto giorno con occhi verecondi,
favole e fantasmi la notte ha
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Dov’è il Natale
niente è più come prima
silenzio condito da pensieri in prima linea
luminarie come frecce arcobaleno
mirano al centro del cuore
gioia e serenità sono fuggite via
parole senza risposta vagano
addobbi soltanto pesi
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Alla fine
sono rimasto così
con i miei fiati amari
di cenere e polvere
e con qualche oggetto
sui vecchi scaffali
dove la luce tarda
a dirimere la nebbia
Alla fine
mi sono spento nel nulla
e attendo ancora
una carezza più lenta
del
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Discorso nella sala delle conferenze umane.
Come un libro la vita,
capitoli;
Come onde del mare mosse dal vento,
pagine che raggiungono il punto estremo del momento,:
" il sud di ogni anima che chiamiamo tempo.
Altre onde, nuovo giorno,
nuova
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Nella quiete, nel raccoglimento in solitudine
giungono di te mille e mille pensieri
soavemente dal vento trasportati nell’amplitudine
dell’universo ad occaso sonori riverberi.
Degli alberi senza foglie flessibili rami
s’intrecciano in disegno
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Delle parole _strette in un mucchio_ ho fatto un rogo.
Un dì erano gonfie di speranze erano vele
erano rossi papaveri nel grano
Ma le parole sono cadute tra le mine
e il tempestoso vento le vele ha lacerato
Ho chiuso gli occhi sull’amaca _
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Cammino silenziosa ad ascoltar un canto
che eloquente s’aggira nella festosità del prato e
tu silenziosa sei accanto,
odo la voce che suadente e vezzeggiante
disperde in sfumature di vento,
ecco un fior fa capolino e sorridendo al cielo
china la
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ci fu un tempo in cui inseguivo le parole
e m’immergevo in un mare di nuvole
appagata senza nulla ricevere
ero ebbra di sete
e di me così compiaciuta
che non vedevo gli altri
che m’inseguivano
mi amavano
un saggio mentore mi tirò fuori da me
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Da sola
cammino su marciapiedi
coperti dalla neve,
nascondendomi negli anfratti,
di portoni distrutti
dalle tempeste.
Da sola salgo
su vorticose giostre,
mantenendo un equilibrio precario.
Mi incammino tra silenzi
straripanti di suoni
e
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Ombre di parole, gli sguardi
si affacciano verso sera
stanchi di luce, di troppi occhi
si posano sugli oggetti inanimati
cerco il confine dello sguardo
quello che non vedo mai
si inarca il giorno nel tramonto
è sempre lo stesso dolore,
la
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Ho cercato il tuo nome
lì dove lo sguardo musicò nel cuore
sino a mischiarci nella pelle
concertando un unico respiro
Ho cercato il tuo nome
in una selva novembrina
ove l’intimo piovigginare assorto
stillava sussurrando sospiri
Ho cercato il
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Ma la poesia,
mi fu racchiusa
in una foglia,
che si staccò dal suo ramo
e che, come me
visse
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Mangio le rose
per dimenticare i sogni
ed ogni ricordo è una ferita
ogni ferita un dolore
Stringo le spine
per lacerare la pelle
fra le dita mille aghi
di cenere e buio
Calpesto i petali
ed il profumo di nuvola
invade le stanze
gelide come
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Non è cambiato nulla
nel tuo lungo cammino.
Adesso è scesa un’ombra tanto amara
sugli aridi silenzi del tuo cuore
ricordo di un’immagine a me cara
scende la pioggia e scioglie il mio dolore.
Forse con te la vita è stata avara
non è potuto
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orme di rimpianto
tratteggiano un percorso a ritroso
nella risacca dei ricordi
m’incammino
dentro una nuvola stanca
insabbiandomi sempre di più
in pensieri
ancorati ad un porto defunto
senza vento che li bagni
o solco che li
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Lontano dal mio domani
curo il tempo dell’attesa,
sospeso nell’aria che mi porta.
E vago sulla strada senza passi
al confine di uno sguardo perso,
regalando vita
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Arresto la mia stasi
che corsa non è stata
e il ricco resta a strati
semantica di potere.
L’inverno sta arrivando
a fiotti come schegge
e io non sono bella
vestita di rimpianti.
Non scavo
un solco in più
e il viso mio non lascio
a voci
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Nel sole
d’un tramonto sul mare
pensieri
crucci
tuscaniche lesene spiccano
a compagnia
stridenti
austeri
s’un letto di colori
mirto, lentischio e leccio
venature
d’olivastro e d’alloro.
E in cima
a cuspidi d’azzurro
mi ritrovo sereno
a
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Oh cuor batti come tamburo,
colomba in cielo a
cercar amore e pace.
Sei alito non posso trattenerti.
Vai ove il baglior ti gloria,
e l’amor non
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Non sempre la serietà di un volto
lascia trasparire quello che dentro rode
non basta la felicità negli occhi altrui
a debellare quanto nel tempo ha corroso
urge una volontà difficile da afferrare
affinché il futuro possa di nuovo
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Ho amato la mia solitudine
il mio silenzio più profondo
non cade nessuna parola
dove il pozzo non ha più fondo
dove si smarrisce anche la luce
cosa mi serve adesso, se non il nulla
scricchiola la penna sul foglio
oltraggia la neve cosi bianca
di
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Con occhi disorientati
rivolti
mi addormento sul ciglio della notte
e le stelle brillano menzogne.
Con occhi lucidi
sconvolti
sogno di volare in quel Paradiso immaginato
e la luce mi confonde.
Con occhi chiusi
spengo realtà e ingegno
e nel
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Vivendo, assaporando la giornata
come se il mio domani fosse incerto
trascorro questa vita trasognata
in avvenire fertile e deserto
sognando con coraggio e con fiducia,
fidente, un po’ spiacente e divertito,
qualcosa che si bagna e poi si
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32532 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 4111 al n° 4140.
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