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Gli ultimi 5 iscritti: Simone Michettoni1 - Fiorfiore63 - Ava - Evaristo - Claudia Bazzucchi |
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Le 32535 poesie in esclusiva dell'argomento "Introspezione"
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Nonostante
l’acquisita consapevolezza
di una
inalienabile
necessità reincarnativa
scalpito
negli angusti recinti
di un’ominazione coatta
là dove
la libertà
è una sensazione sconosciuta
e l’indomita
veemenza
d’un anelito selvaggio
un dono
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(repliche della memoria)
Il vento che schiamazza per le strade
ha un altro volto mentre strappa
lacrime e sillabe. Ogni rumore acuto stride,
grave riecheggia. Le note soavi forse
giungeranno a sera
tra le pieghe del silenzio
ed una stanza che
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Adesso
che del buio fondo e senza pianeti
riconosco
il moto andante lento
dove coccio di bottiglia non coglie
goccia
che non sia lacrima
dove appaiono e scompaiono
linee
tracce d’altri passaggi
adesso
m’incammino
fragile bolla d’aria
strappo
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Filòsofo! Oh Filòsofo! abbandona
la tua stanza che oscura e chiusa e tetra
schiavo ti rende di Pensieri e Sogni,
e di Tormenti!
Abbandona il sedìle ove ti siedi
a contemplare eteree e assenti forme...
ove perduto e silenzioso e triste
te medèsmo
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nato a occupare spazio
già compresente in altri
accresciuto nel tempo, d’altri
o se primavera non avesse a ravvivarla!
noi animali e le sostanze in embrione o gelati per la vita che verrà
le foglie gialle, e l’apprendiamo dal sole il registro
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I tuoi occhi
han sempre il colore del cielo,
Le tue labbra morbide sfiorano sempre il mio viso,
La tua mano stringe sempre la mia
mentre sussurri: ci sarò sempre .
In ogni alito di vento, finché ci sarà vita,
finché il cuore non cesserà di
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Era il meriggio; e venne il Temporale.
L’Estate... la mia Estate, così è morta.
E sulla pietra tombale
sta scritto: Ombra contorta!
Ombra contorta, e mesta e dileguata,
appesa ancòr pe’ il fìl d’Erinni, Agosto,
come la Vita amata
del mio sognato
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Non si definiscono neppure se di parole
un fiume investe l’aria. Non si contano
neppure per distrarsi. Non si misurano
o paragonano a nessuna cosa
Si attraversano con l’oppressione del fiato sopra il collo
col timore che mutino nome e sostanza
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Sempre
la macina della mente induce al guardare
oltre il limite di orizzonti rincorsi mai raggiunti
Amaro il sapere
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d’un tratto il respiro
mozzato
che non scende ai polmoni
un rantolo di emozioni
impaurite stranite
d’un tratto un battito lontano
o troppo rapido il suono
d’un tratto sentirsi
malfunzionanti automi
ed entrare in quel circuito
di falsi
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Verso la mente, si dirigono
i volti, i silenzi e le parole
verso l’oblio, la non sostanza
cadono nel fosso come morti
verso la mente attraverso gli occhi
entrano le luci, le forme della vita
in questo tritacarne del pensiero
dove ogni cosa perde
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A piccoli passi
la luce entra
come faro che acceca
e poi rischiara
i sentieri verso il cielo.
Vedo questa immensità
e capovolta taccio.
Corre il pensier mio
fra i granelli roventi
di questo tempo spoglio
e bacia qua e là qualche fiore.
Si ferma
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Gioia! Profonda e ridente Gioia, odi! forse
che io sogno attènderti a’ le tue vie, che urlo
al vento il nome tuo; forse che aspetto
l’ore notturne soltanto per darti
un covo ne’ i miei Sogni, che non passa
questa mia attesa e questa speme; forse
che
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E poi
dentro una bolla
fra spazi siderei
attraverso ponti di carta
risolti incubi di paglia
innalzata oltre vette imperiose
ho guardato dall’alto l’atomo malato
e quel fiume di gente che ogni giorno
s’affanna senza senso
cercando risposte
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Aspetto la parolina per iniziare a contaminare lo straccio
non sempre risulta facile
a volte diventa un vero problema
eppure la volontà mai ha tradito quindi
basta attendere e quell’input avrà successo
prova a togliere di mezzo quanto risulta in
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Oh! Notte!
Raccogli della mia anima
questi frantumi
sparsi e consunti
come ciottoli di fiume.
Ricomponili se puoi e
ridona loro la
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Ogni volta che guardo il mare
sono bambino che danza da solo nella nebbia.
Ogni volta che ascolto il vento
sono un passero con piume di solitudine.
Ed ogni volta che nuoto nella luna.
Ogni volta, ogni volta
un velo d’argento copre i miei
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Ogni mattina
al risveglio
ritrovo
ciò che la sera
fiducioso saluto
perché
sicuro di riabbracciare
come se
un segnalibro ponessi
tra
le infinite pagine
della Vita.
Ma
cosa impedisce
ai miei occhi di aprirsi
sulle ore
che da questo
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La lingua dell’acqua nella mia fontana,
un linguaggio sconosciuto che non conosco
ma che ha il potere di catturarmi e di riportare
la mia mente al passato
mi sono abbassato al livello dell’acqua,
per sentirne il suono, c’è un insieme di sillabe
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Se dovessimo buttar giù
tutto quanto passa per il cervello
strariperebbe il foglio
ma come si fa a tener dentro
tutto questo bailamme
dicono che esternare faccia bene
a che cosa mi domando
sanno loro quanto la vita sia crudele
inganna
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Mi cullo ancora
nelle voci della memoria
carpite nel bosco
tra fremiti senza tempo
Pronta da secoli
accolgo la vita nella sua vera essenza
m’inebrio di aurore e tramonti
li dipingo di rosa e scarlatto
respiro piano
per non far rumore
Sotto
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Trovare il senso di tutto è un bel dilemma
quando la solitudine imperversa
grande amica con la quale
poter fare un esame di coscienza
prendere atto di quel senso di inutilità
che nel tempo ha toccato l’apice
e saper garantire per amore
un futuro
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E poi più niente...
E’ già successo
tante altre volte
e quante volte succederà ancora.
Voci assordanti, volti di pianto
e poi più niente
come se la pioggia
aiutata dal vento
avesse lavato ferite e fiumi di sangue,
ma non ha cancellato
le
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Chi sei tu?
Sei la soluzione oppure la domanda,
quella conclusione del "quando"
e del "perché ",
quel viaggio che non hai mai fatto
e quell’insieme che non c’è mai stato.
Sei gli occhi del ricordo,
quel punto senza virgola
in quella
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Scende la montagna tra tornanti e calate,
va verso il mare, che urla.
Ammutolito ascolto la sua voce,
ammiro,
ma oltre ancora lo smeraldo crespo cede
diventa blu infinito.
Amo questo paesaggio
affollato da fantasmi che vanno e vengono,
come
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Forse cambierò idea su tutto,
ché ogni giorno mi ritrovo solo
a meditare su ciò che io non ho
e che trasformerebbe la mia vita
rendendola più bella e più sicura...
Potrei riassaporare il senso delle cose,
mentre adesso sono quasi un
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Cader nell’oblio ... vorrei un istante,
chiuder gli occhi
nel lampo dei sogni svaniti.
La brezza del mattino,
un ricordo assopito.
Lo sguardo,
afferra il refolo del vento
e fugace attraversa il respiro degli anni,
che hanno cancellato il
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E l’attesa lasciò
l’anima sospesa
sul filo della memoria
il passato vacillava
come un ebbro sulla via
nulla era più il suo credo,
crollate le mura della coscienza
una guerra intestina
fra il vero e il desiderio...
Eppure tutto
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Ci sono cose ...
Confessate mai a nessuno;
Tranne a me stesso.
In quelle sere dove la mela
sbucciata nel cielo,
cotta dal sole diventa gialla,
e i piccoli brillanti che sono le stelle
sparse nel vuoto nero
della trapunta che avvolge la terra;
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Ti guardo,
ti osservo,
ti ascolto
in questo silente calar del sole
che mette fine al giorno.
Leggera brezza
che lava il caldo afoso dalla pelle dorata,
l’annuso
mentre tornano i ricordi di estati passate,
in queste spiagge
dove tutto è
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Mi tornano alla memoria profumi,
che mi riportano all’ adolescenza.
Il profumo del mare che agitava le sue acque riscaldate dal sole.
Il profumo della domenica, dove mia madre si adoperava
a preparare il pranzo speciale!.
Si, perché la domenica,
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32535 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 4561 al n° 4590.
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