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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
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Le 32539 poesie in esclusiva dell'argomento "Introspezione"
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 | Quando la speranza
andrà a spegnere il litigio
il sole sarà felice all’imbrunire
Saranno le aquile della pace
a far nascere il vento della riscossa
sulle vette di prima luna
E le farfalle a librarsi
per buon’erba a crescere sui ghetti
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Il rifugio per un buon whisky
ogni domenica al saloon;
bottiglie ben allineate
come birilli da bowling,
la birra nel calice sembra agitarsi,
i pensieri man mano inebriarsi.
Fisso il fondo del bicchiere
come fosse un televisore,
l’audio è
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Riuscirò mai ad uscire da questo mappamondo
dove ogni capello è simbolo di dolore
ogni respiro una freccia acuminata che dilania
troverò mai il coraggio per rischiare quell’attimo
ove il sentire trascina nel baratro
un ritrovo dove assaporare quel
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Scivolo
sul lago buio
delle mie palpebre chiuse
come la penna di un musicista
sul pentagramma
intento ad accogliere
ciò che in me
insistentemente
cerca dimora.
Come pausa tra le note
si dilata
lo spazio tra i pensieri
nell’attesa di un
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Dalla terraferma
al calare del sole
a larghe nari respiro
il salmastro che sale
dal brunire del mare.
Ognuno con un suo sapore
un suo colore un suo ardire,
viaggi luoghi esperienze del passato
sfumano oggi nelle evanescenze
d’ orizzonte come se
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 | Dagli abissi della mente
come magma di un vulcano
si risvegliano ed esplodono
vecchi pensieri addormentati
Nel silenzio della notte,
le tempie battono forte,
assieme ai battiti del cuore
dando un senso d’angoscia
Povera creatura che
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| Cerco l’incastro perfetto
del mobile nell’angolo
nel pensiero che afferro
mentre naviga profondo
nel liquido cerebrale
dove io sprofondo.
Cerco il segmento
del fluido che scorre
tra mille intercapedini
nelle vene il ghiaccio
e grumi di sangue
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Padron sei tu
dello sterile podere
e di quell’aia
che steppa desolata
al sole inaridisce.
E brancola nelle brume mattutine
quel tenebroso cuor che si svilisce
e che sul proscenio estivo
di trebbia e rabbia
rastrella dai pensieri la
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Vivì |
19/05/2013 20:44 | 4078|  |
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C’è un luogo dove mi piace ritornare
come fosse culla o come fosse altare
sospesa con la mente dentro un vuoto
che potrebbe rivelarsi salutare.
Sentire come una foglia sente
quella più esterna attaccata al ramo
che oscilla e gode della brezza
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Mi adagio inerme sulla sabbia umida
fra pause e note di musica limpida,
accerchiato da lontani ricordi
sbeffeggio i più fragili sentimenti.
Controllo il respiro... mi rilasso.
Occhi al cielo nel sole accecante,
cuore in volo di un futuro
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A poco a poco cade il giorno
un lembo dopo l’altro, trattenendo il fiato.
Verso il sole di sguardi la speranza
ora che, le pareti fredde contornano di brividi.
E’ l’usanza del tempo
nutrire per nutrirsi: grani stipati e divorati dentro.
C’è un
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Quei momenti
strappati all’oblio
di lunghi anni perduti
sottratti all’ignavia
alla paura
che negli occhi degli altri
inesorabilmente affiora
impercettibile
ma devastante
come una goccia che stilla
nel cupo silenzio
di una buia notte
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Lì dove sosto come a riprender fiato
per i pensieri che hanno scandito
i passi e il ritmo spesso accelerato
dove alzo lo sguardo e del ciel mi curo
stanca di scansare mine a terra
dove stelo scarno io mi piego
ad un leggero vento e invano
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in emorragie di non- senso
ricacci al fondo il Sé
superiore
uniformandoti al mondo
le mani affondi
nel sangue delle
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Cammino per insoliti sentieri
attraversato, nella bruma, da un fremito leggero
e sento l’eco dei miei passi
che si perdono in fondo alla via
Sono uno stanco viandante che non dorme
e vaga sperduto cercando la sua strada
in luoghi indefiniti del
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L’anima che amo mi scuote e brama,
mentre ancor m’ è verde la tristezza,
la dolce brezza di una tua carezza
che un dolce sogno tacendo reclama.
L’anima che odio regna e poi spegne,
mentre ancor m’ è verde la tristezza,
quel focolare che tanto
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Talvolta la mia mente m’appare tabula rasa...
Spento lo scompiglio dei venti e ormai passata
la bufera d’acqua e l’anomalia dell’onda
nulla rimane - né polvere né foglie né corteccia
né suono ed armonia di nidi né nuvole né siepi -
E mi figuro un
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 | Sogni fusi dal dolore,
Orme svanite sulla sabbia,
Regali di carta pesta,
Gioie rubate a due anime
Entrate nel firmamento.
La vita è come un fiore...
Ogni sentiero va innaffiato,
Missionato dietro limpide riflessioni,
Baciato dall’amore,
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| Giunta ormai alla fine del percorso non puoi fare a meno di ripercorrere quegli anfratti
che hanno dato un senso alla vita selezionando quanto più ha contribuito a crescere.
La guerra ormai un ricordo che imperava nel cuore di chi la sofferenza aveva
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Se le ore cadessero dentro i miei orizzonti
se il mare rombasse la schiuma nel petto
se, il silenzio affacciato alle stelle
istigasse gli angeli al perdono del tempo.
Non temere, morirei sulle vigne con il sole negli occhi.
Lei
diceva ti amo, solo
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M’incammino sotto un cielo piovigginante,
al ritmo del ticchettio ballerino.
Il vento che mi fiancheggia,
cancella orme svanite,
sulla sabbia marmorea.
Ma il setoso mare,
ricettacolo universale,
si rimembrerà di me.
Nelle spiegazzature delle
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Sentenziano. Uomini stagioni.
Di gioie e sofferenze. Perle che si staccano
a trovare giovamento al suolo
Si cerca una traccia in un frammento scomposto
e nel puzzle delle ore insonni
e si trae beneficio da questo moto obliquo delle cose
da un
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Amore
è tenersi per mano
coi segni del tempo,
con le rughe
dove dormono i sogni.
Il respiro
colonna sonora
dei giorni trascorsi
con ciò che
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Di notte, nel buio più totale
quando tutto il mondo tace
e il silenzio incombe, irreale
m’incontro con l’anima mia
e mi raccolgo in preghiera
cercando di vedere al di là nel cielo
oltre quel tenue bagliore di stelle
cosa c’è che mi
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E’ all’oltre vespertino
che castigandomi
d’insonne speme giungi
facendo d’un nembo
lo scuro che all’occhi
n’una stella pasce
La luna sin qui sirocchia
sulla plaga dell’addio posa
quel sognar prostro
che d’albeggiar novello
e del cantar
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E’ ormai l’ora che il silenzio s’eterna
nel cuore dell’uomo, dopo il travaglio
d’un giorno uggioso di pioggia e tempesta,
con foglie e rami dal vento sbattuti.
E poi la luna, di tra le nubi,
con pallida luce fa capolino,
illuminando montagne e
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Sono le ore ferme quelle che silenziano il respiro
ad iniettare veleno quando i pensieri smarriti
cadono dall’otre e hai timore di metamorfosi irreversibili
Cicli di tristezze muovono nel vuoto - esperte equilibriste -
l’anima aspira al letargo dei
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Comandante di una ciurma fantasma conduco la mia fenice
lungo un firmamento di cinabre stelle
ed acque salmastre abitate da oscuri prodromi
che lambiscono lo scafo e la stanca mente
con mestizia il vascello della sopravvivenza
solca lento un mare
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Mi racconto,
mentre parlo con gli occhi di te.
Malinconica poesia
nasce dal desiderio di volerti
ma quel pensiero sfugge,
oramai sopito, nascosto
in silenzi masticati insieme ad emozioni,
si intersecano al sapere di una
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Quali parole avrei tirato fuori dallo scrigno dei silenzi
per l’istante di euforia sognata o il dubbio
che si avvitava nella mente ed ogni ombra
spalmata sopra il muro
Quali parole se di quiete assaporata ad ogni goccia
se di un ritorno amaro nel
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Ancor trema
l’urlo che mi vive dentro...
non recita
ma è una spina nel petto
a volte ignorato
non muore e galleggia
quel grido che squarcia il silenzio
e non trova mai un giusto compromesso...
si nasconde e attende
e mentre il dolore
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32539 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 5641 al n° 5670.
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