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Le 5072 poesie in esclusiva dell'argomento "Morte"
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Laggiù nacqui,
sotto l'Etna rabbiosa
quaggiù vissi,
nella valle dell'antico Pancali
che in eterno riposa
dove
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Ti raggiungerò.
Porterò con me tutto quel che amavi,
sentimenti, amicizia,
passeggiate, discussioni.
Ti porterò la tua terra,
il profumo del corbezzolo
e dell’alloro,
il rumore del mare tempestoso
e del vento
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Svegliarsi
e trovarsi circondati dal buio,
intrappolati
in un sogno da incubo.
Trasudanti
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Sono le gemme di silenzio
che mi hai portato via
le sere con il mistero addosso
che domandavano altro
Sono le stelle senza luce
il giorno anche di notte
e le lune scure
che avevo nelle tasche
Le strade senza Dio
verso sera sembravano
vuote
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Anche con gli occhi di chi non c’è più
guardiamo il mondo, come sta cambiando,
e riferiamo a chi è ormai laggiù
qualcosa che si sta modificando:
piccoli mutamenti, per lo più,
incontrati per caso, passeggiando,
che avrebbero trovato, su per
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In bianco e nero
eri molto più bella
dei sogni degli angeli
e il tempo scorreva
Lentamente
fra le nuvole stanche
e le rive del fiume
assopito dai vespri
Gli anni sembravano
non essere trascorsi
ed io piangevo
di nascosto alle
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Potrebbero essere
ancora pochi i colori
da vedere ogni mattina
mentre il sole trema
Di qualche emozione
delusa e poi dimenticata
di qualche paura
accantonata in un cerchio
Potrebbero essere molti
i respiri ed i sudori
rinviati alle prossime
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Lascia che scivoli via
questo bruciore profondo,
lascialo piroettare nell'atmosfera.
Lasciati -
e non sentire mai la mancanza
di te stesso.
Non c'è morte panacea
inscritta negli algoritmi
astrali, non c'è vita di mezzo.
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Così tramonta sì svelta la Vita,
e non mai v'è qualcuno cui non v'ha
dolore e Morte, soffrìr e disprezzo,
e sguardo istrione, e mentito ogni vezzo,
sicché la tomba ovunque apre voraci
oscuri abissi nel grembo di
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Piegarti ti ho piegata
in così tante parti
che riaprendoti
è uscita una mano
e si è formato daccapo
il dolore:
quello prende alla gola
e resta così piccola
su questo precipizio
la parola
ch'io quasi ho timore
a
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Nuvole a disegnare il tempo
sospinte da aliti di vento
oscurano o liberano orizzonti
su quel quarto di cielo.
Occhi estasiati dalle forme
bagnati dalla brina dell’aurora,
solo lacrime dalle mie gote
scivolano raccolte nelle tue mani.
Ti sto
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Quante perline cucite a mano
su questo tessuto chiamato vita. Talvolta
con stelle nel grembo sfreccianti negli occhi
e laghi, sulla dorsale della schiena.
Squilli di voci festanti lungo il sentiero
un “ Miglio Verde “ tra i cespugli del
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La morte non ha occhi, ... ma ci vede.
La morte non ha orecchie, ... ma ci sente.
La morte non ha forza, ... ma possiede
il dono di un potere onnipossente!
Propaga lutti e ciò non gliene duole
per quel potere alla tragedia incline.
Decide
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Alfine alla sera
il cuculo cantò -
stormì fino a lacerarsi
in foglie, le sue ali di luna
sbattevano – flap! flap! flap! -
ma fuori, lontano un macabro ronzio.
- Locuste! Cavallette!
Che ci salvi il buon Dio! -
il cuculo
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Così improvvisa, la morte venne.
E null'altro da aggiungere agli anelli di una catena
se non la salsedine che sopraggiunge
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Quando di me resterà ombra sul cemento
la polvere viaggerà nel vento di un autunno
e l'inclemenza di un dolore sfocerà in un ruggito.
Quando tutto questo accadrà
si sarà spenta la lampada sul marmo
e un
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Nel cielo stellato,
illuminato dalla luce lunare;
osservato da tutti con
occhi sbarrati,
un passero vola
senza meta,
guardando gli uomini
buttare lacrime come
il temporale che bagnò
la ruvida terra.
L'aurora richiama il passero
che
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Papà, com’è che ciài un cappotto novo?
Nun è la festa tua.
Te stamo tutti quanti appiccicati
come che stanno l’api ar favo loro.
Te guardamo co l’occhi allacrimati.
E’ forze er sole che li sta a fà piagne?
Vedemo er celo nero.
Sò l’emozzioni? Ma
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Ed era l'ombra sul cemento
a far rotolare il prigioniero del gelo
che sotto la pioggia
andava all'albero delle mele
convinto d'aver ragione.
Nella nebbia lentamente
l'ultimo lampione si spegneva
scarabocchi di pensiero
o cimiteri
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 | Speranza negata
Sgretolarsi del tempo di vita
Come un debito
il buio in anticipo
il freddo dagli spifferi
il morbo degli alberi
Sapida decadenza
Artigliata alla schiena dell'anno
Novembre
traghetto esistenziale
Caronte tra le nebbie
in
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hy ju |
23/11/2016 16:42| 934 |
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Chiodi invisibili,
affissano all'ultima croce, una preghiera.
La luna chiude le imposte
incurante degli angeli
che picchiano alla porta .
Lampi di stelle
slacciano veli bui,
incombono senza un lasciapassare,
come lapilli ardenti,
su pietre
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Cala la notte tra le nere montagne
mentre l’eco della vita svanisce con il sole.
Rinasce ancora la candida musa
madre del tuo lamento senza parole
Il vento gelido arriva senza invito
baciando il tuo manto sbiadito,
un brivido freddo le ossa ti
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Il tempo è distratto
ed io inganno le ombre
con il respiro dei sogni
morti di solitudine
Qualche volta
mi dimentico di respirare
le ultime luci
del giorno fra le stelle
Ed attendo le mie parole
coltivate col sangue
nella fredda
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Chissà,
se aveva immaginato quel momento,
magari in un sogno,
durante una tempestosa notte estiva.
Chissà,
se guardava dai miei occhi
il suo viso bianco e stanco
mentre esalava l'ultimo respiro.
E poi magari,
si era risvegliata,
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Sono troppo stanco
per raccontare il buio
e stringere cose
che non voglio lasciare
A questo mondo
senza pietà
per le nuvole tradite
a questo cielo
Che non ha più vento
per accarezzare
le ultime promesse
dell’ombra
Sono
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Non posso andare avanti
senza le mie carezze
il tempo è troppo fragile
per perdere ogni cosa
Senza temere nulla
anche la luna argentea
fra le ossa che piangono
e crescono nel cuore
La maledizione è qui
non è una
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I fiori non temono la pioggia
sanno che la terra nuova
attende i semi dell’inverno
per rinascere nell’ombra
Le nuvole lasceranno il mare
solo per sfiorare il deserto
e poi tornare a primavera
con il dolore del ricordo
Gli alberi non soffrono
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E quando il sole sorgerà
io potrò nuovamente rivedere il riverbero
di un sorriso che indelebile
solca origini mai nate mai morte nella mia mente...
Verrà il giorno del tramonto in cui
finalmente tutto ciò che è
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Vive l’abbraccio
nel mattino di un guardiano perenne.
So, del mio destino
qui, dove tu consoli il pianto
di questa storia scritta
indelebile.
Sentinella d’orizzonti
di canti soffiati alle nuvole
le tue bocche verdi
proietti verso i baci
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Sola
rimasta l'esistenza
insistente al tale
che punto
si tramuta
in nulla senza confine...
il dolore
sortisce l'effetto
e di un sospiro
si fa beffa il sole...
quanto
ora il rimpianto
avrebbe profumi
e sorte migliore...
ma il
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Aggiungo la luce
nel mio quadro buio
ma il cielo non mente
e prepara le ombre
Tutto sembra fermo
l’aria spira nel deserto
è il fiato della sera
che culla il trono nero
Tolgo il mio respiro
ma il vento non mi sente
rimango ad
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5072 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 1441 al n° 1470.
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