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♦ rita damonte | |
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Le 5072 poesie in esclusiva dell'argomento "Morte"
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 | Calano
palpebre pesanti
su occhi appannati,
e un dolore sfianca
coi suoi tentacoli.
Si ferma,
nella bocca dello stomaco
morde
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Va nella corsia
dell'era, futili
promesse contornano
vita, che gioisce
alle insidie umane.
Tutto è tetro
al fischiar del treno
frontiere oltrepassa
dolce pensiero.
L'uomo soffre,
spera raggio di sole,
che riscalda il
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 | Me l'ha detto un collega
dell'altro d'improvviso partito
il cuore a sorpresa che stacca
e il corpo foglia caduto.
Me l'ha scritto un'amica
a condividere il lutto
per vita prima finita
degli scrutini di giugno.
Càpita a tutti si
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| Ai primordi del Tempo
io non Ero,
ora Sono.
Esisto.
Un domani sarò
lontano ricordo,
resti cinerei
di un corpo che giace
imprigionato
in marmorea gelida lapide,
due date impresse,
percorso di una vita,
una fotografia sbiadita,
e la
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 | Ti vedo sempre chiara nel mio sogno
ti sento qui a me accanto come fossi
ancora come allora a me vicina
col tuo respiro nella notte fonda.
In luoghi strani e strane sensazioni
il sonno congestionano la quiete...
Confusa a volte e a volte assai
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| Cesserà questo dolore
quando senza più illusione
abbraccerò il nulla
quando disseminerò lacrime
sulla terra umida
sulla natura
e su tutto quel che muta.
Ogni giorno m'inganno
m'illudo e sorrido
ogni giorno mi
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Somiglia forse al mio
il tuo donarti al soffio della morte
giocando a mosca cieca con la sorte
nel petto dell’oblio?
Brutale sventolio
serbato dietro il vuoto delle porte
che vaga e ti richiede d’esser forte
col nero luccichio.
Il tuo coraggio
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 | E sul percorso del vissuto insieme
non so cosa mi spinge e cosa viene
a colloquiare con le tante pene
quando il dolore cura attento il seme.
E sulla strada della sofferenza
la fede la speranza e un vivo ardore
si affidano alle soglie del
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| Camminava tra sentieri cupi,
sul volto la paura
di chi non poteva darsi pace,
tormento dei propri pensieri,
sgomento del proprio dolore.
S'incamminò
sugli scogli della disperazione,
gettandosi nelle braccia della morte
per alleviare le
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 | E scava dentro me
e più si immerge
la spada irriverente del dolore
bruciando le mie carni
e questa vita
che dal tuo sole ardente
è ormai bandita.
E mi rovina addosso
e senza freno
il male maledetto
e ormai scaleno
con tutta la
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Se mi verrai a prendere
berremo insieme
prima che la notte
avvolga questo sogno
E ricorderemo i giorni
delle primavere
quando i fiori sbocciavano
e poi appassivano
Fiori neri
col profumo del tramonto
e semi morti
che cercavano la
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 | Silenziosa passeggia tra la folla,
al suo tocco si dissolve l’ultimo sospiro,
tutto intorno é pace
mai più bello il mondo apparve,
in quegli occhi mi rispecchio
riemerge un viso ormai morto,
sorda al mio sussulto,
a labbra chiuse sussurro
un
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| la pazienza è il suo forte
l'attesa la sua ragione
cavalca il buio dell'anima
avvolge il cuore
senza fretta
del tuo pensare
cambia la traccia
si fa nera la luna
tra le sue braccia
si fa debole il polso e
il respirare
come un vento
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La crepa sul quel muro
si era allargata molto
e le cime degli alberi
sussurravano lamenti
Inascoltati per lo più
da chi restava in casa
ad attendere la notte
il silenzio delle cose
Tutto scorreva piano
anche la luna spenta
che avevi
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 | Poi si strappò il Cielo,
voragine inversa
sfilò l’ultimo respiro
liberando l’anima
Il vento del Tempo
divelse i minuti,
migrò il dolore
da seme a frutto
Ora rivesto di suono
la tua voce perduta,
di freschi colori
il
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 | Un soffio di vento
fra arbusti gemmati
e non s'ode più la voce
chiamare il mio nome.
Ancor grande il vuoto
spazza tra le scaglie
ingrigite dal tempo
i ricordi d'una bimba
con le trecce infioccate.
Padre mio
i passi sul selciato
son
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| Avevi sconfitto
i tuoi demoni
dopo tormentata esistenza,
con la tua Essenza
che nelle Tenebrose Tele
trovava sfogo,
mentre l'angoscia affogava
tra fiumi di vino.
Ti si vedeva in giro
a barcollare
vestito di stracci
come un barbone,
ma dentro
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Le favole del buio
non finiscono mai bene
c’è sempre un'ombra
che piange nell’oscurità
C’è una porta chiusa
e qualcuno che racconta
del suo dolore antico
che non se n’è mai andato
Le paure della luna
cominciano
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s'avvicina piano piano
con cautela
il suo passo leggero
non lascia orma
la sua forma
è il tuo destino
lei non prega né inganna
la sua fama la precede
senti il tanfo
a volte profuma di mele
o di bacche di rose
lei ghermisce ogni
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Immensa e profonda quiete
al terminar di fuochi e cruente tenzoni,
l'usignuolo becca sui rami
e sulle pietre bagnate dal sangue
e dal sudor pugnante,
scalpiccìo confuso
di cavalli in preda all'abbandono
e remota luce del tramonto
che fa
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Hendy |
04/04/2016 21:35| 894 |
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Voglio creder tu sia
una di quelle rondini
che felici ho visto oggi
rincorrersi nei cieli
con il primordiale
desiderio di dar vita
lontano da angosce
ricordi e pensieri.
Sprigioni il tuo garrir
ancora tanta gioia
e mai abbia fine
estate e
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La terra è gelata
attorno all’albero dagli occhi morti
nessun vento soffia ancora
per l’anima perduta
Le sue foglie
hanno il colore dell’inverno
ossa i suoi germogli
che respirarono l’ultimo segreto
Qualche parola
è rimasta
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Colma d'amor
è la corolla,
con grazia
il delicato e setoso
stelo s'è spezzato,
copioso e succulento
il nettare ai figli suoi
riversato
nella calda e profumata
sera di primavera,
nobile atto generoso
teso a
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Sono comparsi al mattino
nere le piume
silenzioso il volo
tra le nuvole del cielo
Qualcuno ha detto
che aspettavano un’anima
perduta fra il vento
ed i rimpianti della notte
Hanno volteggiato per ore
inseguendo i ricordi
ed i desideri del
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L’ho capito
nelle sere senza luna
che non saresti tornata
ma io guardavo il cielo
Per cogliere il segreto
dalle ultime ombre
e dalle nuvole promesse
ai giorni senza cuore
L’ho temuto
solo per un istante
ma io non ho mai pianto
perché
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La piazza i colori i caffè festanti
in giro per Lille spensierati gitanti
Il blu il rosso all’orizzonte d’ oriente
tramonto del nord marcato evidente
Le guance rosse il naso gelato
l’alito rigira spericolato
Il bavero copre il vento
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Ti ho guardata tante volte
nell’oblio del sonno
io che non ho mai parole
per comprendere la notte
E questo vuoto che circonda
le cose del mio cuore
nel loro vagare muto
fra nostalgia e distacco
Ti ho ascoltata ancora
nel tuo ultimo
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 | Dalle allucinazioni dell’anima esala,
quell’alito di vita morto appena nato
e corri ignaro tra le fosse nude,
sospiro e anelito,
gelido sguardo al cielo.
Deliri e incanti sussurrano parole
forse speranze già disciolte al sole,
e l’urna vuota,
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Era tornata subito
la triste mietitrice dell’inverno
lei non aveva atteso
che i germogli sbocciassero
Mentre i campi erano in fiore
e tutti festeggiavano
lei era ritornata
ad ammantare d’ombra il mattino
Non c’era vento
non il ricordo di un
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 | Nessun suono dalla gargatta strozzata
Ne’ luce e colore nei vacui occhi
Nessun sapore giunge all’arido palato
Né profluvi o puzziteri a solleticare le nari
Nessuna melodia o frastuono raggiunge le pieghe becche
Non vi è calore nelle mani
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Sei sempre lì,
paziente e puntuale,
oscuro vicolo cieco
della mia strada.
Non ne parlavo,
ma ti aspettavo,
certo che un giorno
purtroppo t’avrei trovata.
E, nonostante tutto, ti dico grazie
per rammentarmi di godere il presente
che
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5072 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 1651 al n° 1680.
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