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Le 5072 poesie in esclusiva dell'argomento "Morte"
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È tempo di andare
il deserto raccoglierà ogni rovina
i sogni di pietra fra i ricordi
che il silenzio si è portato via
L'inverno fermerà la terra
le nuvole senza tempo
che danzano sera
in attesa della
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Intossicati, deperiti poi decomposti...
in una pozza nera vi sfalderete tristemente,
amaramente, nel riposo vellutato
di ogni paradisiaco sito.
Cotonandovi poi felici e giocondi,
lindi, non più lerci...
nelle nuvolette blanche
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La morte delle tenebre
era in quel segreto
in un respiro di fata
tradita dal mattino
La notte non sarebbe
mai più ritornata
nera come un tempo
nel dolore di un presagio
La fine delle ere
era appena annunciata
ed ancora sbocciavano
i
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Canta tre volte il gallo
si rimangia ogni sua aspettativa,
nel mattino che inerme giace
mi coglie in fallo.
Canta e s'inebria di sole
che non c'è nell'inverno adiacente,
sono d'alveo funesto e irritato
nella gabbia di un mondo che
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Lascerò che le mie spoglie, si svestano dell’oro del mattino
e che nel tempo tutto si faccia scuro,
lascerò che il domani mai più mi porti consiglio
ma casomai, solo memoria
e allontanerò da me ogni singola
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Quanto soffro il giorno
ogni cosa mi disturba
con la luce intorno
che danza sui pensieri
Ed attendo notte
per sentire lo spiraglio
che separa il respiro
dal limite del sogno
Quanto detesto il vento
freddo sulla pelle
il segno della
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Lasciasti parole
vergate su un foglio
di carta bianca
a soccorrer memoria
e dispensare amore
ancora e per sempre.
Frasi
tra le ultime foto
a rammentare un volto
un istante di vita
sorriso felice
ove scorgo la tua essenza.
Torneranno i
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L’ultimo pilastro
se ne è andato
è volato via,
come quercia
dei suoi monti
ha lottato sino
alla fine,
vento forte non ha
intaccato mai i suoi
rami,
radici ben salde
nella terra.
Ormai il suo passo
era lento, il respiro
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Ho lambito metà del tuo viso,
un sorso dei tuoi giorni,
poppato a poco a poco i tuoi sogni.
Resta tra le stecche in ferro battuto
di un lampadario spento.
La nostalgia di te.
E tralascia ogni sospiro,
ogni scricchiolio di un
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Diventa tardi
ed io non aspetto
che il silenzio
fra le pieghe
Di questa pelle
malata di buio
con la luna nera
che scivola
Ancora una volta
come il volo
di un angelo
caduto sulla terra
Ucciso dal cielo
che non apre
mai le sue stelle
al
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Brivido, come un bivio
il mare e il buio,
la neve e il cielo,
la strada e i negozi chiusi,
un sacco che il cuore contiene
di ansie con ali senza penne
né piume né matite né respiri.
Ho braccia fredde, come binari,
senza che
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codato mi guarda
mi guardo e vedo da un po’ di tempo
che non gli sto accanto così
lo guardo
affaticato dal destino
scende in un gradino mattutino
con un giusto sorriso
sulla spalla
e senza parlare
gli narro che va tutto
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Cupa era Amsterdam
in quei giorni d'agosto,
inorridirono anche i mattoni delle case
e le sponde dei canali.
Come topini intrappolati
in stanze segrete di speranze crollate
i nazisti beffardi urlanti
li condussero alle tenebre uno ad
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Non vedremo più il tuo tempo indugiare
ne - gli occhi persi ad inseguire
(mentre con raccapriccio
ci si svela ambigua)
l'anima della vita
Muore il tempo
ti si affianca tintinnando
ed è me che circonda
ed io sono l'isola
dove le
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Guardavo il mio cuore aprirsi
fra le mani mie insanguinate
ad ogni palpito un fiotto
Un melograno si spezzava e sprizzava
succulenti semi scarlatti
e colavano colavano
fra le nocche delle dita
strette sul petto
ricoprendo le falangi
fino alle
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So che amavi
il loro sguardo di cenere
quel fissare le cose
fino al loro nero stupore
Ed il cielo tremava
con le ali del corvo
timida promessa di un vento
oltre le cose del mondo
So che aspettavi
il loro volo nelle ore
più scure
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Sospiro lento,
sospiro affannoso,
lo scoccar del tempo
scandisce in me,
ricordi sommersi nella mente
da rimembar gli anni fanciulli;
Immagini sfuocate,
invecchiate
dal scagliare delle lancette;
Figure vissute
dai veri sentimenti,
valori
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La cosa che più ci spaventa
e che ci porta alle paranoie,
è la morte che procede lenta
e a volte fa uso di scorciatoie.
Arriva alla nostra testa
come un pensiero fisso,
ci spinge a rifiutare quel che resta
e ad immergerci in un
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Quante volte ti ho pensata
fredda come l'inverno
nera come le ali del corvo
che attende nel silenzio
Quante volte ti ho aspettata
nelle notti senza luna
quando il vento sussurrava
le sue antiche melodie
Non sei mai ritornata
a rivelare il
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Scrivere per sedare il dolore.
Dov'è l’estate dei raccolti.
La scrittura è secca
e l’anima sfregiata.
Madonne silenziose,
grido del dio angosciato di infanzia e di morte.
Riempirli – questi sfregi –
di terra. E di perdite
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Le sere d'inverno
piangono da sole
non c'è bisogno
che qualcuno muoia
O che se ne vada
per sempre
sull'onda del vento
freddo di dicembre
Le ombre più scure
sono di fine gennaio
ed il fiato nero
delle notti esita
Prima di
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Bisognerebbe essere dighe
arrugginite tra le fughe
senza il timore dell’umidità
che si posa sugli occhi
non appena guardiamo la notte
con pelle stesa sui bordi
della steppa
versare il tempo tutto
dietro le pupille
in un soffio
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I giorni dei trionfi
sono finiti e le mattine
hanno la luce fioca
delle sconfitte scure
Qualche fuoco è rimasto
fra le pieghe della pelle
bruciature nello sguardo
che dimenticano i sogni
Pietre di perla nera
che riflettono il
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Qualora il verso
esorcizzasse la perversione
nel paradiso di bestie
tornerebbe il lume del cuore.
S'insudicia la rima
nella gabbia dorata
freneticamente bramata
dai figli senza più ali.
Non che purezza non sorga
dal marcio, ma
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L’ultimo sguardo me l’hai regalato,
da una lettiga del pronto soccorso.
In una muta sala d’attesa relegato
fissavo con ansia una porta chiusa
Davanti a Cristo mi inginocchiai,
supplicando avere buone notizie;
col cuore in preghiera lo invocai
in
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La notte non mi ama
più come una volta
ma c'è la terra
che si apre sotto di me
Mi aspetta
e brama il mio silenzio
le parole che non ho detto
in pegno per domani
L'alba è lontana
un gesto senza cielo
un vuoto senza
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Non siamo figli del demonio
ma amiamo la luna
e quando viene sera
il canto del corvo ci sorride
Abbiamo graffi sulla pelle
ed i dolori che conosciamo
sono dentro di noi
pronti a incidere la terra
La notte ci attende
sempre dopo il
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Nascosti tra gli arbusti
topi morti e lattine di birra
un preservativo sporco
e della carta di sterco vestita.
Siringhe sino alla centrale
e sirene spiegate
dove gli dei hanno abdicato
dove i veleni inquinano il prato.
C'è un tempo in
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È stagnazione apoplettica
la dinamicità apparente.
Come curiosità d'insetto
che non va oltre al proprio ventre.
Gremite le piazze inneggiano
al nuovo futuro consapevole.
Ma viscido e tenebroso
il sentimento che ivi
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Simile all'ebbrezza del vento
il respiro che cede
e diviene lungo inverno
mentre il tempo scivola via
Scaltri pensieri
questi sogni di mezza stagione
tenuti vivi per un po'
e poi abbandonati fra i dolori
Altrove la terra
sembra molto
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svuotai rapidamente tutto
che non vedessero dove
in quale vano sospetto dell'occhio
ancora resisteva il dolore;
e quelle mani
con dieci novelle e un giro di luna attorno al pane
da fornirci l'ipotesi delle carezze
quando strenua taceva la
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5072 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 1741 al n° 1770.
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