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♦ Stefano La Malfa | |
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Le 5072 poesie in esclusiva dell'argomento "Morte"
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Maestosità reale e coraggio senza uguali
erano la tua esistenza
ed il tuo esempio per loro
della vita l'essenza.
Dopo averti scovato, stanato e braccato,
ti bersaglió con un arco e le frecce
per farti la festa
nel nome di uno
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Non pronunciare il suo nome
lei se n'è andata
e non tornerà più prima del mattino
con la luna svanita fra le stelle
Non respirare il suo profumo
perché il vento l'ha portato via
quando le stelle tremavano
con il loro
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 | la morte del poeta
è un raggio in meno
nella calda estate,
un manto nero di qualsiasi stagione
dove non centrano i libri gialli,
ma solo i versi rossi
di battiti immortali,
quando muore un poeta
porta via le parole
che semina per
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| Ovunque vado
semino dolore
e contro mi si punta l'indice,
come crudele antagonista della vita,
ma è il mio ruolo
che non ho scelto.
E mi pesa sostenerlo,
triste dover mietere vite,
ancora legate al vivere,
penoso lasciare scie di
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Mavec |
28/07/2015 13:33| 661 |
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 | Anche nell'omba estiva
il piagnucolìo del rubinetto
e il cigolare della porta sull'ignoto
Nelle sere vaste restano
sommessi tonfi e fruscii dell'altro mondo
stridenti evanescenze
e sedie che da sole si spostano
Rimane tutto
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hy ju |
23/07/2015 14:58 | 1284 |
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Mi rimangono pochi giorni
prima che si spenga questa luna,
falce notturna priva di luce
con il contorno d'oro delle stelle
Pochi respiri prima del cuore
e tu che inventi amore alle albe
ricordando le nuvole ribelli
che ci hanno fatto rimpiangere
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Di storie ne ho scritte molte
alcune belle alcune stolte
ma l'ultima volta che venne la morte
mi chiese di pentirmi
e andare a messa.
Le sollevai la gonna
aveva belle gambe
la morte è una prostituta
e il suo prezzo è una
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Prima di dimenticare
sostieni le tue ultime parole
con il percorso che i morti compiono
quando la notte sembra finire
Ed sogni sostituiscono i giorni
fino alle luci del mattino
con le stelle ormai spente
ed i respiri che sembrano esitare
Prima
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«Figlioletta che in spasimi
ti giaci, ascoltami:
tuo padre va a morire,
ei fu un tiranno,
ma vieni, oh pia, e nasconditi,
e dormi placida,
sia almèn tuo l’avvenire,
gioia e non affanno!».
I prodi giunsero,
e la
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 | Non si specchia stasera la luna nel mare,
astuta si cela in nube leggera che copre il sereno,
non giunge voce di lontano, lo sguardo al sentiero
dove il vento ancora respira le foglie.
Oltre il muro è caduto dei miei sogni il
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Oh voi, sepolcri dei cavalier, ceri
di falbe fiamme e che alla cattedrale
ferocemente sospirate, oh fieri
sassi dei mausolei, oh aër spettrale,
che gemendo percuoti le Gargolle
e dei Demòni le lagnanze e l’ale,
voi, tombe dei
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Sarebbe stato molto difficile prevedere
quando le stelle si sarebbero aperte
perché la notte non concede nulla
nulla ai bagliori dei respiri dispersi
Nulla alle albe che non attendano
un ritorno nei tempi stretti del rimpianto
nessuna meta
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 | Un fiume impetuoso scivola a valle
alle sue frementi acque
nei miei giorni di vita
ho bevuto.
Non fonte d'eterna giovinezza nascondevi
ma realtà slavata dalla corsa del tempo
e ora nulla scuote il cuore stanco
e ne rinfresca d'allegra
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| Adagiato su quel suol protetto
riposi nel tuo letto
Dolce angelo tu dormi di
quel sonno profondo
non mai deliziato nel tuo
remoto tanto movimentato.
La morte ancor fanciulla, or
ti culla dolcemente e
silenziosa, mai smaniosa.
Un canto
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| Una storia infinita
si ripete nella vita,
senza etica né morale,
sempre lo stesso finale:
"Cupo rintocco di campane,
triste simbolo di un funerale,
è un corteo mesto e lento,
brividi a fior di pelle sento!"
File
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Mi piacerebbe sapere
come fai tremare le stelle
quando io non ci sono
mentre la luna respira piano
Con le premesse di un vento
debole che sa accarezzare
le spine in controluce
verso notte se la sera esita
Mi fermerei un istante
a sussurrare
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Smarrito è l'eco di quei giorni
nelle piogge traverse
che dilavano i sogni,
affogati in malinconiche
partenze, disperando nei ritorni.
Catatoniche, inutili attese
del "Promesso Giorno",
nell'infinita assenza,
vuoti
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L'aria si fa nera
e le ali di corvo che hai portato
sbiadite tragedie
di un mare denso di sciagura
Vento che impera
nelle sere dove una parola
è soltanto carezza
per il tempo che tradisce lento
E ignora gli anni
gli sguardi sbiaditi e
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c'è un tempo infinito dici, d'intorno
una carezza un bacio intoccabili
e intanto
un bimbo piove tra i mattoni
e son parole
dove ci cresce un'erba antica
perdo cielo dagli occhi
memoria dalle mani dal naso
perdo qualsiasi latitudine
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Prima della pioggia
c'era il silenzio delle parole
le tue, le sole
che sapevano uccidermi lentamente
Dopo l'alba le risposte
le inesorabili ferite di pietra
che la terra aveva pianto dalla sera
e restituito al cielo
Prima delle nuvole
forse
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 | Varcando il cancello della eterna vita
a braccia tese il tuo Amato attende
-da sedici anni or sono-
di restarti per sempre accanto.
al suo fianco
figlia di un destino malvagio
-strappata nel suo breve cammino-
aspetta finalmente la sua mamma
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| Una bianca strada,
che tortuosa sale,
un cancello cigola
in fondo al viale.
Una donna piange
Il figlio perduto,
due lacrime solcano
quel viso abbattuto.
Anch'io, per lui
mi son fermato,
in quel momento
ho pregato.
Due alti
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| Quando morirò
nessuna lacrima solcherà i visi di chi ho amato
quel giorno
solo sorrisi danzeranno sulla mia bara
senza mendicare la mia anima vigilerà
pianti e fiori lontano
solo le mie parole urleranno la mia mancanza
semplici ma sincere,
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 | Terribile rumore
l'universo - questa notte.
Ho toccato il punto
in cui il respiro
toccava la pelle
ed il Buio ha
magicamente parlato.
Brividi assordanti
Silenzi esorbitanti
Quand'è che l'Urlo del vento
spazzerà tutto via?
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Ti ricordavo vagamente
fra le pagine ingiallite e le copertine
lasciate appassire
da tante parole che nessuno leggeva
Eppure i pomeriggi scorrevano
ed il profumo della carta
lasciava qualcosa
un mistero un segreto da proteggere
Gli sguardi
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Eccomi io sono la Morte
Così mi presento
non busso alla porta
Io sorgo da dentro
decido la sorte
E l'Ombra io sono
Giochiamo un po' a carte...
chi vince avrà il dono!
Paura ti faccio,
ti sento oscillare
La falce non taccio
a
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A te il mio saluto,
sul sentiero fiorito di montagna,
nell’attimo di uno sbattere di ali.
Un pensiero di musica, parole e sorrisi
che ti accompagni
nella dimensione altra.
Per ricordare il tuo nome,
nella memoria del sempre,
per
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Non pronuncerò il tuo nome
e in questo silenzio
verserò lacrime di buio
per le nuvole che vagano ancora
Gocce di pioggia
che il cielo nero ha consacrato
in questo spazio senza ombra
separato dal domani
Marmo su questa tomba
che
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Le nebbie salgono
ed io sola nella strada
inseguita dai miei sogni,
ma a braccetto con le mie paure.
Corri, ragazza, che fai?
Le gambe,
oh le mie gambe!
Non si muovono,
non ne ho il controllo.
Ragazza, che fai?
La testa tra le
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Sfugge nel vento la parola ribelle,
portando con sé il ricordo
delle infinite stelle
che illuminano il deserto
nella notte infuocata,
dopo sì lunga battaglia
tra umanità e barbarie
tra mille rovine e macerie.
S'è
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Non morire su di me
perché meriti il vento che soffia
un'altra stagione d'amore
che non sia quella delle viole
Che si spengono al mattino
coi germogli dell'inverno,
non svanire con questo mio peccato
il respiro del passato
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5072 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 1921 al n° 1950.
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