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♦ Stefano La Malfa | |
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Le 5072 poesie in esclusiva dell'argomento "Morte"
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E' un cimitero di lacrime il mare...
affondano croci dilaniate dalle onde,
strappate alla terra
le speranze...
nessun approdo restituisce la salvezza
a vite travolte
da ingannevole promessa
di libertà...
un pugno d'acqua nelle
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É una bella giornata di sole,
calda e dolcissima.
Il mare,
il mare é calmo da sembrare un prato,
esso accoglie i tuoi occhi e li sposta lontano
verso sogni di mare d'amare.
Ma gli occhi ritornano lí,
i tuoi occhi tornano
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Quanta distanza tra le fughe alle pareti
piastrelle invecchiate, perdute e sole, cucite
a ventri affamati
di carne rosa.
Fuggi fuggi
da quest’aria asfissiante
necrosi di cellule
programmate alla morte.
Rose selvatiche, clandestine
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Ditemi occhi miei
che vedeste le rive del fiume Acheronte
ma ditemi,
algido canto di questo mio mondo
sordo lamento di un uomo vuoto,
ditemi occhi di morte,
fu
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Dicevano che fosse stata la notte
e che lei era innocente
per questo non si era mai pentita
di aver ucciso anche le stelle
Dicevano che fosse stato un sogno
a portare le ombre qui
in questo cielo sempre scuro
dove anche gli angeli non
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Occhi quasi chiusi
come fiamma di candela al moccolo:
eterea ma evanescente, poca cosa
volto di petalo d'un'appassita rosa...
Oggi t'ho visto ancora
ombra di te,
uomo,
che vaga in uno spazio indefinito,
uomo,
di cui resta davvero molto
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XVII
fu il diciassettesimo dei numeri romani.
Vixi
nel verbo del vissuto
sulla lapide antica
la disgrazia vi si legge,
vixi disse il morto
predicando il futuro
che nel passato rimarca
vixi vixi e ancor più vixi.
ho vissuto,
tanto
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Sangue sul mio perdono
perché il tempo si è corroso
con il cielo ancora vivo
per le notti di un destino amaro
Vento di temporale
e le nubi piangono ancora
il respiro di una gioia breve
dimenticata nelle scure
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hanno sempre lo stesso odore
i cimiteri
cipresso e fiori marci
tra lapidi imbiancate
da un sole accecante
inaridiscono le piante
si asciugano lacrime
tracce di occhi spenti
hanno sempre lo stesso odore
i camposanti
il vento aleggia lieve
tra
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Come velluto
anime tra virgolette bianche
s'appoggiano al nero stanche
gli anni han seguito
silenti e ubbidienti
in tempeste di fuoco e venti
non può esser ricucito
chiaro vestito di fanciullezza
in tutta la sua bellezza
corse nei
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 | Morir ch’è ancora buio non vorrei;
amo vegliar la notte;
e se solo potessi sceglierei
di farlo a mezzogiorno,
con il pollo nel forno,
la luce nel soggiorno,
le voci dal cortile
ed una sigla allegra alla TiVù.
E, cielo, se mi ascolti,
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| Spira lontano il tuo profumo,
a ogni ricorrenza
triste ricordo
rinnova il dolore
per l'assenza...
oh, madre
come una spina fiorisci
tra le povere mani
che mai
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 | Quando mi ritirerò dal mondo
vorrei farlo dopo aver calpestato
tutti i miei errori.
Vorrei farlo con passi lievi
portando con me
la ricchezza dei sensi
una dolcezza grave e dolorosa
e il profondo anelito
di essere avvolta
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| Spolvero foto
in giro per le stanze,
ma non i malumori.
Per quelli non c'è panno
ne palliativo che tenga.
Ci son momenti
che la mente
torna dentro il corpo
capendo
che il ricordo del tuo viso
e la tua voce
hanno stretto nodi in
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| Scendi oh lacrima,
bagnami pure il viso
rigami pure il cuore,
non sentirò dolore.
In questa notte di pianti,
di stelle cadute sul fondo del cielo
di sogni chiamati rimpianti.
Di poeti che si perdono dietro la luce tenue della luna
ed il
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| Sono l’ospite inatteso,
amo gli uomini vi giuro
vengo sempre di sorpresa
dalla vita vi catturo.
Mostri sempre meraviglia
quando scopri dove sono,
faccio stragi di famiglie
sono donna, sono uomo.
Bramo nei silenzi
della noncuranza,
spengo le
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| lo vidi sapeva
che la fine era vicina
vidi gli occhi stanchi
le labbra sottili
e quei pensieri nella testa
come spada trafiggevano
il petto
le ali un groviglio di piume
nere ali di corvo
odore di zolfo
e mentre l'anima
nel suo mondo
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Troppi giorni sono trascorsi
senza una parola
ed io attendo il fiume delle notti
le docili carezze del silenzio
Perché il tempo è solo un vento
un respiro che mette fine
ad ogni cosa che non sia perdono
ad ogni stella senza
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In ogni caso
erano poche le parole
che avevi usato per ferire
i giorni e le ombre in pena
Ti era bastato lo sguardo
e una sola promessa cieca
che scioglieva le distanze
con un nero vento di dolore
Con pochi gesti
avevi pianto i tuoi
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 | Nel cielo
quel momento e lo schianto
la vita dissolversi in un pianto
le mani cercare le foto di ieri
in un giorno vicino, i pensieri lontani
afferrato silenzio della vita
vuoto nell'attimo di tempo.
Scorre la mano
su l'ultimo
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| Battito di cuori,
siamo
giorni che passano,
desiderio che non si placa,
debole sussurro
di rami contro vento.
È sogno
l’anima nostra che
ruba il pensiero degli angeli,
mormora dietro una grata,
e con il suono della foglia
che cade in
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| Perché insisti a consolare, a curiosare
nei giorni che lenti passano
e incidono il cuore
con un segno indelebile.
Il dolore c'è
si vede, si immagina.
Non insistere a farti vivo,
ora si cerca la quiete,
il silenzio,
le lacrime
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 | L'aria friabile
si sgretola senza rumore di foglie,
cadono silenziose
quando il cielo cambia colore,
sfumano tonalità vivide
sul riflesso opaco di uno sfondo grigio indistinto
che annebbia la vista protesa all'orizzonte
addensato di nuvole
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Nella stanza,
tutto sembra essersi fermato,
ma il cuore corre...
come per andare incontro
al giorno che ti vidi
l’ultima volta;
Piangevo
penso agli ultimi gesti,
le ultime parole.
sembrano acqua
che scende dal monte
e spazza via ogni
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 | Pensarti è oltrepassare la parete
e tener desta la tua esistenza
ora che sembri lontana.
C’è sempre un’ombra
accanto al mio cuscino
che divide con me il respiro,
non sono triste io né tu sei allegra,
nessuna stranezza
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Poeti!
Quale spartito Sofocle impartì
nel lontano splendore
perché voi varcaste le soglie
dell'elettricità nociva?
In tutte le ere ci dissetammo
di sudore
ora Coca- Cola a liofilizzare
le nostre menti!
Come?
Ci
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 | Se t’amo non dir che t’amo perché non credo,
se piango ai miei occhi non dare peso
è l’aria che respiro che m’affoga.
Non c’è ossigeno per quest’anima assopita
mentre s’aprono gli sguardi dentro al buio
io vedo l'affilata
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| Se di me
proprio non volete far cenere,
che' ve lo proibisce
il vostro dio,
occultatemi allora
in un verde prato,
che il sole lo accarezzi
con le dita dorate
e il vento lo asciughi
dalla rugiada notturna.
Non aggiungete altro
o, forse, ogni tanto
un
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Mavec |
20/03/2015 19:16| 681 |
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| Col tuo incessante
battito di ciglia
sorridevi
così ottusa e indifferente
ai tuoi giorni strappati
al riflesso dei prati
e inventavi serate
senza paura
di quel buio destino
mentre nel cielo
scorrevano nuvole a branchi
e ora assordante
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Forse il cielo era già spento
quando sei andata via
ed io ho chiesto alla luna
se la luce ti aveva vista piangere
Ma le nuvole non ricordano mai
il dolore dei giorni muti
e le notti, le notti non conoscono
il vento che le ha
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Ora non trattenermi,
mi hai sospesa al vuoto
dei tuoi occhi
e alla speranza vana
d'oltrepassare il muro, il tuo.
Sul silenzio ho costruito
fantasia e follia
e t’ho smarrito nell’incanto
d’un sogno ormai spezzato.
Ho interrotto il mio tempo
ed
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5072 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 1981 al n° 2010.
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