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Le 5072 poesie in esclusiva dell'argomento "Morte"
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Un dì io scorgea un’imago di fanciulla,
era un dipinto e in sulla forma ovale -
su ner color di Nulla -
ella apparì fatale.
Le guance giovini avea e l’occhio cesio,
e vivo ‘l labbro, e biondo ‘l crine, e snello
il collo dolce,
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Credi nella luce finale,
credi in un futuro oltre,
come un dissesto,
un pensiero disonesto,
che ti riconduce
all'ultima
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chimere accese
nel cielo senza vento
di trama scura (D)
L'impero delle chimere è solo ombra,
spazio di fantasia fra le nuvole e il mare
dove l'orizzonte trema la flebile luce
di una speranza strana, appena accesa
Volano controvento
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Ma soffia giorno
e poi la notte ambrata
di nero inverno (D)
Il serpente scuro che non dorme mai
mente una risposta per non cadere
e nega i tetri giorni alle sue memorie
di cielo prepotente, senza amore
Striscia fra le perle di una terra
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Se mi dessi un termine
un intermezzo al davanzale
osservando sull’asfalto chiazze rosse
scivolate dal cielo, in una pozza umana
e adagiarvi i fallimenti
dargli il tempo di un rubino, facendo finta di dormire
senza più una bocca e sete e
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Prima della sera avrai già dimenticato il sole
e ogni passo che accompagna il volo chiaro
fatto per respirare questo tempo di parole
forse troppo vuote sul soffio dei mattini
Non sarà un'aurora a cancellare i segni
e le forme di
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 | Un inferno di ghiaccio
dove l'attesa logora l'alpino audace
a difesa del nulla trincerato
in insidiosa steppa
a battersi con la fame e mordace il freddo.
Il duce siederà al tavolo di pace
dove il morto avrà più peso che il
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lungo i confini
della radura il bosco
cresce promesse (D)
Sul margine del bosco c'è una radura,
umida d'estate e gelida nel cuore
che ferma le notti sulla corteccia nera
solo per tagliare via i peccati amari
Vicino al vecchio
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Sentieri solitari, di sassi del carso,
segnati da una luna bugiarda
che a volte di loro si scorda,
là, dove colonne di legno ornate,
scambiano ignare la felicità col vento,
sussurra la malinconia.
In notti dove il pianto si
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 | C'è una lunga ferrosa scala
appoggiata al mondo
ci sale un treno in gran gala.
S'avvia pure, nel suo angosciare
una scura giovin vita
che tutti vuol lasciare.
Per la via s'incontreranno
senza cenni, con tremore
nella fatal stretta
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| Il grigio del mattino
il viso di un bambino
il freddo dell'inverno.
Un uomo lontano,
un punto in mezzo a mille
coperto dalle nubi,
bagnato dalla cenere
osserva il mondo intorno,
spera in un ritorno.
E le stelle sembran poche
o non esiston
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Anche gli uccelli
avevano paura di volare
sull'orrenda ferita della terra,
sull'orrore lì sepolto
di innocenti senza alcun difesa.
E quando risalirono
la luce era sbiadita
ed il vento taceva.
Solo il silenzio urlava
il suo dolore
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Mavec |
10/02/2014 19:07 | 744 |
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Nella fine
col tuo filo sfibrato e stanco,
quello spago teso sin dall'inizio
come ragnatela fra fronde di salici
che ti condusse fuori dal labirinto
lontano dalle paure tue,
tagliato in due pezzi senza esitare
in inizio certo e fine
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Who |
06/02/2014 10:32| 927 |
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timido soffio
nel vento abbandonato
di luna grigia (D)
È una sottile brezza, colore della perla
che tremerà nell'aria di una stella,
non sentirai profumo di menzogna.
La notte peserà i suoi macigni in coro
Il buio
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lento incedere
delle ombre nere vive
al loro tempo (D)
Il passaggio era stato pronunciato
e le poche speranze rassegnate
avevano mentito il ricordo breve
di un vano strumento a corde nere
Violino di morte, semplice da dire
e da rendere in
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piume lucide
sul cielo appena morto
nero tramonto (D)
Erano calati di notte alla radura,
le piume scure tese e un lugubre lamento
a far da coro ai morti, lividi risorti
dopo tanti affanni d'aurora e di sgomento
Erano tante anime prigioniere
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Tu uomo folle hai messo in atto
lo sterminio di massa senza ritegno,
hai schiavizzato fratelli in squallidi lager
per quei tuoi principi assurdi,
rei soltanto di esser diversi
e con infamia umiliati e soppressi.
L'unione nelle diversità
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Tu dunque soffri
niveo corpo insano
afflitto dal mal
che non da tregua
è come arsura...
calura che dissecca
solo ossa di questa
pelle resta
Creature
d'occhi vitrei
nei qual
Si smarrisce
l'universo intero
Fissi...
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ombre svanite
dalle parole indegne
di rada nera (D)
Qualche germoglio era stato tradito
dal sigillo nero delle notti insane
e l'ignota traccia suonata tardi
sembrava aria destinata al cielo
Il vento soffiava i rami sporchi,
un coro di defunti
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Ora non avrai bisogno di scarpe
forse lo sapevi
e le hai lasciate accanto al letto
prima di andare via .
La falce nera non teme la follia
non ha paura dei tuoi occhi
quando la guardi spaurito
non ha freddo
anche se la neve scende
e il
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artiglio nero
per volare il confine
di parole arse (D)
Le luci del giorno sono spente
e mute le parole nel conflitto
dei respiri andati a soffio
sul temporale promesso a sera
Il vento è messaggero di confine
e nere le ali a mezzo
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S'aggira nei pressi,
a volte mi tallona altre mi precede.
Il suo fiato inanimato mi allaga le nari,
ritorna nell'odore del tuo respiro
quando già ti possedeva.
Se la chiamo s'allontana,
poi repentina appare fra le pieghe dei pensieri,
e
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 | Tra righe di filo spinato
ulula la morte sui sassi,
col fruscio crepitante
di un fil di fumo fattosi
respiro scisso dalla carne
Un sussurro sommesso
d'ossa sepolte a inerpicarsi
dal ventre della terra per narrar
l'abominevole infamia di
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| Sbadiglio
con fare idiota mangio cianfrusaglie
m'immergo nel fatuo della tv
il nulla m'investe
cosce glutei mentecatti
poi
due braccia nere come rami
rampicano verso me
occhi grandi come il vuoto
manine che sembrano carezzare la mia
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| Ombre in circolo,
tra luci distorte
e rumori orrendi.
Solo e contro
il Mondo
che urla vittoria.
E' finita,
il fiato è lento,
la mente è debole
più del corpo.
Il cielo piange,
la pioggia ti calpesta
pesa sul tuo
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Vorrei averti qui,
senza venir sulla tua pietra ...
perché non sei qui?
perché sei giunto al porto?
Pur poco ti conoscevo,
ricordo brevi lampi
ch’agghiacciano ‘l cuore.
mari dorati hai veleggiato,
ma al porto hanno
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le lune morte
segno della tenebra
di notti ignote (D)
Parole che feriscono il respiro
e questo sussurro pallido di fine stagione
attende inverno per non tornare più
sui lembi già franati delle rive
Pensieri che tradiscono il
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Se vieni, Madre,
in un mattino di sole,
conducimi ai papaveri rossi
sotto un frusciare di foglie.
Mille ne vorrò cogliere,
per salvarli dal vento
e sarà infine la pace.
Se vieni, Madre,
nel giorno che sai,
conducimi ai papaveri
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Mavec |
21/01/2014 18:45 | 689 |
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Perché urli piccola anima
quando il ventre
schiuso della vita
ti spinge in questo mondo?
Cosa vedi?
Cosa senti?
E' forse il freddo abbraccio
dell'oscura signora
che ti accoglie,
ti sussurra ...
"sarò la tua ombra
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 | Mani composte, abbracciate
non più mosse per plausi.
Note in lacrime, meste,
ferme da fughe, adagi o andanti.
Non fende l'aria la smilza verghetta
per gli ordini alla sonora armata.
Or riposa sul leggio,
la partitura qual giaciglio,
tra i
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La intravedo
la scanso,
mi diramo per i suoi vicoli,
sembra quasi di conoscerla,
una strada perpetua...
E
arriverà il giorno
che tacerò per sempre,
e questi muri,
stanchi anche loro di ascoltarmi
gioiranno...
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5072 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 2341 al n° 2370.
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