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Le 7850 poesie in esclusiva dell'argomento "Natura"
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 | Non può nomarsi casa quel tugurio
ove s'è ritirato tutto solo.
Vi manca lì ogni ben, ma stampe e libri
di lor fan bella mostra, e sul giaciglio
riposa scritto che sta producendo.
Di poco vive, in quell'ameno ambiente
e
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| Bianco
profumo
in penombra
che dà al pettirosso
chiarori
e illusioni del giorno.
Lui
canta
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| Lo sol che nasce e fende
le pecorine nubi,
e terra scalda di raggi
luminosi; 'l cinguettio
di svolazzanti, festosi
uccelletti, lo canto
di rondini guizzanti
che ora librano 'n cielo
ed ora lambono terra,
li verdeggianti prati,
li tenui, olenti
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 | Gli anni il tempo non cancella,
nel desiderato incontro ritrovo
quel magico splash d'onda,
che schiumoso si rinnova.
Paradisiaca visione
di eccelsa natura
nel coinvolgente scenario:
fra cielo e terra
in quel golfo incastonato.
Amai questi
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Senza di voi è vuota quella corte
emigrate siete
eppure sono sicura
capolino avete fatto
fumi inconsueti
sul cammino
odori sconosciuti
al vostro olfatto
piccole zampine
temono il calore
privato vi hanno
di quell’ossigeno vitale
e
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 | Scivola via l'acqua ridente,
e incautamente gioca e precipita fra schizzi spumeggianti.
Gorgoglii leggeri solleticarono orecchi attenti, e sussurrarono parole senza ritorno, soffocate dal tuo frastuono.
Cadente fra rocce appuntite...
e scorri
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| nel passare dell’ ore
il cielo si fece più chiaro
da quello lasciato al mattino
goffi silenzi di passi, nel solitario cammino
*
strada tra erba tracciata, basi d'orme passate
squarci di cime azzurrate, rovi a file di spine
da nembi vaganti
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Munifica, la novella terra
attende i suoi piccini,
li alletta dei suoi profumi,
prodiga, addita loro
rinnovato nutrimento.
Non più nell’aria
strepitii di aratura assordanti,
né azzardo di minaccia
d’aratro insistente
lì
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 | Brucia la boscaglia
per ignobili interessi,
brucia l'innocuo paesaggio,
natura mandata a morte
per legge di profitto.
Quercia secolare,
pino misterioso,
sterpaglia desolata,
semplice arbusto di corbezzolo.
Ussenze di vita
da una mano
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| Alba tenue di un giorno
offerta alla vita a chi,
di quella luce
ne riflette ogni raggio.
Prisma cristallino,
del suo spirito
colmo il mio sguardo.
Tremule luci tra quelle
acque di primavera,
appena increspate
dalla notte
impazienti
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| Ruscelli nascon dai vespri monti
cantan lodi ai rami secchi e foglie morte
alle zanzare e alle marmotte
portan via al lor passare
il rifiuto che segreta il naturale
son del corso abbeveratoi
per anfibi pecorelle e pure buoi
godon sassi ch'eran di
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Non più trilli, né guizzi,
né esuberanti garriti,
tra i rami frondosi
degli aranci e degli ulivi.
Né tra i mandorli
e i peschi in germoglio.
Né salti giocondi
sui teneri prati fioriti,
ma rombi, sbuffi e
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Nuovi
radiosi
tappeti
a colori
giù lungo la strada
viole
splendenti
catturano gli occhi
per foto
ricordo
momenti preziosi
di luce fiorita
potenza
vivace
diffusa
vibrante nel cuore
ma tenue,
già quasi
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 | Tra due sassi corrosi
dall'acqua
è spuntata una viola,
volevo strapparla
per fartene dono
ma ho ritratto la mano
non posso! Il vento la culla
le parla d'amore è del
suo profumo lei gli fa dono.
Accoccolata sull'erba
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| Uscirò tra non molto per fare il mio solito giro:
respiro di mandorli in fiore e di nuvole stanche,
di vento che sale la valle per dirmi di te,
zaffate di mare, ciliegi, tabacco e viole
che nuove
dall’alba al tramonto qui aspettano il sole
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La grazia aureolata,
di giorno vestita,
volteggia sfavillante
intrecciando contrasti.
Morbidi rilievi di luce
si smorzano sommessi
ricamando il proprio rovescio
nell’alternanza con la notte.
Civettando con il Sogno
impercettibili
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Placida è l’onda
che il vento inquieta
all’apparir del giorno,
sbadiglia il pescatore
issando in un fregar
di cime la sua rete,
gridano rauchi
i
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custodisco, nutro e proteggo
piccoli semi che piante saranno...
qual donna un po' vanitosa
mi ricopro superba
di manti fioriti e d'erbe smaltate...
m'intrido di gocce piovute dal cielo
le raccolgo, riunisco
diventan acqua sorgiva
che dal
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Bevo...
e la "fraschetta" si allarga
diventa campagna, vigna.
Grappoli d'uva dorata
pendono come gioielli
dalle viti contorte,
abbracciate ai filari
tesi come le corde di una chitarra.
Le "femmine" pronte
con forbici e
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Mura trafitte da raggi freschi prima,
scaldate al tramonto da fuochi invisibili
che da laggiù, oltre il monte
spariscono a mezzo volto tra le campane che suonano
la fine della corsa di questo giorno ormai
consunto, smunto ogni secondo
dai
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Pareva che il vento con sottile ironia
si rallegrasse
nel fantastico di fine aprile,
con forza raccolta fra montagne e colline
ondulava cime e prati e a sondare profumi
coccolasse l'amore.
Nel vibrare l'aria,
portava con se aliti elisi di sana
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Ancor oggi
nelle mie strade
c'è odor di paglia e fieno,
c'è miseria e allegria,
si senton da lontano
ricordi che van via.
Ancor oggi
vedo nelle campagne
tirar l'aratro agli animali,
contadini falciar le spighe
dorate dal
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 | Quel poggiolo di fiori di campo...
nutriti di primavera, e una violetta
sù in alto, sulla cima di un vaso di
coccio, ed in basso severi filari
di bosso e ligustro nel nobile parco,
come file di banchi di scuola,
professori di latino e
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Graffi di gatto
sul cuore,
squarciano stridenti
il mio dolore.
Piovono lame
d’argento vestite
e ancora graffi
come segni di nera grafite.
Stoccate di stille
su queste finestre,
tagli nel vento
e nell’aria silvestre.
Tonfi di
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Ambiguo e fumoso si sveglia
Il mattino al rione tamburi
pure oggi incerto di una brama
di aria residua tra le sagome
ferruginose di torri e ciminiere
Rauche bocche grigiastre
eruttano incandescenti lapilli
consenzienti a complicità
di
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Cristalline come vetro
cadono dai rami ancora nudi
gocce trasparenti come un velo,
lacrime mai asciugate a questo cielo
plumbeo che sovrasta il monte
coperto ancora fino alla sua cima
ricopre il mare fino all’orizzonte,
scomparsa è ogni
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Piove.
Me ne sto chiuso qui ad ascoltare
che fuori la pianura beve l’acqua,
la prima di questa secca primavera.
Sento che è pioggia lieve e senza vento
sottile e dolce,
capace di sciogliere la crosta,
di liberare il respiro della
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Ancora un'alba, una luce di sempre
s'effonde
ed infonde lo Spirito
per soddisfare questa sete d'anima
fra i grovigli ed i rovi
le pietre ed i sassi
a volte grezzi, a volte levigati
dal'irruenza delle acque fluviali.
Come pianto
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Acerbi sussulti
spezzano il bigio
barlume
affranto si spegne.
L’ebbrezza m’inonda
di un rosato effluvio
e un sogno nuovo mi giunge
di freschi olezzi
Venere esala
essenze di gemme
con il soffio d’Aprile
che spira nettare
e foglie:
-
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Cerchi di luce,
o forse d'energia,
circondano le stelle,
mattoni e calce d'universi;
stringhe di magìa,
materia e nuclei inversi,
cerchi di luce
tra un uomo e la sua pelle...
Rimbombano nei secoli
e tra luoghi sparsi
turbini di
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Gronda di frutti la mia terra nera
complice è l’aria che la circonda
ove specchi d’acqua lei abbonda
orché il fuoco vampa lei feconda
Il roseo mandorlo che al sol brillare
si tuffa l’onda e grigia funesta pare
il sole riavvolto
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7850 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 4741 al n° 4770.
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