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♦ Pierfrancesco Roberti | |
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Le 7850 poesie in esclusiva dell'argomento "Natura"
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 | Una bava di vento
stimola gemme bambine
e già evapora stanca,
di rugiada
l'ultima lacrima
Tra le dune,
ispidi fiori piccini
s'impossessano del colore del sole
mentre affondano nudi,
i passi
nella cedevole rena
madida di notturni
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| Ti sento già nel tiepido sole
nelle giornate serene di febbraio.
Ti vedo in un bulbo che accenna a sbocciare
ti vedo in un bianco narciso.
Un passero vola e cinguetta e si nasconde tra gli alberi
e aspetta il tepore ché
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Lasciami camminare
per raggiungere l’orizzonte
questa sera brillerò tutta la notte
sarò più ardente di un sole
illuminerò
i sentieri della passione
dove l’amore è oro sopraffino
insieme alle stelle
ebbre di
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| Julie |
29/03/2012 18:51 | 5465 |
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E' in un giardino
tra i prati in fiore
in quei silenzi che l'anima rapisce
che odo cambiare la stagione
Mi sfiora il sonno lieve del tepore
nell'abitudine dei gesti
senza più ragione
e quel bucato in casa da asciugare
Mi addormenti e
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| Veitla |
29/03/2012 15:07 | 1412 |
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Nel tripudio di verde e di colori,
bella ma esausta mia Primavera,
più non protendi l'ali
per pindarici voli,
ma docile è la speranza
in rassegnata attesa.
Come Narciso contemplando vado
ciò che dal mondo ebbi e presi,
mi
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 | Vi avrei preso per la coda
così belli e snelli
elegantemente planavate
niente fermava
l’orologio scandiva le dieci
chissà se domani
l’attesa sarà vana
l’obiettivo
rivolto sin lassù
attenderà
desiderio
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| La neve ancora esitava
lungo le rive dei fossi,
ma i campi erano pronti
ad accoglier nuove sementi.
Le zolle, dal gelo sfaldate,
dovevan portarsi a coltura,
ora che la calura
ogni giorno aumentava.
Si pareggiava 'l terreno;
i solchi dovevi
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| Questo sole primaverile
scivola lentamente sotto le coltri
del mare come un'amante
lasciandosi stringere in un
voluttuoso abbraccio che
durerà lo spazio di una notte.
Dopo l’amplesso chiudendo
le palpebre si lascerà cullare
sino
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 | Lontano quel suono di campane
remoto
quel dì di festa
Nel leggero dolore che sospende
quel po’ di me
in bilico
su lame terrene
e tra le dita
gli occhi disabitati di chiarore
un gusto strano
indefinito
e bevo
dalla sorgente asciutta
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| Naturalmente dovrei scrivere
ma il foglio è inscrivibile
Come albero innalzato al cielo
svettare libera
ma troppe civette pesano
e il bosco pullula
di inverecondi ladri di anni
Io natura sono oppressa
e gli uomini mi tradiscono
non sono
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 | Lieto meriggio
nel tepor di primavera,
gradevole clima
e buon umore invita.
La campagna a festa vestita:.
nuova linfa
per dar brio alla natura.
Un cinguettio festante
nel cielo colora,
ammaliato osservo
tracce rapide in vortice,
ma la...
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| E scorsi,
Dall'intimo d'un guardo,
Arboree nubi infisse
In cielo tardo;
E verdi mari, scorsi,
Arsi
Di vivide ametiste
E brune spoglie,
Erbacei lacci e spine storte,
E arbusti tristi
Avvòlti;
Andai, ne bevvi a sorsi.
Un sospiro
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 | Volavi libero e felice
quando il nemico colpiva.
Un'ala spezzata,
dal piombo trapassata.
Il corpo martoriato
ora in una gabbia immobilizzato.
Chiudi gli occhi e vedi il mare.
Ricordi gli amici e qualcuno da amare.
Forse non volerai più
ma
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 | Guardo il cielo
cesellato di stelle,
quel fuoco lontano,
quella fredda
umile luce,
tremulo chiarore
rischiara la notte.
Quel candido
volto delle stelle
scompare
all'occhio umano,
quando sono lontane.
Sempre in fornace
non trovano
tregua,
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Il colore del tramonto
spaccato da un campanile
manifesta l’aria brillante
di un fresco vialetto alberato
artefice della corsa
di una vecchietta
L’Angelus echeggia
con i rintocchi della campana
si confonde con il grido di dolore
di una giovane
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Le vedo queste gemme di Marzo
son di rugiada gonfie
tra i canti d'inverno
Di tua bontà primavera
s'allieta il mio cuore
nel caro profumo dei mandorli in fiore
Quante strade ho percorso
per giungere a te
acciottolata per via
in mille
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| Veitla |
24/03/2012 23:26 | 1564 |
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 | Nel bagliore terreno
quando ogni fiaccola acceca
e annulla le nostre notti
nel visibilio di chi spera ancora di sognare
mi inarco
come giunco a pelo d'acqua
per ricambiare la linfa quotidiana.
E' certezza che ritorna
ogni volta che splende la
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| Se sali il monte ch'è sopra Varese,
alza 'l tuo occhio, nel giorno di sole.
Cos'è che scorgi là, giù nella valle,
oltre 'l "groviglio" di strade, di case?
Vedi 'l suo lago e l'altri d'intorno:
Maggiore,
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 | Nel giardino della primavera
le gemme non hanno paura
di regalarci i loro colori
di sbocciare felice,
inondarci di fantasia
specie quando tu ami alla follia.
Sei invasa dal tempo speciale
mentre quel cuore tuo
si inebria di pace.
Ti rilassi
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| Non è ancora fiorita
la forsizia,
ora che il giorno scioglie i fumi
cadenzato e lento batte il remo
spruzzi di schiuma spezzata
scagliando a poppa.
Rompe il suo volo
un gabbiano per un’insperata
preda in tuffo
mentre gocciola il
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| Ecco ch’alberga ancor il primo vere
di tiepido soffio sospira
ché di sereno zefiro è il suono
Or giunge pur il frastuono
del lampo fulmineo che si gira
e reca in sé l’arcobaleno in speme
Candor di cinguettii s’odono
fra i
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| Gocce, infinite gocce,
tamburellano su petali di rosa,
saltellano su teli variopinti di infiniti ombrelli,
scivolano piano fra i passi leggeri dei viandanti
per raggrupparsi in coppe che la terra offre,
diventando piccoli specchi di cielo
dove
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 | Nascono viole
dall'infinito dolore
di una madre
leggere e delicate
come vellutati sospiri
scivolano
tra le esili mani...
Viola,
essenza divina
dal profumo
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 | "Dove siete rondinelle?
Primavera è qui stamane,
è fiorito roseo il pesco.
Rondinelle, dove state?"
"L'altro ieri è nevicato
non abbiamo le catene
il garrire ci ha ghiacciato
e tardato il
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 | Ovunque coppie attirano lo sguardo
in cielo in terra
un proliferare d’amori
sbaciucchiamenti rapiscono
piccole creature
con i loro vocalizzi allietano
fanciulli gioiscono
rotolando
su invitanti verdi prati
complice la natura
malandrina
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| Bottoni d’angeli
stelle d’agnelli
sorteggio d’amori
confetti di bimbi
forfora di prati
fermagli di destini
scacchi di pensieri
orgasmi d’occhi
monete di pace
germogli di preghiere
ovatta di passi
sorrisi di redenzioni
grandine
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 | Arrivi con zefiri leggeri,
con tocco magico
incanti il paesaggio,
con umile fervore
schiudi i fiori,
i cuori all'amore,
malinconie e noie
senza nostalgia,
nell'aere infinito
spazzi via.
Melodiosa e sonora
tutto rinnovi,
nuova luce
attende
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S'ode un concerto
d'intorno al giardino
tra grilli, rondini, fringuelli
vivo stupore
nei germogli in fiore
chitarre e tamburelli
gioiosi stornelli
Su
in cima a quel monte
conduce il cammino
con santo candore
nel gioco divino
con dolce
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Lulla la, lulla la!
Deliziosa la cicala canta,
beata si abbrunisce
sotto il caldo sole
e se ne vanta.
Lulla la, lulla la!
Intona allegra la formica
serena e laboriosa,
pur se intensa
e dura è la fatica.
Lulla la, lulla
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Sembra che i petali corrano
tra le margherite e saltino via,
come foglie le gambe e il pensiero
oltre il silenzio e l’inverno che ancora
ghiaccia tra le tempie della notte
e le sue pallide vene oltre la pelle trasparente,
mentre i bimbi giocano a
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 | Stormi di rondini in volo,
riempiono l’aria pulita,
cantano, è già primavera,
viaggian nel rosso di sera.
Vibrano suoni gioiosi,
dentro l'azzurro del cielo:
lieti rincorrono voci,
briosi, richiamano trilli.
Poi, del
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7850 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 4801 al n° 4830.
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